S'inceppa lo sviluppo mmkmm

S'inceppa lo sviluppo mmkmm ECONOMIA MONDIALE GLI STATI UNITI PIANGONO, TOKYO NON RIDE S'inceppa lo sviluppo mmkmm A giugno la produzione industriale degli Usa è scesa dello 0,5% • D calo del dollaro (del 40 per cento in diciotto mesi) non ha rilanciato le esportazioni - Diminuiscono i guadagni delle grandi aziende - E il deficit del bilancio federale supererà quest'anno i 220 miliardi di dollari DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Una drammatica caduta della produzione industriale a giugno, dello 0,5 per cento, il quarto declino mensile consecutivo, ha acuito i timori di una crisi economica americana. E' ormai chiaro a tutti che .l'effetto dollaro» non si è fatto e forse non si farà, sentire: e cioè che il deprezzamento della moneta Usa, incominciato 18 mesi orsono, non ha rilanciato le esportazioni, come invece si sperava, e non ha fatto aumentare la produzione. Dal febbraiomarzo '85, quando raggiunse 1 massimi storici, e più in fretta dal settembre successivo, quando le cinque grandi dell'economia (Stati Uniti, Giappone, Germania, Inghilterra e Francia) concordarono gli interventi congiunti contro di esso, il dollaro si è svalutato del 40 per cento circa. Ma la competitività dei prodotti americani non è cresciuta, neppure di fronte a un «triade in Japan» o a un •made in Italy.. resi più cari dall'apprezzamento dello yen e della lira. Rispetto all'inizio dell'anno, la produzione industriale è scesa di oltre il 2 per cento. A giugno, le industrie hanno funzionato al 78,3 per cento della loro capacita, e i loro acquisti di materie prime, macchinari eccetera sono calati dell'i,8 per cento, il massimo ribasso dal '78. Le grandi corporations hanno incominciato a lamentare una diminuzione dei profitti: la Ibm, il gigante dei computerà, ne ha registrata una del 7,7 per cento, e la Honeywell del 31 per cento. Il rallentamento dell'attività economica si è ripercosso persino su qualche grande banca: ha destato allarme il passivo trimestrale della Banca d'America, fondata il secolo scorso dall'italiano Giannini, di 640 milioni di dollari. L'istituto finanziario di San Francisco ha dovuto aggiungere 1 miliardo di dollari alle proprie riserve nell'eventualità di non riuscire a farsi rimborsare 1 prestiti elargiti al settore energetico e al Terzo Mondo più gravamento indebitato. - A far-sorgere lo spettro di una crisi economica è stata anche la crisi del petrolio: l'industria estrattiva americana, incentrata nell'Oklahoma e nel Texas, ha visto un gran numero di aziende chiudere i battenti, o licenziare gli operai, o ridurre la produzione. Un contributo al malessere generale lo hanno dato anche gli scioperi, ad esempio quello della Att, il colosso delle telecomunicazioni. Ma il problema di fondo è stato ed è «la scarsa vendibilità dei prodotti america¬ ni», come ci ha detto il politologo Edward Luttvak, reduce da una visita in Europa. •Non solo non siamo più concorrenziali all'estero — ha asserito Luttvak, da noi incontrato all'ambasciata d'Italia — incominciamo a non esserlo neppure più negli Stati Uniti. La gente si è abituata a comprare giapponese o italiano, e non ci rinuncia volentieri. E' una questione di qualità. Non ci sono rimaste che le armi e i computers, le armi computerizzate, e i computers armati». ■ Particolarmente inquieto per l'attuale congiuntura, ha riferito Luttvak, è il governatore della Riserva Federale, Volcker, che ha tenuto l'economia a galla ribassando il tasso di sconto tre volte in sei mesi, dal 7,5 al 6 per cento, e portandolo al livello del gennaio '78. Volcker non intende andare più avanti su questa strada perché ritiene che il deprezzamento del dollaro, unito a un'inevitabile rialzo dei prezzi del petrolio, finirà per provocare l'inflazione. H governatore della Riserva Federale insiste affinché il Congresso riduca lo spaventoso deficit del bilancio dello Stato, che quest'anno supererà i 220 miliardi di dollari, un record, decurtando non tanto le spese sociali quanto quelle militari e aumentando le tasse. Chiede anche che la •reaganomics- sposti l'accento dai consumi ai risparmi, per favorire gli investimenti produttivi, e costringere l'industria ad accrescere la propria competitività e ad esportare di più. ..... i Forse perché 'alla' vigilia 1— della campagna elettorale (11 voto sarà a novembre) il Congresso ha ieri dato segno di aver capito che «l'effetto dollaro» non s'è verificato, e che anzi gli Stati Uniti rischiano di perdere i capitali stranieri che li hanno sinora finanziati. La Camera ha infatti votato a stragrande maggioranza, ben 339 voti a 72, per la preservazione del taglio di quasi 12 miliardi di dollari apportato al deficit del Bilancio dalla legge sul suo azzeramento automatico, taglio messo in pericolo dalla sentenza della Corte Suprema che ha dichiarato la legge incostituzionale. Insieme col Senato ha inoltre affrontato la messa a punto della riforma fiscale proposta dal presidente Reagan col fermo proposito di agevolare i poveri, di consentire risparmi alla classe media, e di colpire i ricchi Ma in entrambi 1 casi l'iter procedurale si prospetta lungo e difficile, e l'economia Usa non può attendere. Ottimista fino al mese scorso, l'amministrazione repubblicana dà ora segni di disagio. Per salvare l'agricoltura, in gravissima crisi, 11 presidente Reagan sembra propenso ad ampliare fi programma di 1 miliardo di dollari di sussiddi alle esportazioni, puntando soprattutto sui mercati dei Paesi comunisti, n ministro del Tesoro Baker si accinge inoltre a premere sugli alleati perché vengano accelerati i lavori per le conferenze sulla liberalizzazione dei commerci e sulla riforma monetaria. In questo ambito, potrebbe venire a Washington per consultazioni, tra gli altri, il ministro del Tesoro italiano Goda a metà della settimana prossima. In una recente intervista alla televisione. Baker ha annunciato che le prolezioni sulla crescita del Prodotto nazionale iordo nell'86 dovranno essere ridimensionate: anziché del : per cento in termini reali, esso è salito finora del 2 per cento, la metà. - Ennio Carctto IL DEFICIT A )£DELLO ZIO SAM mi 1978 79 8 0 61 82 83 84 65 86 87 08 USCITE DEFICIT 'Stima ENTRATE

Persone citate: Baker, Edward Luttvak, Giannini, Goda, Volcker