La moneta americana tocca i minimi dell'83

La moneta americana tocca i minimi de!F83 Al fixing di ieri valeva 1459 lire La moneta americana tocca i minimi de!F83 L'Italia comincia a temere per le esportazioni ROMA — n dollaro continua a perdere colpi. Al fixing di ieri la moneta americana è stata quotata 1.459,69 lire, contro le 1.462,02 lire della precedente seduta. E' la valutazione più bassa dal 1983. L'attesa del dato sulla crescita del prodotto nazionale lordo statunitense ha continuato a deprimere il dollaro su tutti i mercati internazionali dominati da un clima di notevole nervosismo da un'attività ridotta all'osso. Una discesa cosi brusca del dollaro incomincia ora a preoccupare gli analisti italiani, soprattutto per le conseguenze che potrà subire il nostro export. Un dollaro troppo basso, infatti, finisce con l'annullare la competitività del «made in Italy. negli Stati Uniti e in tutti quei mercati dove la moneta di scambio è la valuta americana. E' il rovescio della medaglia del vantaggi ottenuti dalla nostra economia per il duplice calo del dollaro e del prezzo del petrolio. Appena qualche mese fa, il dollaro sceso a 1600 lire, dopo aver toccato anche le 2200 lire, era da tutti considerato un evento fortemente positivo per la nostra ripresa. La bilancia dei pagamenti ha tratto notevoli benefici dai forti sconti per le importazioni di materie prime e greggio. Ma la caduta è andata oltre le più rosee previsioni e non sembra volersi arrestare. Ora, il rapporto di cambio tra lira e dollaro sembra essere ad una soglia critica. L'andamento del mercato valutario è attentamente seguito al Tesoro, al . Commercio . con l'Estero, all'Ice e in Banca d'Italia. Nessuno drammatizza, anche se le ultime segnalazioni non sono incoraggianti per il nostro export. Gli ultimi dati Ice, relativi ai primi quattro mesi dell'anno, indicano infatti un aumento delle vendite delle merci italiane nei Paesi della Cee (più 21,7 per cento) ma una costante flessione delle esportazioni verso gli Stati Uniti (meno 4 per cento) e i Paesi dell'Opec. Molti settori (tessile, arredamento, semilavorati) accusano il ..mal di dollaro». Tesoro e Banca d'Italia collegano queste crescenti difficoltà alle incerte prospettive della economia mondiale. C'è il rischio di una brusca frenata dello sviluppo internazionale. • Oggi — spiega Goria — l'elemento di maggiore preoccupazione sembra essere dettato da un andamento del commercio mondiale più deludente del previsto. Al marcato rallentamento dell'economia americana e di quella dei Paesi esportatori di petrolio non si è sostituito al momento un maggior sostegno da parte di molte aeree, principalmente Europa e Giappone. Voglio pensare che si tratta solo di un ritardo nel processo di sostituzione e non di una contrazione della domanda mondiale.. In ogni caso, aggiunge Goria, di fronte ad una situazione cosi confusa, il •nostro Paese non può che puntare su un aumento della competitività, soprattutto attraverso un contenimento dei costi interni. Ciò significa: 1) una seria politica di bilancio per rimuovere la palla al piede del nostro sviluppo, rapresentala dall'alto livello della spesa pubblica; 2) una 'politica'dei redditi coerente all'qtHéttivo di recuperare competitività, specie in un periodo di rinnovi contrattuali nei settori pubblico e privato.. e> p_

Persone citate: Goria

Luoghi citati: Europa, Giappone, Italia, Roma, Stati Uniti