Una poltrona scomoda

Una poltrona scomoda Prima intervista al nuovo presidente dello ìacp Una poltrona scomoda Mario Fimiani, 50 anni, democristiano di Forze Nuove, si è incontrato, ieri mattina, con il suo predecessore per il passaggio delle consegne - «Ho scelto di far politica come servizio, le difficoltà non mi spaventano» - Porta all'Istituto l'esperienza di commissario in cinque enti All'ottavo piano del palazzo di cristallo dell'Istituto autonomo case popolari, in corso Dante 14, c'è sicuramente la poltrona pubblica più scomoda della città: è quella che da ieri occupa l'avvocato Mario Fimiani, democristiano di Forze Nuove, nominato martedì presidente dell'Istituto con decreto della giunta regionale. Quattordici mesi e 9 giorni di commissariamento, insieme con un'operazione di pulizia della magistratura, hanno riportato la situazione dello Iacp a termini più vivibili. Anche se è stata superata una crisi gestionale gravissima e ora si intravede l'uscita dallo stato di disòrdine, ma soprattutto di coma profondo finanziario, 11 trovarsi da un giorno all'altro al vertice di una struttura che amministra 40 mila appartamenti con 200 mila persone (una popolazione di una città come Savona) potrebbe sembrare traumatizzante. Non lo è stato per l'aw. Fimiani: o almeno lui non lo ha dato a vedere. Alle 10,20 è arrivato in ufficio e si è Incontrato con il suo predecessore, Flavio Rosso, commissario straordinario dal 6 maggio '85. per il passaggio delle con segno. «Sono una persona che ha scelto di far politica come servizio — ha detto — se c'è una necessità, per difficile che sia. la affronto.. Originario di Isernla, 50 anni tra pochi giorni, sposa¬ to, due figli, Fimiani è avvocato patrocinante in Cassazione. Nel suo lungo curriculum ci sono già cinque incarichi come commissario: al Sant'Anna, all'Associazione nazionale addestramento professionale Leone xm di Milano. all'Inapli, all'Enalc, all'Intasa, «in uno degli enti, non dico quale — ricorda — sono arrivato all'indomani dell'arresto dell'intero consiglio di amministrazione e del direttore generale.. Come dire che la vicenda giudiziaria dello Iacp lo preoccupa, ma non più di tanto: .Aspettiamo il giudizio della magistratura.. .Sono stato sentito, ed è stato il primo caso, dalla Commissione nomine della Regione. Ho visto l'ordine del giorno votato che contiene una serie di indicazioni programmatiche per il consiglio di amministrazione che spero venga presto completato. Io sono convinto che lo Iacp deve tornare a fare il suo mestiere, cioè a perseguire i suoi fini istituzionali nel più assoluto rispetto delle leggi, con la collaborazione delle forze politiche e soprattutto degli inquilini. In altre parole, curare la costruzione e la gestione delle case tenendo d'occhio i bisogni della gente.. Fimiani assicura che lo Iacp cercherà di sciogliersi dai compiti impropri, scaricati da altri enti, che nel passato 16 hanno impegnato fino a mandarlo in crisi: «Collaborazione si, compiti non nostri no.. E la morosità? -Quella colpevole verrà perseguita: per questo l'Ufficio legate verrà rafforzato.. Per il neopresidente la prima difficoltà è la mancanza di personale: per ognuno dei 275 dipendenti dell'Istituto ci sono 1618 alloggi da amministrare contro i 1.052 di Milano, i 1.041 di Bologna, i 713 di Roma e i 695 di Genova. In programma c'è già un concorso per 70 posti: .Poi vedremo., dice. Flavio Rosso, che ha retto l'Istituto nel momento più difficile, lascia l'Incarico apparentemente senza rimpianti: lo aveva accettato come una sfida, doveva andarsene il 31 dicembre '85, ma 10 hanno convinto a rimanere ancora per sei mesi e mezzo. Commenta: .Un'esperienza esaltante a livello professionale, distruttiva su quello esistenziale, appagante nella consapevolezza di aver fatto 11 possibile grazie anche alla sensibilità degli inquilini! Aggiunge: .E' importante e positiva, a questo punto, la costituzione del consiglio dì amministrazione: solo cosi si normalizzerà l'ente.. Fosso ha assicurato la massima collaborazione a Fimiani «per rendere più fluido possibile il passaggio delle responsabilità.. In 14 mesi, la morosità è scesa dal 59 all' 11 per cento, il monte fitti mensile è salito da 1.8 a 3 miliardi, c'è la possibilità di incominciare a chiudere la voragine del deficit di 230 miliardi accumulato in un decennio. Ma soprattutto lo Iacp appare di nuovo gestibile. E questo è forse l'elemento più importante per i nuovi amministratori. Gianni Bisio li neopresidente Fimiani: «Le difficoltà non mi spaventano»

Luoghi citati: Bologna, Genova, Milano, Roma, Savona