Bianchini deve ringiovanire la squadra

Bianchini deve ringiovanire la squadra A -58919' By^^^M Mundial precisa indicazione per gli azzurri, sesti senza lode Bianchini deve ringiovanire la squadra DAL NOSTRO INVIATO MADRID — A voler calcare la mano ai potrebbe addirittura parlare di chiusura del mondiale in toni da Cavalleria rusticana, dopo l'incontro, a musò duro, tra il presidente Vinci, siciliano di Messina, e Mike Fratello, oriundo di Palermo, uomo di «poco onore» che viene a depredare la sua antica terra di quei pochissimi talenti di cui dispone. Ma si rischia di scadere nella farsa: Magnifico e Blnelll faranno la loro esperienza americana, torneranno con la consapevolezza di dover lavorare ancora molto prima di poter aspirare alla NBA e sarà una vacanza salutare per entrambi. ' Argomento chiuso, per non nascondere dietro il comodo paravento NBA le magagne della nazionale. Slamo sesti al mondo, come si prevedeva alla vigilia. Ma era logico attendersi una resistenza maggiore, soprattutto contro la Spagna, quando ormai non avevamo nemmeno più l'alibi dei successivi impegni. Non' gettiamo la croce addosso a Bianchini: ha scelto una nazionale vecchia, fórse per timore di rischiare troppo, l'ha etichettata come 'figlia del campionato*: in realtà ne era al massimo una nipote, visto che si basava su riscontri di qualche stagione fa. Ma un citi, all'esordio, può sbagliare, se non è sorretto da grande fortuna còme accadde in passato. L'importante è non ricadere negli stessi errori, e Bianchini sembra essersene reso conto: dopo aver difeso", a spada tratta i suoi «vecchietti», ha abbandonato'GUardl hi panchina e ha ammesso-che Sacchetti non è mai uscito da una condizione imperfetta che dura da mesi. L'importante è non continuare a rimpiangere per anni Meneghin, ma guardare avanti: note liete'ce ne sono, da Riva a Magnificò, e anche Premier e lo stésso Dell'Agnello quando nari goduto di fiducia. Brunamonti, finché si è sentito sicuro per le precarie condizioni di Marzorati, è stato ammirevole. Villalta può essere ancora la balla della nazionale, . Marzorati stesso può venire ùtile solo a patto di avere tre playmaker per'ripartire i carichi di fatica. Polesello, ammirevole per professionalità, non può essere 11 centrò di mìa nazionale ambiziosa: occorre puntare su Costa, su Binelli, magari su Ricci. Altri giovani non mancano, ma bisogna avere il coraggio di mandarli in mischia, come ha fatto la Jugoslavia. E bisognerà anche rivedere certe nostre idiosincrasie al tiro da 3 punti, arma micidiale nelle' mani delle squadre più forti, Siamo sesti al mondo, e certi rimpianti, certe ipotesi di quarto posto condite di «se» lasciano il tempo che trovano, tanto più che abbiamo perso seccamente anche dalla Spagna, terza a Barcellona'come noi a Oviedo. Slamo sesti perché abbiamo perso tutte le partite che contavano: davanti a noi le squadre che hanno saputo tirar fuori le unghie nei giorni giusti, anche se si sono concesse pause in altre giornate, come gli Usa (battuti solo dall'Argentina, 12*) o il Brasile (sconfitto dalla Francia, neppure entrata tra le dodici). Rubini disse onestamente, all'inizio del mondiale: «JVon siamo da medaglia»: qualcuno se l'ebbe a male, affermò che si sarebbe parlato a bocce ferme. Ma ora tutti tacciono, e molti faranno bene a rivedere anche quell'atteggiamento di superiorità nei confronti di altre nazioni, vantandoci di avere il basket più bello del mondo dopo l'NBA: forse siamo rimasti indietro di qualche anno. Come e più di noi escono delusi da questo mondiale gli spagnoli (hanno pagato la tensione per le generali aspettative di una medaglia) e i sovietici, disastrosi nelle ultime due partite. Sabonis continua a essere il grande incompiuto: non possono bastare neppure a lui pochi minuti di gran gioco per ribaltare una partita. L'Urss ha talenti eccezionali, ma finché non saprà farli giocare (colpa del tecnico ma anche di un Valters sulla china sbagliata) non sarà mal la superpotenza che deve essere. Delusa per aver gettato la vittoria in semifinale, ma col bronzo in mano, la Jugoslavia ha lanciato giovani che le garantiscono altri dieci anni come terza forza mondiale, come minimo. Trionfo per Lute Olson, il dnquantunenne allenatore di Arizona • riuscito -anche dove, suo malgrado, non riuscì il santone Bobby Knight: battere i russi e chiudere cosi l'eterna questione della superiorità tra gli studenti stelle-e-strisce e 1 para-professionisti d'oltrecortina. Pur dovendo fare i conti con la perdita del biondo Kerr, con il poco tempo a disposizione e una selezione Incompleta. Olson ha dato alla squadra quel minimo di gioco indispensabile per vincere. Il gran talento Individuale dei suoi ha fatto il resto. Ora aspettiamo Robinson, Charly Smith, Kenny Smith. McKey e Seikaly tra I prò: per 11 prossimo appuntamento l'America sfornerà al¬ tri mostri. Il mondiale chiude e dà appuntamento a Buenos Aires 1990, ma fortunatamente con solo 16 squadre. Le 24 di Spagna erano un eccesso pagato con un torneo troppo lungo che ha finito per provocare risultati illogici e ridicoli. Guido Ercole