Vertice segreto sullo Scudo di Fabio Galvano

Vertice segreto sullo Scudo Il «padre delle guerre stellari» incontra a Bruxelles 125 aziende Vertice segreto sullo Scudo Abrahamson: «Dobbiamo decidere a che velocità camminare» - Riserbo sui lavori durati 2 giorni DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Il ruolo dell'industria europea nell'attuazione del progetto americano di scudo spaziale — .'«Iniziativa strategica di difesa- o Sdì. varata da Reagan nel marzo 1983 — è stato puntualizzato e parzialmente definito, per quanto riguarda le modalità d'Intervento, in un incontro fra il «padre delle guerre stellari», il generale americano James Abrahamson, e i rappresentanti di 125 aziende europee. Il massimo riserbo ha avvolto i due giorni di lavoro. Nessun comunicato ufficiale è stato diramato e non è stato neppure reso noto l'elenco delle società coinvolte in questa fase della progettazione. Da indiscrezioni raccolte in ambienti Nato si è tuttavia appreso che erano rappresentati a Bruxelles — «ad alto livello' come è stato precisato — quasi tutti i venti Paesi invitati da Washington a prendere parte al programma: c'erano anche aziende italiane, fra le quali Snia (gruppo Fiat) e Olivetti. I lavori, si è appreso, sono stati aperti dallo stesso generale Abrahamson. Nella sua relazione egli ha espresso completa fiducia nei progressi dell'Sdi: «Non si tratta di sapere se andremo acanti — ha dichiarato — ma con quale rapidità sapremo procedere'. Ma la base di discussione, secondo le stesse fonti, è stata la relazione scientifica di Gerry Yonas, che guida l'equipe scientifica impegnata nei lavori. Organizzato dall'Associazione degli Ingegneri Meccanici degli Usa. l'incontro aveva un carattere prevalentemente tecnico, e non politico. «Sono ormai nu¬ merosi — ha detto ieri un collaboratore di Abrahamson — i cast di partecipazione effettiva da parte di imprese non americane, e in particolare europee-. Lanciando l'ambizioso programma delle «guerre stellari», Reagan aveva invitato a svolgervi un ruolo attivo non solo i 15 alleati Nato, ma anche Giappone, Australia, Israele e Corea del 8ud. Finora soltanto Londra ha stretto con Washington un accordo intergovernativo di collaborazione diretta; Germania e Israele hanno invece approvato un tipo di partecipazione dai connotati meno rigidi; altri Paesi, infine, aderiranno a un tipo d'intesa che non coinvolgerà direttamente i rispettivi governi, ma che consentirà una partecipazione alle aziende pubbliche e private. Potrebbe essere il caso dell'Italia. Perchè ciò sia possibile, tuttavia, è indispensabile chiarire la questione dei trasferimenti di tecnologie avanzate. Ed è stato questo, secondo indiscrezioni, l'argomento principale affrontato da Abrahamson con i potenziali partner occidentali. Nelle due giornate sono anche stati discussi i metodi per individuare i settori in cui le aziende non americane potranno inserirsi più facilmente, al dì là dei contratti già perfezionati o in via di perfezionamento. Di qui l'ottimismo del generale, il quale ha anche precisato nel suo intervento che i programmi di spesa — 2,7 miliardi di dollari nell'86, 4.8 (7200 miliardi di lire) l'anno prossimo — non sono minacciati dalle restrizioni di bilancio Usa. Fabio Galvano

Persone citate: Abrahamson, Gerry Yonas, James Abrahamson, Reagan