Stava il crimine nel bacino di Franco Giliberto

Stqva# il crimine nel bacino A un anno dalla catastrofe tra commemorazioni e polemiche Stqva# il crimine nel bacino Oggi sarà consegnata al giudice di Trento la perizia tecnica della parte civile che tutela oltre duecento famiglie Gli esperti sostengono: «La progettazione dei bacini sopra l'abitato fu una scelta assurda» - H geologo Vàia: «L'indagine giudiziaria sui terreni è stata anomala e rischia di inquinare pure le prove delle responsabilità» DAL NOSTRO INVIATO TRENTO — A un anno dalla catastrofe di Stava e alla vigilia della commemorazione delle vittime (si terra sabato prossimo nel cimitero di Tesero) non c'è posto soltanto per memorie dolorose e rimpianti sconsolati: proprio in questi giorni sta crescendo una polemica aspra •sui fatti del dopo-, sulla lentezza e su taluni risvolti paradossali dell'inchiesta giudiziaria che dovrebbe individuare errori e colpevoli. • Grosse sorprese- sono preannunciate per domani, in una conferenza stampa che le Acll terranno nella loro sede milanese. Il crollo del due bacini e la conseguente morte di 269 persone sono imputabili ad atti di ^ingegneria criminale-, ossia alla costruzione di un laboratorio minerario a cielo aperto, in bilico sul pendio di un monte? Sostanzialmente è questo 11 tema dell'incontro con i giornalisti. A rispondere saranno esperti di fama internazio naie, le cui perizie sull'evento disastroso vengono depositate oggi nel palazzo di giustizia di Trento: ben prl ma di quelle ufficiali, che sono ancora nascoste in una specie di limbo. L'altr'anno al -Miramonti (una casa-albergo di Stava) le Acli ospitavano alcuni gruppi di villeggianti di varie citta italiane, aderenti al patronato cattolico. Il mare di melma precipitato a valle il 19 luglio spazzò via quell'edificio e ghermì quarantaquattro persone che l'abitavano. La costituzione di parte civile dell'Associazione, per forza di cose, divenne pressoché automatica in memoria di quel gruppo di morti. Ma non solo. Anche centocinquanta familiari di altre vittime di Stava si rivolsero alle Acll chiedendo 11 patrocinio legale. Cosicché oggi, con un .gpllegio d^H^comnpsto da undici avvocatf e un collegio di periti altrettanto nutrito, il Centro di solidarietà istituito dall'Associazione si propone come uno dei più autorevoli «protagonisti» del prossimo dibattito giudiziario. «Ha qualche valore annotare che la nostra adesione è gratuita, che abbiamo accettato questo incarico con il massimo impegno, senea badare alle parcelle?-, dice l'avvocato Benito Perrone, coordinatore del collegio di difesa. Certo, ha qualche valore se si pensa che tra questi legali della parte civile vi sono autorevoli penalisti, civilisti e amministrativisti come i professori Federico Stella Domenico Pulitane, Oreste Dominion! e Giorgio Berti, per citare soltanto qualche nome. Ma in vista del processo, altri professionisti di rango interpellati dall'Associazione milanese sono già scesi in campo. La perizia tecnica «di parte-, che oggi sarà consegnata al giudice istruttore Carlo Ancona, porta le firme di Floriano Villa, presidente del'Associazione nazionale del geologi, del professor Genevols e dell'ingegner Davià. oltre che l'avallo del professor Josef Brauns. docente dell'Università di Karlsruhe, considerato in campo mondiale uno specialista di dighe in terra battuta-, quali erano quelle che reggevano i due bacini di Stava. Che cosa accadrà se Brauns e i suol colleghi diranno — come da più ele¬ menti si può già evincere — che l'aver costruito impropriamente e poi ampliato e poi raddoppiato 1 bacini sopra l'abitato di Stava fu una specie di 'Crimine ingegneristico- tollerato per oltre ventanni? Chi avrà argomenti per controbattere? Non vi è soltanto questo semplice quesito attorno alla vicenda giudiziaria originata dal disastro di Stava. In un'ordinanza di convocazione dei periti d'ufficio, nella primavera scorsa, il giudice istruttore già lamentava 'mancanza di collegamento- fra, gli esperti giudiziali e notevole ritardo- del loro lavoro (alla convocazione del magistrato risposero due periti soltanto su quattro). E sempre . nella primavera scorsa il geologo Floriano Villa denunciava pubblicamente che le indagini tecniche eseguite fino a quell'epoca «non servivano a molto-. Sarebbero stati compiuti, per esempio, prelievi e sondaggi inappropriati nel terreno dei bacini crollati. Tanto che sarebbe necessario — sostiene il professor Villa — ripetere quegli interventi daccapo e con criteri ineccepibili, perché non siano inquinate le prove di responsabilità. Ma è il modo, questo, di commemorare l'anniversario della tragedia? Veder sfuggire o percepire ancora lontano l'accertamento della verità sul disastro giustifica la rabbia e la polemica? Il giudice istruttore Carlo Ancona ritiene che ogni contributo possa essere importante, anche si trattasse di una disparità di pareri tra i periti d'ufficio (altra evenienza che sta prendendo corpo). 'Cosa vuole — dice il magistrato — il nostro è uno strano Paese. Un piccolo aneddoto? Quando nell'autunno scorso fu pronto il camion che conteneva i tanti campioni di terriccio di Stava da far analizzare nell'Università di Cagliari, finalmente andai in ferie. Al mio ritorno, il camion era ancora II, fermo a Trento. Non era stato fatto partire perché non aveva la bolla d'accompagnamento delle merci trasportate. Nessuno si voleva prendere la re sponsabilità d'avviare il motore. Quella volta perdemmo un mese di tempo Franco Giliberto

Persone citate: Benito Perrone, Carlo Ancona, Federico Stella Domenico Pulitane, Floriano Villa, Giorgio Berti, Miramonti, Oreste Dominion

Luoghi citati: Cagliari, Tesero, Trento