Lmehini chiède al salati frenati e investimenti di Eugenio Palmieri
Lmehini chiède al governo^ salati frenati e investimenti Lmehini chiède al governo^ salati frenati e investimenti I sindacati hanno ricordato ad Andreotti i 38 mila miliardi di residui passivi ROMA — Per la prima volta in questa girandola di consultazioni Andreotti non ha esposto i punti essenziali del suo programma. Si è limitato ad ascoltare prendendo diligentemente appunti. Luigi Lucchini, presidente della Confindustria. è entrato alle nove in punto nella stanza del presidente incaricato, in fondo al salone del Transatlantico della Camera, e gli ha illustrato come l'organizzazione degli Imprenditori vede il futuro prossimo dell'economia nazionale, i rischi, le mosse da fare per cogliere le opportunità offerte dal crollo del petrolio. Un Lucchini che vede tutt'altro che rosa nella congiuntura internazionale; con Germania e Giappone che procedono al rallentatore e gli Stati Uniti tentati tra svalutazione competitiva e protezionismo; che boccia quanti negli ultimi tempi hanno proposto agli italiani un nuovo boom economico o quei ministri che si sono affrettati in improvvisi ottimismi. Un messaggio che vale per Andreotti ma che resta ovviamente valido per Craxi. per Forlani. per un laico, insomma per chiunque altro riuscirà a mettere insieme un governo «in grado di fondarsi su una coalizione leale, su un programma chiaro senza il quale anche per noi è difficile affrontare e vincere la sfida dei mercati e della concorrenza internazionale'. ha commentato Lucchini sotto il fuoco delle telecamere dopo un'ora di colloquio. Due le novità contenute nella piattaforma della Confindustria: primo, un ulteriore ridimensionamento del costo del lavoro. 11 prossimo governo dovrà dire «no- alle spinte rivendicative che vengono dal pubblico impiego per contenere veramente la spesa pubblica corrente. I sindacati devono rinunciare alle richieste salariali, elaborate «in periodi di ben più alta inflazione-. Secondo punto: un intervento straordinario di investimenti pubblici per'potenziare le infrastrutture, soprattutto nel Mezzogiorno. Lucchini ha indicato ad Andreotti i terreni più appetibili: le telecomunicazioni, l'energia, i trasporti, il risanamento dei grandi centri urbani, la difesa dell'ambiente, settori dove maggiormente emergono le disfunzioni dell'azienda Italia. Grandi parcheggi, ammodernamento degli aeroporti, servizi per la collettività, possono nascere grazie ad una nuova collaborazione tra pubblico e privato, privilegiando quest'ultimo nella gestione secondo criteri di economicità. Non è più proponibile, ha insistito Lucchini, che dal 1980 al 1985 la retribuzione media di un lavoratore pubblico sia aumentata ad un ritmo quattro volte superiore a quella di un operaio. Cosi, per gli investimenti pubblici non si tratta di fare stanziamenti faraonici, bensì di rendere spendibili le risorse che lo Stato mette in bilancio. Gli investimenti, infatti, sono soffocati in un ginepraio di procedure, di inestricabili autorizzazioni. Sono queste che vanno rimosse, ha sollecitato il presidente della Confindustria. Una questione sollevata il giorno prima da Pizzlnato. Marini e Benvenuto. E' gravissimo che vi siano — hanno sostenuto i tre leaders sindacali — 38 mila miliardi di residui passivi, somme 'disponibili ma mai utilizzate. Uno Stato quasi paralizzato rispetto alla velocità dei cambiamenti tecnologici. Il colloquio tra Andreotti e i rappresentanti sindacali era stato molto cordiale. - Un politico molto informato sulle richieste delle parti sociali, anche se lui non ha un vero e proprio programma ma soltanto alcune idee condivisibili', ci ha detto uno dei partecipanti. «Ho letto il tuo libro (La seconda giovinezza, ndr) — ha detto Andreotti con una battuta a Giorgio Benvenuto — e se dovessi scriverlo io dovrei arrivare alla quarta-. Sono piaciute le proposte di Andreotti di chiudere la centrale nucleare di Latina e di ridiscutere i parametri di sicurezza, di rivedere il sistema pensionistico e quello sanitario. Una linea che ai segretari di Cgil. Cisl e U:l è sembrata esattamente opposta a quella tracciata dal ministro del Tesoro Goria nella legge finanziaria. I tre. da parte loro, hanno battuto molto su due unni da dedicare esclusivamente al Mezzogiorno e alla disoccupazione giovanile. " Nei successivi incontri con 11 presidente dell'Abi, Pallavicini, con il presidente dell'Unloncamere Bassetti.- e con gli esponenti delle altre organizzazioni del vari settori produttivi, la richiesta ad Andreotti è stata quasi un ritornello: stabilità politica per non sciupare l'occasione. Eugenio Palmieri
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