Chiusi nove mercati mobilitati cinquecento veterinari

^Uafta torna inPiemon te Chiusi nove mercati, mobilitati cinquecento, yejerjn^ T P ^Uafta torna inPiemon te L'infezione tra Cuneo e Torino - Lunedì si saprà se il perìcolo è scongiurato TORINO — Afta epizootica in Piemonte, si temono danni rilevanti per gli allevatori. L'infezione segnalata martedi a Cavallermaggiore (Cuneo) ha messo in allarme il servizio veterinario e drastiche misure di prevenzione sono state adottate dal presidente della giunta regionale Beltrami. La principale riguarda la chiusura dei mercati settimanali del bestiame: deserti, quindi, a tempo indeterminato i fori boari di Alba. Alessandria. Asti, Carmagnola, Chivasso, Cuneo. Fossano. Moncalieri e Saluzzo. E' una mazzata per l'economia agricola locale se si pensa che ogni settimana su queste piazze si svolgono contrattazioni per centinaia di milioni. Mobilitati nella vigilanza quasi cinquecento veterinari, a loro compete il compito della vaccinazione preventiva e del controllo l'unico modo infatti per isolare il contagio è di evitare spo¬ stamenti di animali se non sottoposti a visita e destinati alla macellazione. n territorio di Cavallermaggiore è stato dichiarato zona infetta con assoluto divieto di introdurre o portare fuori bovini e suini (in tutto circa 40 mila capi). Un cordone sanitario circonda il Comune ed interessa undici centri agricoli confinanti (dichiarati «zona di protezione») sottoposti ad identiche misure di sicurezza. In tutta la Regione è resa obbligatoria la visita veterinaria prima del carico -di bovini, suini, ovini e caprini». Insomma si tratta di correre ai ripari per salvaguardare un patrimonio che conta in Piemonte 1 milione 300 mila bovini. 1 milione di maiali e 155 mila tra capre e pecore, concentrato soprattutto nel Cuneese dove appunto la preoccupazione è maggiore e giustificata. Spiega Salvatore Vecchio della Conf agricoltori: -E' un'autentica botta. C'è solo da sperare che le misure di sicurezza, pur necessarie, non durino a lungo». E Michelangelo Pellegrino della Coldiretti: -Bisogna che gii allevatori si adeguino rigorosamente atle norme di prevenzione. Se non vi saranno altri casi di afta entro una decina di giorni i mercati potrebbero essere riaperti». Il responsabile del servizi veterinari della Regione, Mario Valpreda, commenta: -L'emergenza è prevista pei pochi giorni, il periodo di incubazione del virus dura meno di una settimana. Prima di lunedì o martedì non sapremo se il pericolo è scongiurato. Speriamo in bene». Proprio nel Cuneese si è manifestata, come un anno e mezzo fa. l'infezione. E' successo martedì nella cascina «Cà Bianca» dove Mauro e Gianfranco Caminassi sono proprietari di un importante allevamento. Una manza ed un torello hanno accusato i sintomi dell'afta confermati dai veterinari: i due capi sono stati immediatamente | abbattuti e inceneriti. Sono in corso anche indagini per accertare in che modo il virus è arrivato all'allevamento di Cavallermaggiore. Pare sia stato «importato» da bovine acquistate in Emilia. Fu proprio una scrofa acquistata fuori Piemonte a introdurre il contagio nel Cuneese alla fine del 1984. Tra dicembre e febbraio furono giorni di disperazione per molti agricoltori abituati a pensare che in Piemonte l'afta fosse debellata. A Capodanno il virus si manifestò nell'allevamento Bertaina di Centallo (Cuneo): sessantaclnque animali dovettero essere abbattuti e poi. cosparsi di calce viva, sotterrati. Per la zootecnia locale si apriva un capitolo infausto, l'uccisione di bovini e suini si prolungò fino a febbraio: 258 tra mucche e tori e 2 mila suini abbattuti, 1 mercati chiusi per un mese. p p b

Persone citate: Beltrami, Bertaina, Gianfranco Caminassi, Mario Valpreda, Michelangelo Pellegrino, Salvatore Vecchio