Tra i lussi della castellana

Tra i lussi della castellana MAPPA DELLE VACANZE IN CLAUSURA: CASTELLI-HOTEL Tra i lussi della castellana Come in Francia e in Gran Bretagna, anche in Italia manieri e dimore storiche sono diventati luoghi di soggiorno - Al Castello di Pomerio, in Lombardia, tra finti araldi medievali e moderni trattamenti di bellezza - Un ritiro di massa nel convento sul Sacro Monte di Crea nel Monferrato - II rilancio della Toscana DAL NOSTRO INVIATO CASTELLO DI POMERIO (Como) — Con 150 mila lire di supplemento si può essere ricevuti dalla padrona di casa in costume medievale. Altre 150 mila per l'araldo, 95 mila per essere serviti a tavola da camerieri in costume (cena ovviamente medievale). Ritorniamo al nostro tempo: con 70 mila lire si ha il trattamento di bellessa, uomini e donne, in una deliziosa palestra con piscina coperta e granosissima estetista tedesca. Il castello di Pomerio, pietra grigia sul verde delle colline che guardano l'Alta Briansa col piccolo lago di Alserio (in alto spiccano i denti agussi del Resegone), mescola attrazioni antiche e conforti di oggi proponendosi come un esempio di recupero che provoca le critiche dei puristi ma piace a una clientela internasio- nale in crescita continua. Il castello ha origini antichissime. Nell'anno S35 fu assegnato dall'imperatore Lotario al monastero di Sant'Ambrogio di Milano. Passò poi a diverse grandi famiglie, come i Visconti. Fu ampliato nel 1400. Dopo secoli di decadensa divenne una filanda, infine cadde in rovina. Il restauro, recentissimo, ha rimesso in luce alcuni affreschi del '300; non un puro restauro ma una ristrutturazione con parziali rifacimenti, finalizzata all'uso alberghiero. Ha l'impronta di una cura estrema nel dettaglio decorativo e di una certa libertà nell'uso dei volumi e degli spasi. La torre dì vedetta assume importanza scenografica dominando il complesso. Il sottoportico in pietra e cotto è diventato la sala del ristorante. La corte, con acciottolato minuto e due pozzi in pietra (conservati e ben curati due gelsi secolari), può essere coperta da grandi teloni per accogliere spettacoli teatrali, sfilate di moda, concerti. Il salone degli affreschi è arredato con tavoli e sedie da convegno. Il epasso di ronda» è protetto da vetrate, come le logge. In Francia e in Gran Bretagna centinaia di castelli e dimore storiche sono stati trasformati con metodi analoghi in chàteaux-hòtels collegati tra loro nell'associazione delle «Historic or elegant Properties». La scelta di fondo è ricorrente: conservare l'involucro e gli aspetti più affascinanti o teatrali dell'antico, inserire le comodità della residenza contemporanea di lusso. Qui si osserva una ricerca formale minuziosa nei pavimenti di cotto come nella stuccatura delle pietre, nell'uso di mattoni e lastroni che •devono* mostrare gli anni. Si sale per scalette ripide e strette (ma c'è anche un ascensore) da Medio Evo. Nella mia camera ho tre feritoie, pronte all'uso, e gualche lembo di affresco. Ma è una camera d'albergo, ed ecco la moquette, il bagno, il termosifone, la filodiffusione, il frigobar, con qualche mobile similantico. Devo riconoscere che il risultato è gradevole per i clienti non preoccupati dal problema culturale della trasformazione e dei metodi di intervento. Gli ospiti, quasi tutti stranieri nel giorno della mia visita, sembrano affascinati e leggermente intimiditi. «Abbiamo molti francesi, svizzeri, tedeschi. Anche italiani che vengono qui per un periodo di rilassamento assoluto: uomini politici e uomini d'affari, personaggi affaticati dalla loro stessa notorietà. Il grosso della clientela è però rappresentato da partecipanti a convegni e seminari organizzati da aziende», mi dice il direttore, Emilio Vantadori. La capacità non è grande: • ventisette:.stanze nel castello, trentuno,nell'edificio ani-', nesso. I pressi non sono folli a paragone di tanti alberghi di città: camera singola 135 mila lire, pranzo sulle 50 mila. Il supplemento per la -"Beauty Farm- è giustificato dall'insieme molto attraente, nel verde del parco: una grande piscina coperta e riscaldata, luminose sale di ginnastica. Non mancano le cabine per i trattamenti estetici: antirughe, rassodanti, dimagranti, ossigenanti e cosi via. Salto dallo chateau-hòtel lussuosamente medievale a un ritiro di massa: siamo nel cuore del Monferrato, sul Sacro Monte di Crea. Qui l'aggettivo popolare può essere usato propriamente. Negli alloggi del convento, dotati di 140 posti letto, con 10-15 mila lire al giorno si ha una stansa con angolo di cottura. Tutto esaurito, grazie all'afflusso di anziani (un ospite ha 99 anni), spesso accompagnati da nipotini, che vengono quassù a cercare quiete e refrigerio spendendo poco. Nelle ore più calde la piazza del santuario, deturpata da portici banali, è deserta. La gente si sparge nel bosco, vasto 47 ettari, tutelato a parco dalla Regione Piemonte con una legge del 1980. Sul versante Nord della collina i castagni si alternano a querce e càrpini. Sul versante Sud predominano frassini, aceri, ciliegi selvatici, ancora querce. Il parco regionale ha il compito di tutelare il bosco, in parte guastato dalla moria di olmi, e di restaurare il patrimonio storico-artistico rappresentato principalmente da ventitré cappelle e cinque romitori immersi nel verde, collegati da sentieri, costruiti tra il '500 e il '600. Le cappelle sono ornate da gruppi statuari in terracotta policroma e da dipinti, in parte opera di Giovanni e Nicola Wespin e del Fiamminghino. «Sono quasi tutte in condizioni disastrose a causa dell'umidità e di atti vandalici. I restauri sono in parte finanziati dalla Regione, in parte da fondi raccolti tra i fedeli che vengono in pellegrinaggio al Sacro Monte di Crea. Qui passano oltre cinquecentomila persone l'anno», mi dice il giovane funzionario del parco che trovo nel suo ufficio sulla piazza del santuario. Il restauro dovrà essere esteso alla piazza stessa, ai negozi e alle insegne indecorose, all'arredo dell'intero spazio esterno al convento. In convento L'esplorazione ài luoghi ed edifici storici tenuti o rimessi in vita come romitaggi mette in evidenza due fattori di attrazione molto forti e lontanissimi tra loro: l'offerta di pace in ambienti religiosi, l'offerta di rilassamento in ambienti di mondanità raffinata. Trovo un altro esempio non lontano da Crea: la locanda del Santo Uffizio sulla collina di Cioè coro di Moncalvo. Il breve viaggio avviene attraverso il paesaggio del Monferrato nel suo momento di più alta bellezza. I campi dorati in lieve declivio e i prati verde tenero formano mosaici squillanti insieme con i vigneti ordinati come giardini. Il convento seicentesco, che fu proprietà del Santo Uffizio, è stato trasformato in piccolo albergho-ritiro da Beppe Firato. già celebre per il ristorante die porta il suo nome. «Non ho chiamato architetti né arredatori. Abbiamo fatto tutto in famiglia, con mia moglie, rispettando l'antico il più fedelmente possibile». Nel convento ha ricavato ventuno stanze. Deliziose quelle che si affacciano sul giardino e sulla piscina, incastonata con discrezione nel terreno. Olmi, gelsi Ogni arredo è diverso, con mobili di gusto piemontese, stoffe e tendaggi ispirati al fiore che dà il suo nome alla camera. La cucina è quella antica del convento. Dalla sala in cui si riunivano i padri domenicani arrivano accenti inglesi: «E' in corso il seminario di una società internazionale con sede a Ginevra», mi dice Beppe. «Abbiamo spesso questo tipo di ospiti. Tra i nostri clienti sono industriali italiani che invitano qui dirigenti <1 aziende straniere». Nella piscina nuotano allegramente alcuni tedeschi, con mogli e bambini. «Mi hanno dato del pazzo quando mi sono cacciato in questa impresa. Chi poteva venire in un albergo del genere a Cioccaro di Moncalvo? Eppure, i primi clienti hanno passato la voce, abbiamo prenotazioni tutto l'anno, anche d'inverno». C'è una grande pace. Alle spalle del convento il sentiero conduce nel parco: grandi ippocastani, olmi, gelsi, fino ai limiti del vigneto vasto una ventina di ettari. E' la rivincita della campagna appartata. La Toscana, e.ilrChianti in particolare, aveva dato i prijni.esepipi dirivaiutasione di castelli ed edifici stòrici col favore di un'ondata di simpatia per l'immersione temporanea nella vita contadina. Là il patrimonio storicoartistico è di gran lunga più ricco, l'agriturismo stesso diventa attrazione culturale. Anche in Toscana ai restauri corretti si sono accompagnate ristrutturazioni pesanti, ibridazioni di antico e moderno. Ma nell'insieme si salvano edifici, paesaggi e memorie, almeno parziali, che una politica di pura tutela passiva avrebbe condannato alla rovina. Mario Fazio

Persone citate: Beppe Firato, Crea, Emilio Vantadori, Mario Fazio, Nicola Wespin, Olmi, Visconti