Garella: «L'Uefa non ci basta più» di Michele Gibelli

Garella: «L'Uefa non ci basta più» Il portiere, primo a giungere in ritiro, anticipa un Napoli con ambizioni da scudetto Garella: «L'Uefa non ci basta più» Gli azzurri da ieri nel Trentino - L'allenatore Bianchi conferma gli obiettivi ma avrebbe voluto maggiori rinforzi MADONNA DI CAMPIGLIO — Sessant'anni di storia. Nella bacheca del Napoli solo due trofei: Coppa Italia del 1962 e del 1976. Niente per una società che è leader nel Sud, che si è valsa dell'operato di managers, tecnici e calciatori tra i più preparati. Sessant'anni, nessuna vittoria di prestigio. Questo il curriculum del Napoli che da ieri sera è in ritiro a Campiglio. Mancano Maradona, che raggiungerà i compagni a Ladrone, nella seconda fase, e Celestini di recente operato al ginocchio destro. Il nuovo corso, l'ultimo varato da Ferlaino, quello targato Allodi-Marino-Bianchi, ha dato già buoni frutti nella passata stagione. Terzo posto, piazzamento da Uefa. Ora i tifosi attendono il... frutto proibito da sempre: lo scudetto. -Non possiamo più nascon¬ derci. Abbiamo tré traguardi: uno dovremo centrarlo. Non potremo più parlare di semplice zona Uefa», ha detto Garella. E' stato il primo ad arrivare nella sede del raduno. In un albergo vicino, Claudio ha lasciato moglie, figlie e baby sitter. Evitato quest'anno il volo charter che il 10 luglio 1985 ebbe disavventure nel cielo del Trentino, che portò un Napoli terrorizzato a Campiglio. «Ho letto — continua. Garella — che Bianchi è preoccupato perché la rosa è limitata. Per me resta un Napoli altamente competitivo anche così. Diego sarà la nostra arma vincente. Thys. l'allenatore del Belgio, disse che qualunque delle otto finaliste del Mundial avrebbe vinto il titolo avendo in squadra Maradona. Ho letto che Briegel ha dichiarato che Diego non ripeterete Imprese messicane' con ii Napoli. Evidentemente è ancora amareggiato per come ha perso la finale. I tedeschi si sono suicidati. Ora Briegel ha il dente avvelenato». — Garella, lo scudetto e la Nazionale? «La lotta per il titolo sarà tra Roma, Juve, Napoli, Inter e Milan. La Nazionale? Molti parlano. Evidentemente hanno paura di perdere posizioni acquisite. Io negli ultimi anni ho avuto srlo soddisfazioni». Dopo il portiere, è giunto Bianchi. Il tecnico ha ribadito le perplessità per l'esiguità della rosa. «Sono un frenetico, ho cambiato spesso squadra. Ho accettato il rinnovo del contratto con il Napoli perché vedo che si vogliono fare cose serie. Purtroppo la società ha incontrato numerose difficoltà nel rinforzare Ila squadra. De Napoli? Era nostro-già prìmar,dioperdere Pecci». Dieci cronisti e due fotografi hanno accolto il Napoli. Preso d'assalto da pochi curiosi l'albergo. «E' bene dirlo fuori dai denti: il Napoli lotterà per lo scudetto». Poche, chiare parole di Bagni giunto abbronzatissimo in compagnia della moglie Letizia. Ecco poi Giordano e Renica. Facevano gruppo con Pecci. Bruno si è detto pronto ad iniziare una stagione smagliante «al fianco di un Maradona da fantacalcio». Leggermente a disagio i nuovi acquisii De Napoli e Carnevale. Soprattutto quest'ultimo che a Udine litigò in campo con Bagni. Pian piano sono giunti tutti gli altri. Chi in auto, chi da Milano con il pullman messo a disposizione dalla società. Delusione a Campiglio per non aver potuto ammirare neanche quest'anno Maradona. La stgnoraXWilma Gatta, proprietaria dell'albergo che ospita il Napoli, gli aveva preparato la camera singola piii confortevole. Intanto qui in Trentino è scoppiata la guerra tra.'Campiglìo e Ladrone. Il professor Beltrami, responsabile della secondò, fase del ritiro del Napoli, ha denunciato: «Ospitare gli azzurri ci costerà 50 milioni. Campiglio avrà il Napoli per cinque giorni, noi. a Lodrone e Darzo, per 17. Poi dovremo dividere gli attivi: contributi dell'ente turistico. Comune, Cassa rurale, ricavato cielle prime due amichevoli del Napoli. Quelli di Campiglio ci hanno preso per il collo. Noi, pur di vedere Maradona, abbiamo accettato. Ed ora a stento abbiamo i soldi per comprare uno striscione per dare il benvenuto al Napoli». Michele Gibelli