I laici rientrano in gioco di Renato Altissimo

^I laici rientrano in gioco Andreotti ha sentito ieri in forma privata i segretari di pli^psdi e pri ^I laici rientrano in gioco Altissimo: «Mi ha chiesto un parere, dati i nostri buoni rapporti col psi» - Nicolazzi: «L'ho trovato deciso ad andare avanti» - Spadolini: «Cerchiamo un punto d'equilibrio» ROMA — A Renato Altissimo, segretario liberale, e pri.mo a salire le scale dello studio di Montecitorio per 1 colloqui «privati», Andreotti ha chiesto sé c'era un margine per una sua mediazione con i socialisti, fondata sui vecchi rapporti di amicizia fra pli e psi. Da Franco Nicolazzi, segretario socialdemocratico, incontrato ieri mattina, ha voluto sapere se la posizione del suo partito era di pura e semplice difesa del pentapartito o di arroccamento sulla presidenza socialista. E anch'; con Spadolini i contatti non sono mancati. Trascurati dai «duellanti» nella prima fase della crisi, lasciati senza notizie, con i telefoni muti, e spinti a protestare con un vertice contro il silenzio dei maggiori allea ti, i tre partiti laici hanno accolto con favore la «tattica dell'attenzione» del presidente incaricato. Con un giro di pre-consultazioni, Andreotti ha dato subito l'impressione di voler uscire dalla logica della partita a due. Ne ha ricavato soprattutto da parte di pli e ps di, i più restii ad accettare un cambio della guardia in questi termini a Palazzo Chigi — un atteggiamento non pregiudiziale, almeno di equidistanza fra l'ipotesi di un governo a guida da e quella di una conferma di Craxi. Cosi, venerdì sera, Andreotti ha voluto discutere a lungo con il nuovo segretario liberale il problema della resistenza del psi. «Aron mi ha chiesto nulla — racconta Altissimo — ma, dati i rapporti di buon vicinato che legano da anni pli e psi, ho capito che voleva sapere se esistesse, a mio parere, un margine di ripensamento socialista e un eventuale spazio di mediazione. Io ho potuto rispondergli solo che vedevo una posizione molto rigida del psi, ed anticipargli quale sarebbe stato il nostro atteggiamento: nessun governo fuori dal pentapartito, e nessun governo elettorale. Gli ho anche detto che vedevo la crisi avvitarsi ed ero preoccupato dal gioco dei veti incrociati fra de e psi e dal rischio, ormai incombente, di elezioni anticipate. Andreotti mi è. sembrato consapevole, ma determinato: Anche Franco Nicolazzi, ieri mattina, ha avuto la stessa impressione. «L"no trovato deciso ad andare avanti, malgrado le difficoltà. Mi ha chiesto consigli su come superare l'ostacolo più grosso, la pregiudiziale del psi. Io gli ho ricordato che i socialdemo¬ cratici da tempo, almeno dalla campagna elettorale siciliana, avvertivano il rischio di un deterioramento dei rapporti interni nella coalizione. Il primo problema ora è ricreare un clima buono nella maggioranza. Noi lo vogliamo, i laici lo vogliono, Andreotti -mi ha assicurato che lo vuole anche la de. In questo senso il lavoro del presidente incaricato è apprezzabile, e credo che abbia ragione a scegliere i tempi lunghi. Senza un periodo di decantazione, la situazione non va avanti. Credo che difficilmente il psi recederà dalla sua richiesta di azzeramento. Ma poi tutto sarà possibile, anche un nuovo incarico a un de. Per parte nostra, il problema della presidenza del Consiglio è indifferente*. Convinto che vada ricercato «un punto di equilibrio» e pure Spadolini, il leader che fino all'ultimo ha cercato — inutilmente — una mediazione possibile fra Craxi e De Mita. Spadolini (lo ha spiegato sia a De Mita che a Andreotti, e poi lo ha scritto sulla Voce repubblicana) sostiene: se di rottura in rottura si arrivasse alle elezioni anticipate, che tuttavia «il pri non teme; dopo il voto sarebbe difficile rimettere In piedi l'alleanza di governo. In più, •il Paese non sopporterebbe* un'altra tornata elettorale condotta •come una Cavalleria rusticana, un bis delle eieMoni siciliane trasferito sul plano nazionale' : sarebbe destabilizzante. Se questo è un modo di insistere per convincere de e psi a trovare un'intesa, anche gli altri laici sono d'accordo. Ma Nicolazzi, con un pizzico di malizia, vede nel segretario del pri •troppa voglia di protagonismo: che, se prelude a un'eventuale candidata' ra dell'ultima ora per una tregua fra 1 «duellanti», trova il psdi guardingo. •Sicuramente — sottolinea Nicolazzi —io non ho affidato a Spadolini la rappresentanza degli interessi del mio partito*. Anche Altissimo, fra le diverse ipotesi per uscire dalla crisi, • considera scarsamente probabile la candidatura di un laico alla guida del governo. «Non la escludo, ma dico che difficilmente in questa fase potrebbe essere espressa da un'intesa fra pri, pli e psdi*. Cosi, vicini nel momento dell'isolamento, ora che son tornati in gioco i tre alleati minori ricominciano a guardarsi con sospetto Marcello Sorgi Franco Nicolazzi Renato Altissimo

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