Maltempo da mille miliardi

Maltempo da mille miliardi Prime stime dei danni causati alle colture dalle perturbazioni estive Maltempo da mille miliardi Gravi perdite per Barolo e Moscato - Semidistrutte frutta e uva nel Ravennate - Ortaggi devastati in Puglia - Nubifragi in Veneto e Trentino ROMA — L'annata agricola 1986 sembra destinata ad entrare negli annali dell'agricoltura italiana come una delle peggiori della storia. Alle nevicate eccezionali che nello scorso inverno hanno provocato danni ingenti a molte strutture aziendali e ad alcune colture, è seguito in marzo lo scandalo del vino al metanolo che ha messo in ginocchio l'intera economia vitivinicola nazionale. Subito dopo è arrivata da Cernobil la nube tossica i cui disastrosi effetti sono ancora in corso di quantificazione ma che ha provocato comunque danni certamente superiori ai 500 miliardi di lire. Infine il maltempo delle ultime settimane che ha colpito quasi tutte le regioni provocando danni alle colture agrarie ed alle strutture, le cui prime stime sembrano raggiungere la cifra-record di 1000 miliardi di lire. Nella sola Emilia Romagna, colpita nella tarda serata del 29 giugno da un violentissimo uragano, i danni accertati ammonterebbero a 480 miliardi. In una vastissima area che da Modena giunge fino a Rimini e con epicentro in provincia di Ravenna, pioggia grandine e vento hanno letteralmente distrutto le colture agrarie, specie quelle viticole e frutticole, e gravemente danneggiato i fabbricati rurali. L'uva e la frutta del Ravennate è andata perduta in misura variabile fra il 50 e l'80 per cento, ma in alcune zone di Lugo. Faenza e Bagnaci vallo si registra la totale distruzione degli impianti. I forti investimenti fatti nella scorsa primavera per ripristinare frutteti e vigneti danneggiati dalle forti gelate dell'inverno 1985 sono stati cosi annullati nel volgere di pochi minuti. Situazione analoga si è verificata nelle province di Bologna. Ferrara e Forlì, dove oltre alle colture ortofrutticole e viticole sono state anche gravemente danneggiate quelle cerealicole (grano e mais) e le bietole per le quali si prevede un calo di produzione del 30 per cento. Se l'Emilia Romagna risulta dunque in prima linea per 1 danni del maltempo, gli stessi eventi atmosfe¬ rici hanno gravemente colpito altre regioni quali l'Alto Adige, le Marche, il Veneto, il Piemonte e le Puglie. Un violento nubifragio si è abbattuto sui vigneti pregiati delle zone di Caldaro e Termeno. in Alte Adige, provocando danni per decine di miliardi. La stessa cantina sociale di Termeno è stata invasa dalle acque e dal fango, mentre la .strada del vino» dell'Alto Adige ha dovuto essere chiusa al traffico per le lesioni riscontrate nel piloni di un ponte. In Veneto la furia del vento, che soffiava ad oltre 100 chilometri l'ora, accompagnata da piogge e grandine, ha sradicato alberi da frutta e vigneti. Gravemente danneggiati in Piemonte. nell'Albese e nell'Astigiano, le vigne della zona del Barolo e del Moscato. L'aspetto di queste colline è ancora oggi desolante e se alcuni viticoltori hanno deciso di intervenire con energiche potature al fine di ottenere una discreta vendemmia nell'87. altri ancora più drasticamente hanno deciso, almeno per quanto riguarda 1 vigneti più vecchi. di estirpare tutte le piante di vite. Nell'Astigiano particolarmente colpita la zona di origine del Moscato dove a Calosso, Candii e Moasca l'entità dei danni, in corso di accertamento, risulta comunque secondo le prime valutazioni superiore al 50 per cento. Ancora In provincia di Asti, l'Ispettorato agrario segnala danni nelle zone limitrofe del Casalese (Casorzo, Grana, Grazzano e Montemagno) e in quella intorno a Castelnuovo Don Bosco. Perdite gravissime per il maltempo sono segnalate negli ultimi giorni anche in Puglia, dove sono andati completamente distrutti colture di ortaggi, vigneti ed uliveti. Mille ettari di terreno risultano danneggiati nel solo comune di Andria, mentre vaste superficl sono state colpite nel comuni di Cerignola e di Trani. Di fronte a una catastrofe di tale entità non potevano mancare le iniziative di carattere politico e qualche parlamentare ha già presentato nell'aula di Montecitorio Interrogazioni al ministro dell'Agri' coltura per conoscere quali saranno gli interventi del governo a favore delle aziende danneggiate. Per il momento c'è da sperare In un rapido riconoscimento dello stato di calamita naturale ai sensi della legge 590 del 1981 e di una ancora più rapida erogazione dei fondi previsti. Va ricordato in proposito che a causa del troppo complesso iter burocratico, delle pratiche, in molte regioni non si è ancora provveduto agli indennizzi per le calamita verificatesi nel 1985 e In alcuni casi nel 1984. Questo anche perché la complessa legislazione esistente in talune regioni ha creato ulteriori ritardi per l'erogazione dei finanziamenti. Se la difesa attiva contro le avversità atmosferiche ha segnato il passo, i produttori sperano comunque nell'intervento dell'ente pubblico a sostegno delle zone colpite, nello spirito di quella solidarietà nazionale a cui si ispira la legislazióne a livello nazionale e regionale per la difesa dalle calamità atmosferiche. Giuseppe Fassino

Persone citate: Giuseppe Fassino