Ludwig tra le donne

Ludwig trale donne PSICOANALISI DI UNA VITA GIGANTESCA Ludwig trale donne E' noto che il genere della biografia, cosi fiorente nella cultura inglese e in quella francese, non ha fortuna fra noi. L'operazione di staccare la vita di un grande artista dalle sue opere non attecchisce facilmente nella cultura italiana e in quella tedesca, che sembrano irresistibilmente portate a trascorrere nella vera e propria monografia critica; ne, in fondo, si saprebbe dargli torto, sebbene non si possa negare l'utilità propedeutica dell'approccio biografico e, in certi casi, le straordinarie possibilità narrative ch'esso offre, unitamente all'occasione di quell'inquadramento storico dal quale difficilmente potrebbe prescindere anche la più analitica delle ricerche critiche sull'opera. Un caso strepitoso di invito alla biografia è la vita gigantesca di Beethoven, e una pura biografia è in sostanza il Beethoven di Maynard Solomon, musicologo e psicoanalista americano, che viene presentato ora da Marsilio Editori, nella traduzione di Nicoletta Polo, con un'illuminante prefazione di Giorgio Pestelli. La situazione editoriale italiana in questo campo non è poi quel deserto ch'egli ci descrive, perché la piccola, celeberrima biografia beethoveniana di Romain Rolland non aspettò la traduzione di Giulio Gonfalonieri nella Bur 1949 per fare un ingresso trionfale nella cultura popolare italiana. Vi era entrata a vele spiegate, nel 1924 con una traduzione curiosamente anonima, nei Fascicoli Musicali scelti da quel singolare pioniere dell'editoria musicale che fu Giovanni Da Nova, per la sua Bottega di Poesia, da cui usci' va un Bollettino Musicale di periodicità molto saltuaria, ma che aveva affiancato animosamente il rinnovamento musicale italiano degli Anni Venti. * * E soprattutto è il caso di riparare a lìn ingiusta Oblio ricordando la Vita di Beethoven "del socialista triestino Aldo Oberdorfer, pubblicata nel 1923 dall'Istituto Italiano per il Libro del Popolo dell'editore milanese G. Morreale. Professore di scuola media in ogni parte d'Italia, dalla Sicilia all'Abruzzo, all'Umbria, al Piemonte, fu un missionario generoso degli ideali democratici, e la sua Vita di Beethoven ne è più seriamente compcnctrata di quanto non sia l'ultraretorica biografia di Romain Rolland, prearnbolo certamente non degno della grande opera critica, purtroppo non compiuta, posta sotto il titolo generale Les grande époques créatrice!. Autore poi d'un Wagner per le Scie di Mondadori (tema assai meno adatto alla sua vocazione di educatore), l'Oberdorfer si congedò con un vero e proprio best-seller, quella Autobiografia di Giuseppe Verdi dalle lettere, che dovette pubblicare con lo pseudonimo di Carlo Graziani, in seguito alle leggi razziali. Dunque il Beethoven di Maynard Solomon è, principalmente ed essenzialmente, una biografia, nonostante il sottotitolo suoni Ut vita, l'opera, il romanzo familiare. Ma l'opera è solo accuratamente (e completamente) rievocata al termine d'ognuna delle quattro grandi sezioni in cui la Vita è ripartita; senza entrare in particolari tecnico-anali' tici, ma collocandola abilmente nelle circostanze storiche di ogni periodo. 11 rapporto della vita (e dell'arte) di Beethoven con le agitate vicende dell'epoca è - uno degli assi fondamentali del libro. Viene fuori benissi mo auel rapporto conflittuale e ambivalente del grande con la mutevole situazione politi ca: sempre stiracchiato tra le nobili aspirazioni d'un repubblicanesimo plutarchiano (e quindi la simpatia generica per la Rivoluzione Francese per Napoleone primo console) e un sostanziale patriottismo tedesco (salito alle stelle nella breve baldoria restatirativa del . Congresso di Vienna). Sostanzialmente, un campione del mugugno, vezzeggiato e coccolato dall'autorità a cui non • risparmiava i più fieri rimbrotti. L'altro asse della vita di Beethoven è quello della con. dizione privata: il desiderio di farsi una famiglia, desiderio inesausto e inesaudibile (chi se lo immagina Beethoven crcjrgv con una donna per casa?) e i rapporti con le donne, aristocratiche allieve di pianoforte, jeunes filks en fkur che generalmente egli andava a vagheggiare presso la famiglia von Brunsvik: Teresa (per tanto tempo creduta la destinataria della celebre lettera all'Amata Immortale), sua sorella Josephine, giovane vedova del conte Deym, forse l'unica relazione sessuale che di Beethoven si conosca, come provano le tredici lettere d'amore pubblicate di recente da Joseph Schmidt-Gorg (alle quali il Solomon non presta sufficiente attenzione, citandone soltanto una tendenziosamente mutilata), e la graziosa cuginetta italiana Giulietta Guicciardi, destinataria, nientemeno, della Sonata detta Chiaro di luna. Sul celebre enigma della lettera all'Amata Immortale, il Solomon ha una sua teoria, che sviluppa in una trentina di pagine d'alta «strategia narrativa», come dice Pestelli, seguendone la pista «con la minuzia di un implacabile giudice istruttore», compulsando vecchi retìStK_d'4lbergój taripcIrtWdij |$izià,~0rarì di diligenze |>t&-j bticric;' ' per ' arrivare "alla ' còriclusione che l'Amata Immortale sarebbe Antonia Brentano, nata von Birkenstock, avvicinata nel luglio 1812 Karlsbad (ma già si conoscevano da tempo). Sì sì, tuttobenc, la soluzione del puzzle di cronaca rosa è impeccabile. C'è solo il particolare, che si evince dalle documentazioni riferite, che questa distinta signora viaggiava in compagnia della figlia, se non anche del marito. E Bee- tl«mcmbvvd aveva scritto soa Marie Bigot: thoven non lennemente «E uno dei mie principi fondamentali non avere mai nuli'altro che rapporti d'amicizia con la moglie di un altro»} D'accordo, non si sa mài bene che conto fare di queste nobili dichiarazioni morali di Beethoven. Spesso rivelano uno iato tra teoria e pratica, simile a quello che si avvertiva tra il suo plutatchismo repubblicano e la sua produzione di scadenti lavori celebrativi durante il carnevale della Restaurazione. Per esempio, se da giovane aveva orrore delle prostitute e metteva in guardia suo fratello «contro l'intera tribù delle donnacce», da vecchio sembra che fosse diventato meno schizzinoso. * * «Culpam transgenitalium», rispose in un bastardo latino a un visitatore che gli aveva chiesto: «Dove stavate andando oggi alle sette per la strada vicino al Bauermarkt?». E nei quaderni di conversazione prendeva attenta nota di rimedi contro le malattie veneree. L'altra grande tragedia della .yìtàJ.p,tj'vaty di Beethoven èj J'a^Qziane..',. del nipote '^JsujLj strappato alta madre per mèzzo di un'ingiusta azione giudiziaria. A questo proposito il Solomon si attiene a una corretta esposizione, evitando da una parte il vecchio cliché del ragazzaccio cattivo che con la sua ingratitudine spezza i cuore del nobile zio, e d'altra parte le assurde ipotesi psicoanalitiche di Edith e Richard Sterba, di un'attrazione omosessuale. Pur tra un'infinità di fronzoli, sofisticherie e complicazioni inutili (quali sì sprecano anche per l'altro chiarissimo episodio della delusione napoleonica e della dedica annullata dell'Eroica). Dopo averci tanto girato intorno, andando a pesca nell'inconscio, giunge alla formulazione esatta: «Tentativo di creare una famiglia immaginaria mediante l'appropriazione del nipote». Questo tema dei «surrogati di famiglia», delle «famiglie adottive» che fin dal'infanzia solitaria Beethoven cercò sempre intorno a sé, ficcandosi come un cuculo nei nidi altrui, è un leit-motiv perseguito con finezza lungo tutta la biografia. Che biografia? Pura ricerca di documenti autentici, o biografìa romanzata? Romanzata certamente no, ma nemmeno un lavoro puramente scientifico, com'è la biografia fondamentale e insostituibile del Thayer-Forbcs (su cui si fonda costantemente il Beethoven di Solomon), che un po' per la sua lunghezza, e un po' per la poca amenità di lettura, non ha mai attirato la curiosità di editori italiani o francesi. ' Dice l'autore che il suo li^^siS^n,M^m.juli;tniei^ta- zhm».; e, questo scatena il ^festival delle supposizioni, con un'abbondanza di «forse», di «probabilmente», di «si può pensare che», da cui il lettore viene messo un poco a disagio, con l'impressione di stare camminando sulle uova. Un indice dei nomi, e un'intitolazione parziale dei singoli capitoletti che costituiscono le quattro parti, raddoppierebbero pari pari l'utilità d'un libro il cui valore è fuori discussióne. Alassimo Mila Beethoven in una celebre incisione, e Giulietta Guicciardi ispiratrice della sonata «Chiaro di Luna

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