Tempi duri per il texano

Tempi duri per il texano I contraccolpi del crollo del petrolio e dei prodotti agricoli Tempi duri per il texano Falliscono le banche troppo esposte con le piccole compagnie petrolifere e con i produttori di cereali - Gli esperti ammettono che la colpa è anche di una politica creditizia imprudente DI RITORNO DAGLI STATI UNITI — -Oggi estrarre petrolio qui nel Texas, nell'Oklahoma e in Louisiana costa 13 dollari il barile, mentre il prezzo sui mercati internazionali è sceso sotto i nove dollari. Ogni dollaro in meno significa solo per le industrie texane un minor introito di 800 milioni di dollari. Ecco perché le banche di questa regione, le più impegnate nel prestare quattrini agli "oil men", non riescono a rientrare: ì loro clienti, soprattutto quelli dell'ultima ora. saltano uno dietro l'altro come tappi di champagne-. Burvin Hines è il vicepresidente della First National City Bank di Arlington, città a mezza strada tra Dallas e Fort Worth. nel Texas. Le cause dell'ondata di dissesti bar.-.iri. culminati con la recente chiusura della First National Bank and Trust dell'Oklahoma, non gli sono ignote: «/ nostri petrolieri hanno investito troppo in passato, convinti che il rialzo del prezzo del greggio non avesse limiti. Fantasticavano di 50-60, persino 100 dollari il barile entro pochi anni. Cosi acquistavano giacimenti già in parte sfruttati, o poco redditizi, iniziavano perforazioni, si imbarcavano in imprese rischiose. Si sono indebitati in modo irragionevole, e il crollo del greggio li ha trascinati alla rovina. Il guaio è che con loro sprofondano anche le banche die li hanno finanziati-. Spostiamoci ora più a Nord di Arlington. a Kansas City, nodo geografico ed economico di prim'ordine nel panorama agricolo americano. La diagnosi di un altro addetto ai lavori. Voytek Zmijewski. vicepresidente della Commerce Bank di Kansas City, sui guai del sistema bancario americano è altrettanto impietosa: .Qualche anno /a un buon terreno agricolo qui nel Midwest costava intorno ai 1600 dollari per acro — ci dice Zmijewski nel suo ufficio nel cuore di Kansas City —, ma con le esportazioni di cereali sempre sotto, tensione, gli agricoltori no7f. esitavano ...ad indebitarsi pur di aumentare la produzione. Poi i prezzi della terra sono calati, il boom immobiliare si è sgonfiato, oggi bastano 700-800 dollari per acro, le vendite di cereali vanno male, e le banche chiedono ai "farmers" di adeguare le proprie garanzie, scese di valore rispetto ai debiti, ette nel frattempo sono aumentati per effetto degli interessi. Così il 15-20 per cento dei due milioni e mezzo di farmers americani ha grossi problemi, i loro fallimenti si moltiplicano e le banche ci vanno di mezzo». Forse anche i banchieri devono recitare il mea culpa: anni addietro, in epoche di denaro facile, non gli sembrava vero poter riciclare in settori sicuri e trainanti come l'energia e l'agricoltura le royalties petrolifere che gli sceicchi riversavano sul mercato finanziario americano. Pochi ammettono oggi di aver dispensato dollari allegramente. Allora, il grande malato dell'economia americana è il Midwest, con i suoi enormi giacimenti di petrolio, i grandi spazi destinati all'agricol¬ tura estensiva, le montagne di cereali, di soia, di carni che non trovano sbocco all'estero, le industrie collegate all'agricoltura e al petrolio che non vendono e si devono ridimensionare drasticamente. Da Chicago a Dallas. Houston, Kansas City, è tutto un lamento che arriva non solo alle due coste del Paese, per ora poco toccate dalla crisi, ma persino oltreoceano. Infatti a colpire gli osservatori esteri non sono tanto 1 dissesti degli agricoltori del l'Illinois o dell'Iowa (che da qualche tempo però compaio- no sempre più di frequente sulle prime pagine dei giornali americani perché hanno preso l'abitudine di suicidarsi per non poter far fronte agli impegni) o dei piccoli petrolieri del Texas, bensì la falcidia delle banche: 70 sono fallite nel primi sette mesi del 1988. contro le 115 dell'anno scorso, mentre quelle sotto osservazione sono dieci volte tanto. Al punto che il Sistema di credito all'agricoltura, una rete di oltre 600 banche e istituti di credito, ha già subito perdite per circa 3 miliardi di dollari lo scorso anno mentre altri 12 miliardi potrebbero rivelarsi inesigibili. Il futuro, poi. non si presenta roseo. Per comprendere quanto avverrà tra breve basta spostarsi ancor più a Nord, a Geneseo. un piccolo centro agricolo nell'Illlnois: una campagna verde come non lo é mai stata gli anni scorsi, a causa di un clima umido e temperato che quest'anno ha benedetto la terra. Clyde Minneart. possiede una fattoria di 360 acri (circa 150 ettari), una dimensione che egli definisce da normale a piccola. Ma Minneart non è particolarmente felice ed orgoglioso delle distese verdi che si allineano alle sue spalle: «/eri a Chicago il prezzo del mais ha toccato il livello più basso degli ultimi 12 anni, quasi un dollaro e 75 per bushel: non ci sto dentro con le spese. Meno male che non mi sono indebitato, mi tengo i trattori vecchi, non assumo operai e riesco a campare. Ma quanti saltano-. Cosi alle enormi giacenze di cereali dello scorso anno si aggiunge 11 rischio di un raccolto eccezionale, che farà scoppiare 1 silos. Il fatto é che 1 tradizionali acquirenti di cereali americani o si sono resi autosufficienti (come l'Indonesia, la Cina) oppure, nel caso di Paesi del Quarto Mondo, non hanno i mezzi finanziari per ricorrere agli acquisti esteri. Un meccanismo perverso che mina al cuore un settore un tempo orgoglio dell'in1 tèrà4 America. Gianfranco Saranno sempre meno le piccole banche SS!J Grandi banche fattività per oltre 1 miliardo di 5) ■■■Medie banche (oltre 100 milioni di t) ] Piccole banche (sorto I 100 milioni di S) 1980 IS:: —- Fonte: Arthur Andersen & Co. IL SOLE-24 ORE (*) Protezione

Persone citate: Arthur Andersen, Clyde Minneart, Gianfranco Saranno, Hines, Houston, Quarto Mondo, Worth, Zmijewski