Un negro (ultra-moderato) ambasciatore Usa a Pretoria

Un negro (ultra-moderato) ambasciatore Usa a Pretoria L'imminente nomina non riavvicina Reagan al Congresso Un negro (ultra-moderato) ambasciatore Usa a Pretoria Anche molti repubblicani giudicano blanda la nuova strategia - Gaffe sulle sanzioni del capo di Gabinetto Regan: le donne americane non rinuncerebbero volentieri ai diamanti sudafricani DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Con una polemica Intervista del capo di Gabinetto della Casa Bianca, Donald Regan, che esclude gravi sanzioni economiche, e con la partenza per Johannesburg di una delegazione internazionale di sindacalisti capeggiata da Lane Klrkland, 11 braccio di ferro tra l'Amministrazione e il Congresso sul Sud Africa è Ieri entrato nella sua fase cruciale. Alla radice vi è la consapevolezza che la revisione della politica sudafricana degli Stati Uniti annunciata dal presidente Reagan per la settimana prossima sarà modesta e che di fatto avrà come scopo principale di prevenire l'Isolamento del regime di Pretoria. I punti fondamentali della revisione dovrebbero essere tre: la nomina di un ambasciatore negro, l'uomo d'affari Robert Brown (51 anni), in successione a quello uscente Nickel; una serie di iniziative diplomatiche e politiche, compresi 1 contatti con il movimento negro messo al bando dall'apartheid, il Congresso nazionale africano, per costringere il regime a una soluzione negoziale della crisi; e qualche ritorsione commerciale contro lo stato di emergenza. Olà lunedi o martedì, in concomitanza con l'intervento del segretario di Stato Shultz al Congresso. Reagan dovrebbe rivolgere un appello televisivo alla nazione perché induca 1 parlamentari a rinviare 11 progetto-legge attualmente all'esame del Senato per rigide misure contro 11 Sud Africa, n presidente giustificherebbe il mantenimento della sua strategia di «Impegno costruttivo» con la necessità di evitare spargimenti di sangue, di impedire il crollo dell'economia, che a suo parere danneggerebbe soprattutto la maggioranza negra, e di favorire una transizione pacifica a un governo democratico. Reagan considera la nomina di Brown, un ex collaboratore di Nixon con considerevole peso politico nel profondo Sud, il proprio asso nella manica. L'uomo d'affari negro è infatti un conservatore che ha dichiarato pubblicamente di avere come obiettivo .la legalità e l'ordine in un eventuale passaggio di poteri in Sud Africa'. Brown ha visitato spesso Johannesburg e Pretoria ed è noto ai leader dell'Ano come un fautore della moderazione. Proprio per questo, i democratici al Congresso, specialmente 11 sena¬ tore Kennedy, hanno espresso profondi dubbi sulla nomina: «/ri questo momento — ha detto Kennedy — c'é bisogno di uomini di sfondamento, non di compromesso'. n presidente rischia di trovarsi isolato anche all'interno del proprio partito. Al Senato. 11 capo della commissione Esteri, il repubblicano Lugar, pur evitando critiche a Brown, la cui nomina appare quasi certa, ha appoggiato le richieste di sanzioni economiche avanzate da Kennedy. In California, il governatore Deukmejian. rovesciando di colpo la propria posizione, ha dichiarato che tutte le società del suo Stato dovrebbero disinvestire in Sud Africa, ritirare cioè i capitali e troncare 1 commerci Oli attivisti repubblicani nelle università, Infine, hanno ammonito la Casa Bianca che alla ripresa dell'anno accademico si svolgeranno massicce dimostrazioni di protesta contro Reagan, che potrebbero portare a incidenti in alcune metropoli. La stessa Inghilterra, che finora è stata l'alleata più preziosa degli Stati Uniti nella strategia dell'impegno costruttivo, ha incominciato a prendere le distanze con l'ammissione della signora Thatcher che sanzioni economiche contro il regime di Pretoria sarebbero giustificate. Il ministro degli Esteri inglese Howe, arrivato l'altro ieri a Washington dopo il suo incontro di Londra con il sovietico Shevardnadzc, ha dedicato la maggior marte del colloqui con Shultz al problema sudafricano. Howe avrebbe fatto presente al segretario di Stato che sarebbe bene se l'America si avvicinasse all'Europa e prendesse più nettamente posizione nei confronti dell'apartheid. Non si sa quale risposta gli abbia dato Shultz. Il capo di Gabinetto della Casa Bianca, Regan, ha aggravato le cose con una gaffe che ha destato le proteste del Congresso. In un'intervista al quotidiano Baltimore Sun, Regan ha commentato che «te donne americane non rinuncerebbero volentieri ai loro diamanti e ai loro oggetti preziosi- se gli Stati Uniti attuassero un boicottaggio economico contro il Sud Africa. L'osservazione ha spinto le femministe a chiedere un'interpellanza parlamentare: non è la prima volta che Regan suscita le loro ire, in passato ha già accusato le donne americane «di non capire nulla del disarmo'. e. c. Washington. Robert Brown, ambasciatore in Sud Africa?