Zagladin un turista indiscreto di Frane Barbieri

Zdgjltgclin# un fryrisim Indiscret& Zdgjltgclin# un fryrisim Indiscret& (Segue dalla 1* pagina) Aveva chiesto soltanto: perché anche noi non potremmo avere rapide conferenze d'informazione come le hanno i socialisti, i liberali e i democristiani? Da Varsavia e arrivato ora il colpo gobbo. Tanto più gobbo per il pei in quanto poco prima Napolitano, nuovo ministro degli Esteri del partito, era a Mosca e nessuno gli aveva accennato nulla Una risposta, abbastanza annacquata, di Rubbi nascondeva male la sorpresa, evitava la polemica ma faceva capire l'imbarazzo del pei. Anche la sua determinazione però di non retrocedere. A parte la sopravvivenza dello stile vecchio Cremlino, viene da chiedersi: perché Gorbaciov affronta il rischio di trovarsi contro il più grande partito occidentale, seguito nello stesso rifiuto dal più grande partito al potere, quello cinese, e dal tuttora emblematico partito titoista? Azzardiamo alcune ipotesi Le resistenze inteme costringono Gorbaciov a dare prova che il rifo.'mijmo non intacca la forza globale dell'Urss. Non esiste mito più duro a morire di quello che vede l'Urss al centro di un inarrestabile e coordinato movimento comunista in espansione, del quale Natta invece non si sente più parte. L'azzardo riformista di Gorbaciov sente poi il bisogno di un muro protettivo: le vie della costruzione socialista si diversificano, ma il campo socialista, nella sua strategia planetaria, blocca le spinte centrifughe trascinando tutti i partiti sulla linea sovietica. Se fughe si sono registrate, il gorbaciovismo promette di farle rientrare. Prova ne è il modo enfatico con cui i partiti hanno scoperto nel ritardato rinnovamento dell'Urss la soluzione di tutti i propri problemi. Tutti, da Castro ai vietnamiti, agli afghani e a certi partiti occidentali stanno inscenando doppioni del congresso di Gorbaciov, Tutto sommato, nel debellare le resistenze, il nuovo capo sovietico cerca argomenti per dimostrare che con una diversa strategia Mosca raggiunge meglio lo stesso obiettivo storico del comunismo su scala mondiale. La conferenza pancomunista ridiventa cosi attuale e necessaria, dopo che si era credute;, anzitutto a Roma, che con il siluramento di Ponomariov fosse tramontata anche la sua iniziativa, sconfitta dalla resisten¬ za del pei Zagladin non poteva sperare di far cambiare idea a Natta, da lui turisticamente incontrato assieme a Napolitano, a Rubbi e a Boffa. Aveva piuttosto il compito di far desistere il pei da nuovi spunti polemici, di evitare una lacerazione sullo strappo appena ricucito. Il Cremlino non può sperare neanche di portare i resistenti italiani, cinesi e jugoslavi al concilio pancomunista. Conta però di metterli a disagio, soli di fronte al blocco di centoventi partiti, per di più su un tema tanto sentito e se vogliamo demagogico come «la lolla dei comunisti per la pace e per il disarmo nel mondo». Conta anche di poter sgretolare, nel solito gioco di logoramento cominternista, le opposizioni revisioniste. Notiamo già per esempio una discrepanza tra il pei e il partite jugoslavo: a differenza di Natta «non facente più pane di nessun movi mento», Grlickov, artefice della linea autonomista che si pensava vincente dieci anni fa a Berlino («conferenza storica in quanto ultima»), parla in una recente intervista di un nuovo modo di collaborare nel «movimento comunista mondiale». quindi esistente o da resuscitare: Zagladin, dicono, ha certo rinnovato la sua scorta di vistose cravatte italiane. Politicamente, a quanto ci sembra, la sua visita turistica è servita a prevenire polemiche pubbliche, che dovrebbe condurre con la sua penna per conto di Mosca. Il contrasto resterà nei meandri intercomunisti. Non è un risultato da poco. Ma ci viene il sospetto che Zagladin, approfittando della situazione, abbia svolto a Roma altri compiti importanti. Gorbaciov deve pur sentire qualche nostalgia per il governo italiano appena rovesciato. Più per Andreotti che per Craxi. Come aveva già fatto l'ambasciatore Lunkov, suggerendo a Natta una ritirata del pei durante il processo parlamentare contro Andreotti per salvare una politica estera «costruttiva», Zagladin, italianista di Gorbaciov, turista capitato nel momento giusto, era senz'altro latore de! suggerimento di far proseguire Andreotti. Scoprendo che, dopo diedi anni, le sorti di Andreotti possono di nuovo dipendere più che mai dalla benevolenza del pei. Frane Barbieri

Luoghi citati: Berlino, Mosca, Roma, Urss, Varsavia