Mappa del persuasore occulto

Mappa ersuasore INCHIESTA SUI LOBBISTI ITALIANI: OBIETTIVI, TRUCCHI, PIANI Mappa ersuasore Paralizzata dal disastro di Cernobil, ora la lobby delle centrali nucleari si ripresenta - Bussa alle porte dei sindaci con volto e toni rivoluzionati: linguaggio cauto, convegni rassicuranti - Attenti, camaleontici, i professionisti della persuasione controllano scientificamente la società, la politica, le leggi - I rapporti con i parlamentari - Influenze e corruzione ROMA — L'ultima borsa che si è messa In viàggio, ha dentro la mappa dell'intrigo nucleare. La portano in giro tre lobbisti di professione, che dal 1983 ormai lavorano a tempo pieno per convertire partiti, sindaci, assessori, opinione pubblica alla causa delle centrali atomiche. Prima di Cernobil, era un lavoro tranquillo, quasi da rappresentanti, venditori di un prodotto scomodo, ma accettato e garantito. Oggi il disastro sovietico ha cambiato tutto. Dopo una pausa di qualche settimana, i sindaci vedono di nuovo i lobbisti spuntare alla porto, dei loro uffici. Ma non sanno che le loro borse sono state completamente svuotate e riempite con una nuova strategia. In silenzio, la lobby nucleare ha rivoluzionato i suoi piani: adesso c'è prima di tutto da combattere la paura del dopo-Cernobil. Convegni, scienziati convocati da tutto il mondo per spiegare, rassicurare e convincere, nuove statistiche per dimostrare la differenza tra gli impianti occidentali e quello sovietico e poi una distribuzione a tappeto di riviste specializzate a difesa del nucleare. Quello che è cambiato radicalmente è il lin¬ guaggio: niente più. toni trionfalistici, cautela, basta con la parabola secondo cui bomba atomica e centrali nucleari sono come Caino e Abele, uno cattivo, l'altro buono. «All'improvviso, Abele ha commesso un assassinio a Cernobil», dice Marcello di Tondo, amministratore della Incomnews, l'uomo che guida i persuasori nucleari. «Anche la lobby deve prenderne atto». Nessun problema. Flessibile, attenta, camaleontica, la lobby sa adeguarsi, sparire, ripresentarsi, pronta a ricominciare. La SCR (prima società italiana di pubbliche re/anioni, 4 miliardi di fatturato nel 1985, di cui il venti per cento proviene direttamente dall'attività di lobby) impegna nella sua sede di Roma due persone fisse per il controllo delle tendenze legislative e politiche: devono leggere tutti t bollettini parlamentari, le interpellanze, le interrogazioni, le proposte di legge, i resoconti dell'aula e delle commissioni, tenendo d'occhio trenta argomentiguida (dalla privacy alle telecomunicazioni) per capire in che direzione si muovono scelte e costumi dell'universo parlamentare, chiamato a prendere le decisioni che contano. Due volte al mese, un albergo discreto ospita a Roma un gruppo di lavoro anonimo in una saletta riservata, davanti ai visori della Incomnews: sono gli uomini dell'Enea, dell'Enel, dell'Ansaldo e di tutto II settore elettromeccanico nucleare pubblico e privato, che fanno il punto sulla strategia di conquista della pubblica opinione, aggiornando gli Input per i lobbisti. Con cadenza fissa, ogni trenta yiornl, Il responsabile Italiano di una multinazionale lobbistica americana ha un appuntamento «soltanto per conversare» con nove personaggi-chiave della politica, scelti come rivelatori del mutamenti in corso, termometri utili per aggiornare la mappa del potere. Quella mappa, è il primo strumento che il lobbista professionale porta nella sua borsa, come una bussola per t quattro punti cardinali della sua azione: ottenere dal Parlamento una nuova legge (o un emendamento) in favore degli interessi che rappresenta; orientare In una determinata direzione un provvedimento già In discussione; accelerare l'approvazione di una norma; ritardarla o bloccarla del tutto. Graficamente, la mappa è un sistemùlm * ascisse e coordinate'*tracciato su un cartoncino bianco sul quale compaiono In colore diverso a seconda dell'Importanza, e a distanza diversa dall'obiettivo, a seconda dell'accessibilità, gli «attori» del teatrino lobbista e tutti coloro che li possono influenzare. «E' lo scenario nel quale la lobby deve muoversi per arrivare al suo risultato», dice Gigliola Ibba Francescato, amministratore delegato della Burson Marsteller Italia, filiale della maggior società mondiale nel settore delle pubbliche relazioni. «Oli attori sono tutti coloro che hanno parte In causa rispetto al provvedimento che si vuole ottenere o bloccare, Ma con loro, bisogna individuare quali sono gli alleati, 1 gruppi ostili, 1 neutrali, Quindi si sceglie il sistema migliore d'Intervento: sul legislatore, sui gruppi che lo influenzano, sull'opinione pubblica». n l i i , i e è i i i I potenti Una società come la SCR per preparare la sua mappa pu* attingere a una banca dati con 3 mila nomi, aggiornata dalle schede compilate nel weekend dal lobbisti, con Il profilo dei personaggi nuovi incontrati ogni settimana. «Per chi fa questo mestiere non conta solo il potere formale, ma anche quello sostanziale, spesso nascosto, mimetizzato, sconosciuto, dice ti presidente. Toni Muzt Falconi. A noi interessa chi ha voce in capitolo nelle decisioni: sappiamo che Giuliano Amato, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, conta più di un ministro, che il presidente della Consob Piga è più influente di un uomo di governo, che ci sono personaggi come Siclart, provveditore generale dello Stato, poco noti all'opinione pubblica, ma determinanti. Avvicinare, convincere e usare questi canali può essere decisivo. Un ministro come De Mlchells, ad esempla è influenzato da venti persone: per il lobbista spesso è non solo più facile, ma più produttivo, passare attraverso una di queste per centrare l'obiettivo». Il lobbista professionale, l'ultimo nato, all'ombra del grande studio di pubbliche relazioni e dell'ufficio di consulenza, non sempre si presenta direttamente doventi all'uomo politico. «Molto spesso, dice Marcello di Tondo, offriamo assistenza preparazione, prepariamo piani di comunicazione a lunga scadenza, organizziamo convegni, in una parola insegniamo a fare lobblng. Spesso lo insegniamo anche al sindaci e agli assessori, fornendo loro le documentazioni e gli argomenti necessari per difendere la loro e la nostra tesi davanti al corpo elettorale e per controbattere le obiezioni degli avversari». Training C'è di più. La sofisticazione arriva al punto di organizzare veri e propri corsi di addestramento al lobbismo per i dirigenti di quelle aziende che. hanno deciso di fare lobby e non sono preparati. «Per prima cosa, spiega Gigliola Ibba, misuriamo con veri e propri test la credibilità e l'autorevolezza di imprenditori e funzionari e la loro capacità di far comprendere il messaggio che devono trasmettere. Poi prepariamo le audizioni parlamentari, 11 momento in cui l'azienda deve sostenere pubblicamente le sue tesi o rispondere alle domande dei legislatori. Forniamo materiale illustrativo, lucidi, dati statistici e grafici, raccomandiamo sinteticità e chiarezza, soprattutto sottoponiamo il rappresentante dell'azienda convocato dalla commissione parlamentare a un vero e proprio training, simulando l'interrogatorio da parte dei deputati». Ma alla fine, molto spesso e su richiesta delle stesse aziende, è II lobbista professionale che deve prendere In mano la borsa con le carte giuste, per presentarsi direttamente davanti all'uomo politico. Nasce, dicono gli uomini delle lobbies, il problema di seguire e controllare l'affidabilità del parlamentare che'haaccéltalo'di co[laporare eo^^,](Jbbyifyr| stenendo le sue tesi in Pària- mento: negli Stati Uniti la banca dati delle grandi società di lobbing consente di controllare come ha votato negli ultimi tre anni un qualunque parlamentare di un qualunque Stato. In Italia spesso al parlamentare Il lobbista non chiede soltanto un voto, ma pressioni, spinte silenzi, favori, e alla fine un controllo reale di questa disponibilità ampia ma frammentata diventa Impossibile. Ma II vero problema, è quello delle contropartite. «Deputati, funzionari, pubblici amministratori si mostrano sempre meno disponibili a Iniziare, accelerare o ritardare un processo decisionale senza ottenere qualche contropartita, rivela Muzt Falconi. Non importa che io vada nei loro uffici a difendere un interesse perfettamente legittimo, anche se di parte. La legge che chiedo o che suggerisco viene trattata come un sacchetto di pomodori: cioè si può vendere, ma dipende dalla contropartita, che non è solo in denaro». Continua Muzt Falconi: «Ci sono 1 corrotti veri e propri, quelli che non fanno nulla per nulla, perché sono dediti all'arricchimento. Gli altri — e purtroppo sono sempre di più — hanno semplicemente perso ogni distinzione tra interesse pubblico e interesse privato, tra ciò- che è dovuto e ciò che è un favore. Mi occupo della tua cosa — ti dicono — ma mi devi comprare sette pagine di pubblicità su una rivista, devi aiutarmi a uscire sui giornali, devi organizzarmi un convegno». E se il lobbista rifiuta? «Restano solo due strade. O trova un sistema indiretto per influenzare ugualmente il deputato, oppure è semplice: prende con fatica la sua borsa, va da un'altra parte e -ricomincia».

Persone citate: Falconi, Gigliola Ibba, Gigliola Ibba Francescato, Giuliano Amato, Piga, Tondo

Luoghi citati: Italia, Roma, Stati Uniti