Test nucleari si tratta di Ennio Caretto

Test nucleare si tratta Dopo uno stop di sei anni, l'annuncio di Shevardnadze a Londra Test nucleare si tratta L'incontro Usa-Urss il 18 settembre a Ginevra - Il capo della diplomazia sovietica è ottimista anche sul vertice Reagan-Gorbaciov - Washington parla di passo avanti, ma di posizioni ancora distanti - La Casa Bianca promette comunque una risposta entro luglio al piano del leader del pcus per il controllo degli armamenti atomici DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Nel manifestare la disponibilità sovietica a un vertice ReaganGorbaciov «purché dia risultati concreti, specialmente in materia di sicurezza', il ministro degli Esteri sovietico Shevardnadze, al termine della sua visita ufficiale di tre giorni a Londra, ha ieri elencato una serie di riunioni tra le superpotenze che potrebbero esserne considerate preparatorie. La più importante — e il suo è stato il primo annuncio ufficiale — è quella che segna la ripresa dei negoziati per la proibizione totale degli esperimenti nucleari il 18 settembre prossimo a Ginevra. nel''ambito delle trattative sulle armi strategiche, le armi di teatro e lo scudo spaziale. •Abbiamo anche ottenuto — ha detto Shevardnadze quasi en passant nel corso di una conferenza-stampa — un'intesa di principio con gli Stati Uniti per discutere la messa al bando dei test atomici'. All'annuncio del ministro sovietico ne è seguito uno della Casa Bianca. Dice che il presidente Reagan ha quasi ultimato la risposta alla lettera di Gorbaciov «e gliela invierà sicuramente entro la fine del mese'. Segue il commento del Dipartimento di Stato. Dice che -gli Stati Uniti sono gratificati poiché l'Urss sembra finalmente pronta a preparare il terreno per il summit'. Casa Bianca e Dipartimento di Stato hanno però mosso alcune obiezioni all'interpretazione dei lavori preparatori al vertice data da Shevardnadze. e alle critiche mosse lunedi al Presidente da Gorbaciov. Pur confermando le indicazioni fornite nei giorni scorsi dalla Casa Bianca su questa ripresa negoziale, il concetto implicito nell'annuncio del ministro degli Esteri sovieti-1 co ha colto di sorpresa sia Washington che la Nato: Shevardnadze è parso sostenere che l'America contempla finalmente la possibilità di una moratoria permanente degli esperimenti nucleari. Con insolita sollecitudine, la Casa Bianca ha pertanto precisato che gli Stati Uniti hanno acconsentito a tornare ai negoziati da essi abbandonati sei anni fa, 'ma sema pregiudiziali', n portavoce Djerejian ha aggiunto che 'l'obiettivo americano è di migliorare i trattati esistenti ma non ratificati sulle limitazioni delle esplosioni atomiche sotterranee... la messa al bando totale degli esperimenti è un'altra questione'. I trattati, del '74 sulle esplosioni belliche e del '76 su quelle pacifiche, impongono un limite di 150 kilotoni. n portavoce della Casa Bianca ha concluso che «Intensi scambi diplomatici sono in corso tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica e ogni commento è rinviato alla loro conclusione'. Djerejian ha fatto capire chiaramente che se anche Gorbaciov estendesse la moratoria unilaterale di un anno, la cui scadenza è prevista il 6 agosto prossimo. Reagan non vi aderirebbe: per il Presidente, essa deve venire dopo tutto 11 resto. Vi è quindi un ridimensionamento dell'annuncio di SltddllmUri Shevardnadze, nel senso che le superpotenze tornano si al tavolo negoziale del bando degli esperimenti atomici, ma da punti di partenza sempre lontani e con fini diversi: l'Urss propone il bando prima e il disarmo poi, gli Stati Uniti esattamente il contrario. Analogo «distinguo» Djerejian ha operato su un'altra riunione citata dal ministro degli Esteri sovietico quale possibile preparazione del vertice Reagan-Gorbaciov: quella di martedì a Ginevra sul Salt 2, U trattato sulla limitazione delle armi strategiche abbandonato dal Presidente il 27 maggio. Shevardnadze ha espresso la certezza che Reagan si renderà conto che l'Urss non lo ha violato e pertanto lo recupererà. Djerejian ha insistito che perché ciò avvenga l'Urss deve ovviare alle violazioni commesse, cosa poco probabile. 'Attiro la vostra attenzione su questo particolare — ha dichiarato il portavoce — martedì ci si offre l'opportunità di rinnovare la richiesta del Presidente che i sovietici si uniscano a noi nello stabilire una cornice "ad interim' per l'autolimitazione del riarmo'. La proposta reaganiana è diversa da quella del Cremlino di tornare al Salt 2: è di concludere un'intesa, di fatto se non formale, che serva da ponte verso la riduzione degli armamenti nel lungo e diffi¬ cile periodo delle trattative (dal 18 settembre), un'intesa operativa per contenere, se non per incominciare a tagliare, la crescita degli arsenali atomici. La constatazione di fondo comunque è che il dialogo tra le superpotenze è ripreso, e si sta articolando su tutti gli aspetti. Sulla scia della replica di Djerejian al ministro degli Esteri sovietico, un altissimo funzionario della Casa Bianca, che ha voluto rimanere anonimo, ha confutato anche le dichiarazioni di lunedi di Gorbaciov che gli Usa 'trascinano i piedi' sul disarmo. «Dichiarazioni del genere danneggiano il processo negoziale e inducono i falchi a so¬ spettare che il Cremlino non sia serio,., ha asserito il funzionario. Egli ha annunciato poi che «la risposta dettagliata al piano Gorbaciov, ossia la lettera di Reagan, verrà consegnata a Mosca con grande anticipo sul prossimo round sulle armi strategiche, su quelle di teatro, e sullo scudo spaziale'. La risposta, ha terminato il funzionario, sarà costruttiva e si porrà come scopi principali la riduzione delle armi strategièhe e la verifica in loco dei trattati tramite speciali attrezzature: se l'Urss è pronta, quindi, Shultz e Shevardnadze possono incontrarsi per il vertice. Ennio Caretto