Legar le mani

Legar le mani Legar le mani (Segue dalla l'pagina) trambi come un vincolo. E di fatto tale esso è: un vincolo di natura intrinsecamente politica perché limita la libertà d'azione e di movimento tanto del pei che della de. In un sistema politico definito come il nostro dalla proporzionale, libertà d'azione e di movimento significa libertà di alleanze. Ma proprio qui ha colpito e colpisce il craxismo. In forza della nuova posizione socialista, la scelta vera — strategica, voglio dire, di sostanza, al di là degli escamotages di un giorno — di fronte alla quale si trova il pei (il pei di oggi, quale storicamente lo conosciamo) si riduce alla scelta tra l'isolamento degli ultimi sei anni o l'alleanza con il psi. Ma quésta alleanza non può che essere a guida socialista. Per il pei, in altre parole, si tratta o di rassegnarsi ad una versióne ghettizzante della propria autonomia, o di accettare un'egemonia di fatto da parte di Craxi »u tutta la sinistra. Un'alternativa comunque assai poco allegra. La stessa drastica riduzione di libertà e di spazio politico il psi opera nei confronti delta democrazia cristiana: le contende il ruolo di centro del sistema, le impedisce qualsiasi strategia consociazionistica in direzione del pei, ed in più la obbliga a sopportare la coabitazione governativa. A differenza del pei, infatti, la de non può neppure scegliere di stare all'opposizione. L'unico rimedio che uno schema triadico, com'è sostanzialmente oggi quello italiano, offrirebbe per contrare 11 «riposizionamento» socialista operato da Craxi sarebbe un'alleanza^ pci-dc. 'Mav.'fier? ragioni fw^troj*po ovvie, questa è impossibile senza l'assenso del psi. Una maggioranza democristianicomunisti con i socialisti all'opposizione, infatti, pur ammesso che durasse più di sei settimane, si risòlverebbe di sicuro in una catastrofe elettorale per l'uno o l'altro dei due contraenti o per entrambi. Come si vede, il nodo dei problemi è eminentemente politico, perché in ballo è la caratteristica decisiva di qualsiasi soggetto politico (individuo o partito che sia): la libertà di autodeterminarsi, la libertà di scegliere e di agire nelle più diverse direzioni possibili. Da questo punto di vista — che a me pare quello decisivo, e tra l'altro sentito come tale dagli stesti protagonisti — il parlare di programmi, come in questi giorni ha fatto il pei ed ora sta facendo Andreotti, non può che avere un puro valore di occultamento'e di pretesto. Attraverso un «programma», cioè, sia il pei che la de cercano in realtà di aggirare il vincolo politico con cui si trovano alle prese ormai da anni. Il loro intento effettivo non è già quello di varare questa o quella legge, bensì di creare una situazione politico-parlamentare che allenti il vincolo anzidetto. Naturalmente ha ragione chi, come Norberto Bobbio, lamenta questo disinteresse per le cose, per i problemi della gente. Ma, se la situazione è questa, la responsabilità deve essere fatta risalire a nuli'altro che al nostro sistema elettorale. E' fisiologico, infatti, che nei regimi fondati sulla proporzionale le questioni politiche decisive siano sempre quelle di schieramento e di alleanza, dal momento che nella realtà è su queste che gli elettori si pronunciano. Con la proporzionale i cittadini non scelgono né programmi né cose da fare né governi che le facciano: distribuiscono semplicemente quote di potere politico puro, cioè di libertà d'azione, Almeno per questo aspetto, dunque, i partiti, poi, non fanno che adeguarsi. E. Galli della Loggia

Persone citate: Andreotti, Craxi, Galli, Norberto Bobbio