Craxi torna mansueto con la dc di Marcello Sorgi

Craxi torna mansueto €on la de Craxi torna mansueto €on la de ROMA — Aveva detto: •Per dieci giorni farò ballare la de-: Ma da ieri Craxi ha cambiato musica: ai democristiani, I primi ad essere stati convocati per le consultazioni del presidente incaricato, suonerà una melodia pacata, conciliante, senza toni duri. Cercando un accordo, dopo due mesi di guerra con la de e quasi uno di crisi, offrirà un patto fino alla fine della legislatura e un'alternanza a Palazzo Chigi fissata, con il congresso socialista, alla prossima primavera. Con questa proposta Craxi si prepara stamane a incontrare De Mita e la delegazione de. La giornata di ieri l'ha dedicata ad ascoltare (soprattutto le reazioni democristiane al suo incarico!, a mettere a puntoli diario delle consultazioni e a spiegare agli uomini del vertice socialista i suoi piani e là necessità di una svolta «soffice - nella gestione della crisi. A Martelli. Formica.* Fabbri, sfilati uno dopo l'altro a Palazzo Chigi, Craxi hà detto in sostanza che è venuto il momento della tregua: -lo sono stato sem- pre convinto che la governabilità in Italia si regge sul rapporto fra de e psi. Una rottura fra questi due partiti sarebbe un errore, e non a caso ormai non la chiede neppure il pei. Avevamo subito un atto unilaterale, inaccettabile: ma ora die c'è stato l'azzeramento si può riaprire il discorso-. Primo, dunque, ripartire con l'obiettivo di arrivare a un'intesa. E qui, lasciando un po' stupiti i suoi interlocutori, Craxi ha tirato fuori l'ultima proposta fatta da Andreotti, l'ormai famoso «patto della staffetta». Ipotesi inaccettabile, per Craxi. finché era in corso un tentativo democristiano di formare un governo, che le pressioni interne democristiane avrebbero potuto spingere verso «un oqverno a ogni costo-, anche senza il psi. Ora invece può rappresentare una buona base di partenza: al punto che ieri mattina il presidente incaricato ha cominciato 11 suo lavoro telefonando ad Andreotti e ringraziandolo «per l'opera di chiarimento politico e programmatico e l'utile contributo alla soluzione della crisi-. Come farà Craxi stamane, dopo il lungo duello elettorale in Sicilia, seguito da un periodo di incomunicabilità, a riaprire il discorso con De Mita? Semplicemente, spiegano i suoi più stretti collaboratori, -saltando a pie pari l'aspetto delle incompatibilità caratteriali, riportando il confronto sul realismo, sulle prospettive. E alla fine, davanti a una volontà d'impegnarsi, non sarà facile per De Mita dirgli di no-, Claudio Martelli aggiunge: •La nostra disponibilità è concreta e va nel senso delle richieste de. Fanfani, An-. dreotli, Forlani. Piccoli e anche Misasi hanno reagito con attenzione. Spero che De Mita non si isoli. C'è la possibilità di fare un accordo di. venti mesi, che consenta la conclusione naturale della legislatura. Il principio dell'alternanza noi non l'abbiamo mai negato. La scadenza è quella del congresso, a primavera, con il quale Craxi tornerà al partito. In politica, questa è materia su cui trovare un'intesa. Se invece si vuol scendere sul terreno leguleio dei contratti scritti, dei bolli e controbolli e dei termini notarili, la strada torna in salita-. Seguendo questa linea Craxi stamattina spiegherà alla de che considera il pentapartito l'unica maggioranza possibile, oltre la quale c'è la rottura fra de e psi «e le elezioni anticipate-. Avrà riconoscimenti diretti per Fanfani e Andreottl. Poi, nel pomeriggio, ripeterà ai comunisti che si muove sull'ipotesi di una maggioranza a cinque. E se De Mita dovesse obiettare, come altre volte, che il psi è strategicamente» per l'alter^ nativa? • Non credo die la questione nascerà — risponde Martelli —. Del resto, quando fu Zaccagnini a opporcela già nel 79 (all'epoca del primo tentativo di Craxi, ndr), Fanfani la risolse brillantemente, dicendo che in un accordo politico contingente non c'entrano le finalità ultime del partiti-. E Formica, che pensa che la de non abbia il diritto di intervenire sulle scelte politiche del psi: -De Mita può chiederci qualcosa cheègiànetia] nostra testa, cernie ìfPàai^dèl congfeSso.' Wa~jirèlehiière dt stabilirne a priori le conclusioni e un po' troppo-. Infine, su consiglio di Forlani. Craxi non insisterà per fare necessariamente un nuovo governo, ed accoglien¬ t do la lettera della proposta Andreotti dirà che accetterebbe anche il rinvio. Forlani infatti, a quanto ci risulta, su questo punto è stato chiaro: Non strafare. Ricordati — ha detto a Craxi — che la mediazione è appesa a un filo, e può riuscire solo se ci sforziamo tutti di realizzarla-. Secondo il vicepresidente del Consiglio (e a Palazzo Chigi concordano), l'ipotesi del rinvio è più praticabile di quella di un nuovo governo. A cambiare qualche ministro si potrà provvedere con un rimpasto. Ma che succederebbe, invece, se alla fine, malgrado il cauto ottimismo della vigilia, l'accordo non si trovasse? Nel cassetti del presidente incaricato c'è pronta anche una strategia d'emergenza, puntata, come altre volte, su una «campagna di chiarificazione» e chiamata da qualcuno, per comodità, il «piano Slgonella». Come già accadde per la crisi dell' ..Achille Lauro». Craxi cercherebbe di presentarsi in Parlamento, per averè dalla de un «no» alla luce rìtfèlsole e chiedere alle Camere utfigVudizlo'diretto. Facile immaginare cosa verrebbe dopo: -Si andrebbe a rotta di collo, a precipizio e, certo non per colpa nostra, alle elezioni anticipate-, conclude Martelli. Marcello Sorgi Roma. Il presidente del Consigliò incaricato. Bettino Craxi

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