Bologna offesa con Roma per lo sgarbo all'Ateneo di Clemente Granata

Bologna o/tesa eoa Roma per lo sgarbo all'Ateneo Dopo il no del governo ai 4 miliardi per il nono centenario Bologna o/tesa eoa Roma per lo sgarbo all'Ateneo «Vogliamo valorizzare la cultura» - «Rilievi su dettagli per punire gli enti locali» DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA — SI diffonde la notizia che il governo ha bocciato la legge regionale che prevedeva lo stanziamento di quattro miliardi per 1 festeggiamenti del nono centenario dell'università e cresce la tensione di questo nevrotico luglio politico bolognese, già caratterizzato dallo scontro politico tra psi e pei che mette in pericolo la storica stabilità del Comune. Quello del governo non è un giudizio senza appello nei confronti del provvedimento regionale, che deve essere corretto e risistemato, non rifatto dalle fondamenta, ma un senso di incredulità, di disagio serpeggia tra tutti i partiti (la legge aveva ottenuto un consenso plebiscitario, unico astenuto U consigliere dei verdi) e tra i comunisti, alla guida della Regione con una giunta monocolore, esso si trasforma in atteggiamento di irritazione e condanna aperte. Dice il consigliere regionale socialista Gabriele Gherardi, una delle persone che hanno provveduto alla stesura del testo: *Forse si è trattato soltanto dell'alzata d'ingegno di qualche burocrate ministeriale, non è comunque un fatto esaltante: Roma ci fa sospirare la legge dello Stato per il centenario dell'ateneo e nello stesso tempo taglia le gambe a chi cerca di agire*. E il de Fabio Garagnani: 'Rispetto la decisione del governo, ma 'dico che non è stato compreso il motivo della nostra condot¬ ta: favorire la conoscenza, valorizzare le potenzialità del nostro ateneo*. Dura la comunista professoressa Laura Renzoni: «Ci si appella a fatti marginali per assumere atteggiamenti punitivi nei confronti degli enti locali. Sono iniziative pretestuose e condannabili*. •Ma la situazione non è traumatica, si può rimediare*, assicurano all'università i portavoce del giovane rettore Fabio Roverst Monaco. Ma vediamo in che cosa consiste la legge e che cosa le si addebita. Il provvedimento è stato adottato dal Consiglio regionale il 9 giugno scórso dopo ampi studi, accompagnati anche da polemiche, consultazioni, lavori e analisi di esperti messi a disposizione da tutti 1 partiti. Nel 1988 ricorre il nono centenario dello «studlum» bolognese, un tempo celeberrimo ovunque. Gli amministratori regionali, d'intésa con il Comune e il rettore, hanno voluto prendere una serie di iniziative e predisporre interventi che non solo riproponessero al centro dell'attenzione l'Importanza dell'ateneo, la validità della sua didattica e della sua ricerca, ma che servissero anche al miglioramento effettivo del servizi resi dall'università. Da un lato, dunque, dibattiti e conferenze da svolgersi nell'arco di un biennio; dall'altro Interventi nel campo dell'edilizia universitaria per l'ampliamento delle strutture e la costruzione di una fore¬ steria atta ad ospitare studenti e ricercatori stranieri e per il restauro di musei, biblioteche e archivi statali situati sulla storica via Zamboni da troppo tempo dimenticati e abbandonati. Per tutte queste spese sono stati previsti quattro miliardi, del quali uno da riservare alle conferenze e al convegni e da devolvere, attraverso i comitati organizzatori, ai dipartimenti interessati e al consorzio universitario dopo un'apposita convenzione con l'ateneo. Possono sembrare dettagli burocratici, ma è soprattutto su questi aspetti che hanno storto la bocca il commissario di governo e l'Ufficio regioni della presidenza del Consiglio. Organi dai quali, prima in forma di parere, poi accompagnati da un perentorio ordine di modifica, sono giunti i seguenti due rilievi critici: 1) la legge regionale s'interessa anche degli archivi statali, ma non può farlo perché si tratta di una materia riservata esclusivamente al Parlamento; 2) non c'è chiarezza In materia di spesa, nel senso che i flussi della stessa non compaiono nel bilancio dell'università. Quest'ultimo, nel pensiero dell'organo governativo che ha rinviato la legge alla Regione perché la modifichi, non è un mero rilievo procedurale, ma una questione di sostanza perché chiama in causa indirettamente il problema del controlli. Conseguenza: la legge deve essere rivista, non bisogna far menzione degli archivi, occorre invece far menzione delle spese nel bilancio. Rispondono Gherardi e Renzoni, due del consiglieri che hanno redatto il testo approvato poi con la sola astensione dei verdi che lamentavano l'assenza di un deciso lmpt gno a favore del diritto allo studio: 1) per quanto riguarda gli archivi non intendevamo entrare nel merito di provvedimenti che spettano al Parlamento e alle università, ma solo mettere a disposizione somme; 2) per quanto riguarda gli stanziamenti a favore del convegni, da un lato si sono volute rendere più snelle le pratiche (pas sando attraverso la contabilità universitaria 1 tempi s'allungano), dall'altro Aon ci si è sottratti al controllo perché gli stanziamenti sono stati predisposti sulla base di convenzioni con l'università e in stretta intesa con il rettore. Che succederà ora? Laura Renzoni dice: «lo sarei tentata di riproporre la legge tale e quale, di resistere al governo e di aprire un conflitto di competenza, ma chissà quanto tempo si perderebbe*. Gherardi e Garagnani appaiono più orientati a seguire le disposizioni governative anche se affermano di farlo con molta amarezza, convinti come sono oltretutto che il varo dei festeggiamenti per il nono centenario subirà un ritardo che proprio non ci voleva; Clemente Granata

Persone citate: Fabio Garagnani, Gabriele Gherardi, Garagnani, Gherardi, Laura Renzoni, Renzoni

Luoghi citati: Bologna, Roma