Alberghi cari, clienti in fuga

Alberghi cari, clienti in fuga Un rapporto del ministero sulle cause della diminuita competitività del nostro turismo Alberghi cari, clienti in fuga Quest'anno si cerca dì frenare la tendenza all'aumento (non dovrebbe superare il 6%) - Ma in un albergo di lusso si possono spendere 340 mila lire, per scendere a 35 mila in un esercizio di terza categorìa DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Per due anni. dal!'84 all'85, gli alberghi italiani avrebbero sistematicamente violato 1 tetti tariffari imposti dal Comitati provinciali prezzi (Cpp). contestano gli economisti che hanno redatto il secondo Rapporto sul turismo commissionato dal ministro Lagorio. E tra le righe osservano che i rincari praticati dagli albergatori sono una delle cause della perdita di competitività del turismo .italiano: anche se, aggiungono, ti più severi controlli praticati dai Comitati provinciali prezzi e l'insuccesso della passata annata turistica^ nell'86 hanno indotto gli operatori a ridurre la tendenza all'aumento ed a praticare tariffe .più accettabili,,. 'Ai dati indicati dal Rapporto non credo per niente*, ribatte irritato Bonaventura Vaccarella, direttore generale dell'associazione degli albergatori, la Faiet. E promette che l'errore sarà smascherato in pubblici contraddittori, processi che dovranno scegliere l'imputato: la statistica o. l'industria alberghiera. Vaccarella concede che nelle metropoli i controlli del Cpp possano essere stati blandi e distratti, -ma in tutte le altre città, grandi o piccole, gli aumenti non hanno superato l'inflazione, al contrario di quanto si sostiene nel Rapporto». Non è solo per via delle tariffe di pensioni e hotel se l'anno scorso là Spagna ha sottratto all'Italia il primato di presenze turistiche nel Mediterraneo. Quasi tutti i prezzi dei servizi utilizzati dal turista, afferma il Rapporto, tra l'83 e l'85 sono saliti con una progressione assai più alta dell'aumento generale dei prezzi al consumo (+21%): +31% i viaggi organizzati. +35%' le autostrade, +48% 11 noleggio auto, e cosi via. Un assalto nel quale gli al¬ bergatori avrebbero fatto la loro parte in misura assai maggiore di quanto non indichino i dati Istat: se per l'istituto di statistica le tariffe alberghiere sono cresciute del 25% nel biennio 1984-85. l'indagine compiuta dagli estensori del Rapporto su un campione di 256 esercizi fa salire la percentuale al 31%. L'aumento sarebbe stato sensibile soprattutto negli alberghi di lusso (+35%), negli alber¬ ghi di prima categoria (+37%) e nelle pensioni di seconda categoria (+39%). Con il risultato, spesso, di scoraggiare il turismo; l'anno scorso nelle isole, nota 11 Rapporto, gli albergatori sono stati costretti a diminuire i prezzi del 2%, dopo il +22% praticato nel 1984. Cosi, mentre in Sicilia e in Sardegna la progressione delle tariffe si è mantenuta inferiore all'Inflazione (+19%), nell'alto e medio Adriatico ha galoppato (+34%), e cosi nelle regioni alpine (+32%). Alcuni indici raggiungono livelli ancora più alti quando si passa ad esaminare 11 trattamento di pensione completa. Scomponendo la voce pasti dalle altre, il Rapporto ricava che il prezzo medio di pranzi e cene è cresciuto nel biennio 1983-85 del 73% negli alberghi di lusso (nel 1982 erano in tutto 54), del 28% ne¬ gli alberghi di prima categoria (760) e di seconda (4689), del 32% negli hotel di quarta categoria (8544). Ma va aggiunto che in tutti gli altri esercizi (complessivamente 42 mila) il prezzo dei pasti è aumentato in misura inferiore all'Inflazione o addirittura è diminuito drasticamente (24% nelle pensioni di prima categoria). Nel concreto, se effettivamente quest'anno gli albergatori si sono attenuti alle indicazioni dei Comitati provinciali prezzi, che hanno autorizzato aumenti non oltre il 6%, una coppia spenderà a persona per una stanza a due letti con bagno Intorno alle 340 mila lire In un albergo di lusso, intorno alle 35 mila lire in una pensione di terza categoria (o anche meno: le inserzioni di pensioni della riviera romagnola segnalano tariffe minime di 27-30 mila lire). Dipende ovviamente dal luogo di villeggiatura: in media 1 prezzi praticati al Sud e nelle isole sono la metà di quelli delle regioni settentrionali alpine. Sono proporzionati l costi attuali? SI direbbe di no, a dare ascolto ala comparazione proposta dal Rapporto, dalla quale risulta che non solo Grecia, Spagna e Turchia, ma anche Francia, Germania e Austria praticano tariffe alberghiere inferiori a quelle italiane. -Ma si tratta di turismo diverso-, si difendono alla Faiet.

Persone citate: Bonaventura Vaccarella, Lagorio, Vaccarella