«Ecco le cause della forbice ingrosso-dettaglio»

Prezzi: negano le accuse «Ecco le cause della forbice ingrosso-dettaglio» Prezzi: negano le accuse • ROMA — E' errato, anzi, non è possibile, un raffronto diretto tra l'andamento dei prezzi all'ingrosso e quello del costo della vita. Lo afferma il centro studi della Confcommerclo, intervenendo cosi nella polemica in corso sull'allargarsl della forbice tra questi due indici. La forbice non è, si sostiene, di quell'8,2% che corre tra il calo dell'1,8% registrato a maggio sull'anno per i prezzi all'ingrosso e l'aumento del 6,4% (tendenziale) segnalato nello stesso mese dall'indice dei prezzi al consumo. Occorre invece, sostiene il centro studi della Confcommercio, analizzare la situazione per settore, utilizzando indicatori omogenei. La flessione di maggio del prezzi all'ingrosso, secondo la Confcommercio, va attribuita soprattutto «al calo del 6,6% registrato dal settore dei bèni intermedi ed ausiliari», mentre per 1 beni d'investimento e i beni di consumo finali, l'indice dei prezzi all'ingrosso registra solo un certo rallentamento. Sempre alla Confcommercio sottolineano poi l'effetto di trascinamento che ha il costo dei trasporti, la cui dinamica non viene invece1 rilevata sui prezzi ell'ingrosso, Si tratta di un comparto «tuttora in tensione», dicono alla Confcommercio che si trascina «pesanti eredità dal 1985», cui si è aggiunto l'adeguamento del 7,5% delle tariffe per gli autotrasporti effettuato lo scorso marzo, nonché gli adeguamenti relativi alle polizze assicurative, per un effetto complessivo di trascinamento del 10-11%. Sempre secondo la Confcommercio, si registra Invece «una forbice ben più alta» all'interno della stessa fase di produzione, e su questa andrebbe rivolta maggiore attenzione. Vi è poi il fattore dei tempi diversi a seconda dei comparti necessari a trasferire il calo dei prezzi dalla produzione ai consumi. Mentre infatti per i prodotti alimentari due mesi potrebbero bastare, nel settore dell'abbigliamento la produzione, che ha caratteristiche stagionali, viene effettuata di norma con un anno di anticipo rispetto alla commercializzazione. Per Francesco Galli, responsabile per i rapporti economici della Confindustria, Invece, «l'assenza di concorrenza porta a resistenze nel settore distributivo» ad accogliere anche al consumo le variazioni al ribasso del prezzi all'ingrosso. Galli non è però pessimista. Si rileva, afferma, uno scarto naturale di 1-1,5 mesi tra i due Ìndici, per cui anche se è da escludere che si possa arrivare ad una flessione dei prezzi al consumo, una regressione, con il dovuto lasso temporale dovrebbe comunque verificarsi. Assolutamente negativa è, invece, per Galli, la prassi degli sconti praticati dal commercianti per non ritoccare al ribasso i prezzi finali. Si tratta di un caio artificioso dei prezzi, di cui il consumatore gode saltuariamente, ma che non ha invece alcun effetto calmieratore. Per la Coni api, invece, va sottolineato come la dinamica dei prezzi risenta di fattori di distorsione.

Persone citate: Francesco Galli, Galli

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