«A Stefania diremo la verità» di Paolo Lingua

«A Stefania diremo la verità» Genova, dopo la sentenza parla la madre deUa bimba P2 «A Stefania diremo la verità» Ha sei anni e non sa quale storia c'è dietro il suo affidamento a una famiglia genovese ir£al nostho.cobr^n^i-^.,, GENOVA — La bimba uruguaiana contesa tra la madre naturale, una famiglia veneta che l'aveva «acquistata* in un primo momento e i genitori adottivi definitivi cui la Corte Costituzionale l'ha definitivamente affidata nei giorni scorsi, per fortuna non ha mai saputo nulla della propria vicenda. Con il suo primo nome, Stefania, viene indicata ufficialmente negli atti pubblici e anche sui giornali, ma la coppia italiana che ne ha cura da quando aveva undici mesi (oggi ha sei anni e il prossimo ottobre andrà a scuola) le ha cambiato il nome dì battesimo, cosi sarà meno facile importunarla. Ora, si attende solo una conferma da parte del tribunale di Venezia: entro la fine dell'anno, Stefania sarà figlia a tutti gli effetti dell'lng. Giacomo Tanzi, di 37 anni, genovese, progettista presso l'Itallmpianti, e di sua moglie Vera Ardito, napoletana. La famiglia abita in un quartiere della zona occiden' tale della città, in un palazzo di recente costruzione in collina dal quale si domina il porto. Stefania ha la pelle color del latte che contrasta con i capelli e gli occhi, nerissiini. con sfumature, quasi blu. E' quieta, gentile, affettuosa, tutta indaffarata nei preparativi delle vacanze, che erano già iniziate, ma poi c'è stato il rientro per via della sentenza, dopo anni e anni di carte bollate e di battaglie giudiziarie. •No, — ribadisce la signora Vera Ardito — la bimba non sa nulla. Certo, ascolta le telefonate, ha visto il nostro avvocato per casa. Ma chissà, forse intuisce che è qualcosa che la riguarda e rifiuta, inconsciamente, di parlarne. Rimuove un qualcosa che forse ritiene negativo. Psicologi ed esperti del tribunale dei minorenni ci hanno consigliato di leggerle piti volte una fiaba un po' complicata, quella d'una bimba che aveva due mamme. Lei ha accettato, sembra, quest'idea. Sa di essere nata in America, ma gli spostamenti, per via del lavoro di mio marito, non la stupiscono. Quando sarà più grande, saprà la verità, per gradi, senza traumi. Con noi comunque è felice e circondata d'affetto*. La vicenda di Stefania, accanto agli aspetti umani e patetici che sempre circondano i casi dei bambini contesi, ba^vuto assurdi. «sqonfjtaamenti» politici sino a entrare nella controvefsla"suf dossier di Li ciò Gelli: per questo, forse frettolosamente e impietosamente, è stata anche chiamata, in passato, «bimba P2>. La signora Vera Ardito ne parla, sia pure nella felicità della vittoria giudiziaria che pone la parola fine a un lungo Incubo, con ironia e amarezza: «/o e mio marito siamo due persone limpide: avevamo deciso di adottare un bimbo straniero, possibilmente sudamericano, anche quando eravamo fidanzati. Ci siamo sposati nel 1976 e nel 1980 abbiamo iniziato la pratica. Poi è successo quello che è successo: la questione della P2 ci ha sbalorditi. Ma sapevamo d'essere dalla parte del giusto, di aver agito alla luce del sole. Così abbiamo avuto pazienza, non ci siamo mai lasciati sopraffare dallo scoramento o dalla rabbia. Non volevamo turbare la bambina, ma volevamo restare sereni, forti del nostro diritto*. Stefania è nata nell'ottobre del 1980 in Uruguay. La madre, di cui è noto il nome, Ana Dìazul Noguera, nubile, l'abbandonò subito dopo la nascita. A Montevideo la piccina venne affidata a una cQPPta.italiana, LjMUuglJJa-, van di Jesolo^che si trovavano m mg^oWsutfAltieri esproprio a quello scopo. Ma 1 Pavan, per una serie di motivi (tra cui, sopratutto, quello dell'età), non vennero ritenuti idonei all'affidamento da parte della legge italiana. Il tribunale di Venezia affidò cosi Stefania ai Tanzi, quando appunto non aveva neppure un anno. I Pavan cercarono di riprendere la bimba, ma nel frattempo la madre naturale chiese la restituzione della figlia. Ne segui una complessa vertenza giudiziaria, con intrecci complessi tra il diritto italiano, quello uruguaiano e le norme internazionali. Sulla questione burocratica cala anche un colpo di scena da «giallo politico». Il regime militare uruguaiano (caduto poi due anni fa e sostituito da un governo civile) che sarebbe in possesso d'uno scottante dossier sulla P2 di Gelli offre all'Italia i documenti In cambio della bimba. La proposta è ignobile e viene lasciata cadere dalle autorità italiane. Poi la caduta del militari allenta la tensione sul caso. Infine la parola definitiva della Corto Costituzionale Paolo Lingua

Persone citate: Gelli, Giacomo Tanzi, Noguera, Pavan, Tanzi, Vera Ardito

Luoghi citati: America, Genova, Italia, Montevideo, Uruguay, Venezia