Nuclei speciali in Calabria

Nwleìspeciali in Calabria Contro Fondata dei rapimenti di questi ultimi giorni Nwleìspeciali in Calabria DAL NOSTRO INVIATO REGGIO CALABRIA — «Bisogna fare qualcosa, bisogna rompere questa spirale. Lentamente, una splendida regione si sta distruggendo...»: Angela Scaltriti. 58 anni, ha trovato la forza di rivolgersi alla coscienza dei calabresi mentre ancora, davanti casa, si sentiva il puzzo della -sgommata* con cui i rapitori di suo marito, il dentista Poliziano Salerno, si erano allontanati da San Fili. -Aspettiamo. speriamo...quando si faranno vivi, daremo loro tutto quel che potremo»: una cinquantina di chilometri più in là, a Cinquefrondl. un'altra donna. Maddalena Galfre. aspetta i primi segnali dagli uomini che hanno portato via suo marito. Michele Belziti, avvocato civilista. Due sequestri in poche ore. due riscatti che frutteranno ai banditi poche centinaia di milioni. E per una strana coincidenza, anche due donne che in Calabria erano arrivate dal Nord: Angela Scaltriti è emiliana. Maddalena Galfre di Cuneo, entrambe conoscono bene questa terra, hanno imparato ad amarla. Ma cosi, dicono, si finirà col dissolvere tutto. Da mesi, un'intera provincia pare impazzita E' vero: Reggio, la Locride. la Piana di Gioia Tauro sono da sempre teatro di scontri sanguinosi, i sequestri di persona in un certo senso sono nati qui, quando i banditi si chiamavano briganti e portavano i nomi di Stocco o Parafante. L'Aspromonte resta, oggi come allora, rifugio quasi inaccessibile per i fuorilegge ed i loro ostaggi. Ma a tratti, accade che una provincia dimenticata torni di colpo alla ribalta per il riacutizzarsi di un cronico, antichissimo male: due sequestri quasi contemporanei, mentre altre due persone cadevano vittime della faida che fra Reggio e Villa San Giovanni testimonia i contrasti fra 1 clan De Stefano e Condello. Dall'inizio dell'anno, tre se¬ questri di persona nella sola provincia. Quarantasei omicidi, con un rapporto fra delitti e abitanti che è il più alto d'Italia. Sparatorie in pieno giorno, nella notte micidiale auto—bomba», p Viminale ieri ha mandato a Reggio Giovanni Pollio, direttore della polizia criminale. La città l'ha accolto con una strage mancata. All'ora di pranzo, mentre in prefettura stava per concludersi la riunione fra l'inviato del ministro c i responsabili dell'ordine pubblico, due sconosciuti hanno sparato in piazza del Popolo tra la folla di un mercato rionale. Miravano ad un venditore di vestiti usati: hanno ferito cinque persone, tra cui due don- ne. Una è molto grave. Il governo come risponde? La prima iniziativa è stata varata Ieri: nasce, a Reggio Calabria, un nuovo gruppo di specialisti, un «Nucleo antlsequestrl» che raggrupperà una trentina di persone, tra funzionari di polizia e ufficiali di carabinieri e finanza. «Gli uomini Invisibili., li chiamano'già, con una punta d'ironia. Specialisti incaricati di condurre a tappeto le Indagini, di studiare I percorsi di fuga, organizzare battute, condurre indagini patrimoniali quando non si riuscirà a bloccare il pagamento dei riscatti. Nel pomeriggio, un secondo incontro «tecnico» è servito a tracciare un piano più specifico di interventi. L'Aspromonte, ormai è chiaro, continua a risultare inaccessibile anche per i sistemi con cui lo si perlustra. -Dal basso — spiega chi lo ha scalato più volte — la boscaglia impedisce di distinguere qualsiasi movimento, nasconde uomini e rifugi anche agli elicotteri. Chi è in alto, ha invece tutto il tempo di seguire le ricerche di carabinieri e polizia, di assecondarle, di spostarsi quando occorre». Potrà apparire marginale, ma fra le proposte affiorate ieri ce n'è una che potrebbe rendere più Incisive queste finora inutili «battute* di massa. -Sull'Aspromonte — suggerisce un dirigente della questura di Reggio — a polizia e carabinieri va a/fiancato un maggior numero di guardie forestali: quelle montagne vanno perlustrate da gente che le conosce». Immaginando questo nuovo genere di scout qualcuno ha sorriso, ma evidentemente non conosceva quell'intrico di forre, macchie e canaloni che, da sempre, blocca anche gli eserciti. Il resto, è fatto di blocchi stradali, elicotteri! che sorvolano In continuazione la Piana, di «campagnole» blindate che ogni tanto si vedono passare con a bordo cani poliziotto. -Indirizzare le ricerche è difficile — spiegano —. Ormai, nel Reggino, i sequestri non sono più riconducibili a questa o quella cosca. La « 'ndrangheta» si occupa di altro. Sono le piccole bande a muoversi, e verso piccoli obiettivi. Gruppi di sette, otto persone sequestrano il farmacista, il medico, l'avvocato: trattano riscatti di due, trecento milioni. E intanto continuano a svolgere una vita normale, da contadini, meccanici, piccoli impiegati...». A tratti, si ha quasi l'impressione che i rapimenti vengano decisi per categorie: prima era stata la volta dei medici, poi ad allarmarsi e a minacciare scioperi era toccato ai farmacisti. Adesso, dopo il sequestro di Michele Belziti, è l'Ordine degli avvocati di Palmi ad esprimere indignazione e- protesta», a condannare questa «violenza inaudita», a sollecitare con sbigottimento ed orrore, la «doveroso iniziativa e l'intervento delle istituzioni statali». DI Michele Belziti l'avvocato Francesco Bellocco è collega, compeaesano, amico. In pochi anni, racconta, Cinquefrondi ha vissuto tre sequestri: anche questo forse è il segno di una condizione che, per la provincia, continua a farsi sempre più drammatica, sempre più staccata da quella del resto del Paese. Certe situazioni a volte dicono più dei rapporti Istat: -Io ho lavorato per 33 anni — spiega Bellocco — posso dirmi al massimo benestante, sono nelU. condizione di molti altri, qui, a Cinquefrondi. Ma ormai, (.nche le poche decine di milioni che i parenti di un rapito potrebbero mettere assieme cominciano a fare gola. E' una situazione sempre più. deteriorata, ai limiti dello sfascio. Basterebbe pensare a questo: ci sono bande di otto, dieci persone che rischiano pene durissime organizzando sequestri che, alla fine, porteranno ad ognuno dieci, venti milioni al massimo. Altrove, i sequestri di persona sono diminuiti per questo: di fronte al rischio dell'ergastolo, i criminali hanno preferito tentare rapine, organizzare altri traffici. Qui no, testardamente si continua a rischiare te» proprie vite, oltre a quelle degli ostaggi. Se ci fossero margini per l'ironia, si potrebbe parlare dell'ennesimo investimento sbagliato. Ma non è sufficiente questo a far capire quanto profonda, da noi, si sia fatta la crisi"-. Giuseppe Zaccaria Raggrupperanno una trentina di persone capaci di condurre indagini a tappeto, organizzare battute - Questi nuovi crimini non sarebbero opera della 'ndrangheta, ma di piccole bande