«Mal di Sud Africa» per il Commonwealth di Paolo Patrono

«Mal di Sud Africa» per il Commonwealth OSSERVATORIO «Mal di Sud Africa» per il Commonwealth (Nuove defezioni ai Giochi: cresce l'isolamento della Thatcher) Si infoltisce la lista dei Paesi che boicotteranno i Giochi del Commonwealth della settimana prossima a Edimburgo per manifestare clamorosamente la loro protesta contro la politica britannica verso il Sud Africa, accusata di colpevole morbidezza. Dopo l'annuncio che anche Zambia e Zimbabwe diserteranno la manifestazione sportiva, a Londra il governo mette agli atti il ritiro di 18 Paesi, che probabilmente saranno seguiti da altri. India compresa. La breccia apertasi così nelle file del Commonwealth, malgrado le pressioni esercitate dal governo Thatcher per arrestare l'emorragia, è tale da creare quindi il più serio imbarazzo. Anche perché si profila il rischio di una crisi istituzionale fra la Corona e il governo di Sua Maestà, tra la regina Elisabetta (che condividendo le rivendicazioni della maggioranza del Commonwealth «consiglia» una politica più severa verso Pretoria) e il suo primo ministro, finora insensibile a tutte queste pressioni perché giudica inefficaci le sanzioni. Mentre il ministro degli Esteri Howe è in America, per consultare Shultz in preparazione della decisiva missione in Sud Africa, Maggie Thatcher ha affrontato ancora una volta, giovedì pomeriggio, i Comuni per spiegare la sua posizione. «Come tutti voi. anch'io voglio vedere la fine dell'apartheid» ha esclamato il premier «ma credo fermamente che il modo migliore per arrivarci sia attraverso i negoziati». E non, quindi, per la stret¬ toia delle sanzioni. Sagacemente, la signora Thatcher ha inserito la politica del suo governo nel quadro della posizione europea espressa all'Aia «che prevede misure contingenti ma non automatiche» contro il Sud Africa, collegandola infine a quella degli Stati uniti. Ma basterà questa sua autodifesa appassionata, accompagnata per altro dalla preparazione in sordina di «misure specifiche» contro Pretoria se Howe fallisse, per scongiurare una rotta di collisione fra governo e corona? Il pericolo sussiste e il colloquio, che si dice «teso», tra la regina Elisabetta e la signora Thathcher a Buckingham Palace ha messo a nudo lo scontro fra i due centri del potere. E' opportuno infatti ricordare che Elisabetta, monarca costituzionale, «regna ma non governa»: secondo la non scritta Costituzione britannica «consiglia, ammonisce e avverte» il suo governo, ma solo in privato. Nello slesso tempo, però, la sovrana dal 1949 è anche «Capo del Commonwealth», monarca costituzionale di altri 17 Paesi dell'organizzazione consolidatasi alla fine dell'Impero e leader, benché solo teoricamente, delle altre 26 Repubbliche e S monarchie indigene che completano questo mosaico interrazziale raggruppante un quarto della popolazione mondiale Questa duplice funzione é dunque la matrice della presente crisi. Perché Elisabetta non intende minimamente relegare in secondo piano i legami tradizionali della co¬ rona con il Commonwealth. Anzi, vuole difendere fermamente la coesione del Commonwealth che essenzialmente a lei deve la sua sopravvivenza. Non è un segreto a Londra che fra le due primedonne che puntellano la Gran Bretagna non corre una simpatia spontanea. Il primo dissenso fra loro scoppiò già nel '79, poco dopo l'arrivo della signora Thatcher a Downing Street, quando il neo primo ministro premette sulla sovrana affinché non partecipasse al vertice del. Commonwealth a Lusaka, turbato dal problema Rhodesia. Elisabetta passò oltre il «consiglio» del suo governo, andò a Lusaka e vi ottenne un clamoroso successo personale, facilitando con i suoi contatti la preparazione della successiva conferenza della Lancaster House che sfociò nell'indipendenza dello Zimbabwe. Questo «precedente» servirà questa volta per il Sudafrica? Non lo si può escludere, anche se Enoch Powell reclama dalle pagine del Times «la fine di questa finzione costituzionale» rappresentata dai legami della regina con il Commonwealth. E' curioso che sia proprio il Sudafrica, ritiratosi nel '61 a causa della sua politica segregazionista, a minacciare oggi la sopravvivenza del Commonwealth Ma a Corte si assicura che quando,.il 3 agosto, la regina inviterà a Palazzo la signora Thatcher e i leader di sei Paesi chiave del Commonwealth, una soluzione potrà ancora essere escogitata. Paolo Patrono