Pci: al governo anche senza psi di Marcello Sorgi

Pei: cai governo anche senza psi Intervista con Achille Occhetto, numero due del partito comunista Pei: cai governo anche senza psi «Se si profilasse un'intesa con la de nessun partito, compresi i socialisti, potrebbe porci un veto solo perché politicamente non gli conviene» - «Ma è difficile immaginare un programma accettabile da noi e non'dal psi» ROMA — Onorevole Occhetto, è impressione comune che il pei sia fuori da questa crisi di governo, in quanto nessun partito sembra interessato a rimettervi in gioco. Perche? «Dal modo in cui stanno andando le cose è difficile capire chi è fuori e chi è dentro. Pino a venti giorni fa c'erano 1 cinque partiti, con una regola teorica di alternanza all'interno della coalizione. Adesso mi pare che è messa in discussione la presenza di ciascuno, si discute di formule in cui uno dovrebbe perder peso e un altro guadagnarlo. C'è in realtà una guerra per scalzarsi a vicenda dal centro dello schieramento. Per questo diciamo che il pentapartito è finito e che s'è„aperta una f ase"iiu,òva»""'J'JW 1 ' — Perù siete ri soli a dirlo. Tutti, e cominciare dal presidente del Consiglio incaricato, lavorano a una ricostituzione del pentapartito. E la delegazione del pel ha constatato che non c'è spazio per la vostra proposta di governo di programma. •Non mi pare che in questo momento ci sia una proposta che ha più successo di altre. La de ha chiesto la presidenza del Consiglio in una prospettiva definita "strategica", ma non si può dire che finora sia stata accontentata. Il psi vorrebbe continuare con la presidenza socialista, ma la de gli oppone o un termine a breve o un patto di sette anni; cioè in sostanza, gli dice di no. La verità, anche se de e psi stentano a rendersene conto, è che questo equilibrio politico è saltato e tutti i partiti in questa fase sono al nastro di partenza». — Se la situazione è cosi grave, perché dovrebbe bastare a riassestarla l'Ingresso nella maggioranza e nel governo di un sesto partito ol tre-ai cinque che già ci-sono? -Ma questa non èja^pstra proposta. Noi ci siamo fatti avanti con un programma, e poi abbiamo detto: i partiti si confrontino, e quelli che rag giungono un accordo lo gesti scano senza pregiudiziali per nessuno». — Cosi dicendo però vi siete rivolti contemporanea¬ mente a de e psi, non escludendo gli altri partner della coalizione. Avete proposto in pratica una «grande coalizione»; e qui sta — a giudizio degli osservatori — là debolezza della vostra iniziativa. Se i due maggiori rivali dell'attuale contesa si rimettono d'accordo e ritrovano per strada gli altri tre, avendo una maggioranza, perché dovrebbero chiedere l'appoggio del pei? •Insisto, se si ragiona in termini di coalizione, grandi o piccole, non si capisce cosa veramente vogliamo fare. Noi abbiamo detto fin dal nostro congresso che riteniamo superata la logica degli schieramenti, che intendiamo misurarci sui programmi. E' una proposta "aperta", rivolta a tutti. Ma non vuol dire che, come gli altri partiti scelgono con chi confrontarsi e allearsi, lo stesso non possa fare anche il pei». — Sta dicendo che, se trovate un accordo sul programma, voi potreste anche scegliere fra de e psi? Dico che, se si accetta il metodo del confronto sulle cose, è naturale che alla fine alcuni trovino un accordo, e possano gestire programma e governo, e altri no. D'altra parte, proprio mentre chiediamo che non ci siano pregiudiziali verso di noi, che senso avrebbe porle da parte nostra?» — E se a un certo punto di questa ipotetica trattativa vi trovate davanti una de disponibile e un psi restio a concludere l'accordo, che fate? •Natta ha già risposto dopo l'incontro con Andreotti che difficilmente si può immaginare un programma accettabile dal pei e non dal'psi. Lo ha detto perché sia chiaro Che non abbiamo alcun desiderio di aggiramento del psi: per parlar chiaro non siamo a riedizione né del "compromesso storico" né del "governo diverso" dell'estate '83. Aggiungo che il nostro non è un 'istogramma1 ' "nèutro", e già la proposta di gestire la ripresa - economica:' approfittando dei vantaggi della bolletta petrolifera, in modo capovolto rispetto agli indirizzi attuali del governo, è destinata a far discutere. Non si capirebbe, a tal proposito, la contrarietà di un partito che si dice riformista come il psi. Infatti per noi il programma è una leva per la riorganizzazione delle forze riformatrlci. Insomma non siamo a tutti i costi alla ricerca di un accordo é con chicchessia. Ma se di fronte ad una crisi inestricabile come questa il metodo del confronto programmatico passasse, e dovesse profilarsi un'intesa, nessun partito, compreso il psi, avrebbe dirito di porci un veto solo perché politicamente non gli conviene». — Si può dedurre che è indifferente per voi chi fa il presidente del Consiglio? Che giudizio date di Andreottl? «Andreotti ha parlato di programma, ma poi ci è apparso prigioniero della gabbia del pentapartito, e il suo stesso programma è esplicitamente ancorato al vecchio schieramento pentapartito. Quindi, in effetti, non si è avviata una reale ricerca programmatica». — E Cresci? «DI Craxi ci stupisce il fatto che resti fermo alla contesa su Palazzo Chigi, senza porsi il problema di giocare una partita diversa. Davvero ci saremmo aspettati che di fronte all'evidente fine del pentapartito il leader socialista tentasse di riaprire la partita con un altro gioco, chiedendo l'incarico non per riprodurre una situazione statica e ormai fatiscente, ma per cercare nuove strade con le forze disponibili ad impegnarsi in modo concorde e In condizioni di pari dignità su un programma di risanamento e di sviluppo da attuare nella fine di questa legislatu ra». Marcello Sorgi mtMSà ktsmmt

Persone citate: Achille Occhetto, Andreotti, Craxi, Natta, Occhetto

Luoghi citati: Perù, Roma