Avignone, Tempesta di magia

Avignone, Tempesta di magia Grande successo, all'apertura del festival, per la commedia diretta da Arias Avignone, Tempesta di magia DAL NOSTRO INVIATO AVIONONE — Inaugurazione del trentesimo Festival all'insegna di un netto, conclamato successo: dieci minuti buoni di applausi, cadenzati, per la Tempesta del Gruppo Tse (ora divenuto Oentre Dramatique National d'Aubervtlllers), per il suo regista Alfredo Arias, per 1 suoi collaboratori, in testa lo scenografo Roberto Piate. E" proprio a Piate che si deve la prima idea vincente della serata: quella di aver tradotto l'Isola shakespeariana, in cui. com'è, noto, la vicenda si svolge, in un vasto atollo di sabbia, tutto circondato dall'acqua, su cui tutta via non svetta una grotta, ma un alto, possente frammento in rovina, con tanto di arcata mozza, delia parete del Palazzo dei Papi, che a quel ra dere sta realmente dietro, innescando cosi un effetto di trompe l'oeil, che, soprattutto se osservato dall'alto, diventa altamente simbolico del rapporto centrale in questa tragicommedia, quello tra illusione e realta. D'altronde il regista Arias ha puntato decisamente le sue carte proprio sulla illusorieta della vicenda: l'ha accettata sin dall'inizio come una stupenda fiaba, che va offerta come tale. Il che non vuol dire, naturalmente, non volerne far avvertire al pubblico il sottofondo amaro: la naturale fraudolenza dell'uomo, la sua sete insaziabile di potere, tutta la tematica, per cosi dire, cortigiana dell'opera. All'opposto significa metterla in rilievo, ma filtrarla poi attraverso visioni conti nue di impeccabile eleganza, stupende proprio nella loro precarietà. Arias ha, proprio per questo, posto in molta evidenza tutta la dolente storia del naufraghi congiurati, che nelle loro peregrinazioni sull'isola non fanno che ripetere gli errori già commessi a Napoli o a Milano: anzi ha avvolto 1 quattro intrepreti in pesanti costumi di broccato, dai colori autunnali, che jCfeloe ObolenskJW(cioè la sturnista del trionfale Matta-, bharata di Brook, l'anno scorso, ha disegnato ispirandosi a bella posta alla pittura di corte di un Velasquez. Nel quartetto il regista ha dato anzi un singolare rilievo a Gonzalo, il vecchio cortigiano querulo e molto facondo, che tenta di continuo di consolare il suo re. E' vero, sembra suggerire Arias, che questo vecchio è logorroico, ma le verità che pronuncia sono Il regista del gruppo Tse ha puntato suIFillusorietà della vicenda shakespeariana - L'inesauribile Ariel di Clotilde Mollet - Calibano è, per la prima volta, una donna, Marilù Marini Tre protagonisti della «Tempestsacrosante, è 11 solo che stia moralmente alla pari con Prospero: e, aiutato da un magnifico attor vecchio, Michel Robin, ne fa uno degli astri adulti della serata. L'altro, s'intende, è Prospero stesso, impersonato da quel santone della scena francese che è Pierre Dux: il suo è un re-mago malinconico, non troppo incattivito dalla vendetta, pago al contrario di ricomporre, sia pure con un qualche scetticismo, l'armonia e la pace in quel brandello . di famiglia reale, che le sue stesse forze stregonesche sono riuscite misteriosamente a riunire su quel lembo di Mediterraneo. Ma è soprattutto alla stregoneria, alla magia della vicenda che guarda con particolare e divertito interesse Arias, 11 quale vuole soprattutto sbizzarrirsi con i personaggi irreali, come Ariel e Calibano, e con quelli sgangheratamente comici, come Stefano e Trinculo. Qui il regista francoargentino offre il meglio, com'era da prevede re, della propria creatività fantasiosa e.lievemente in- Ariel, affidato ad un'attrice giovanissima, Clotilde Mollet, è un fulvo e ossuto paggio, in candido costume di raso seicentesco, con calze e scarpini: ha un accento di grande tristezza nella voce, è infaticabile eppure spossato, ha una grande sete di libertà, ma gli leggi negli occhi Io sgomento di essere un giorno libero. Per moltiplicarne gli interventi, che sono continui, Arias lo tripli-1 sta» ad Avignone: Clotilde Molleca con l'aiuto di due gemelle, tali Lucas, che hanno una somiglianza incredibile con il loro modello: le tre ragazze sbucano dappertutto: sono in alto sul cornicioni di quella scheggia di palazzo, sono dietro tutti gli angoli e i pilastri. Clotilde-Ariel e comunque da sola inesauribile: su un cammello si trasforma in arpia dalle larghe, nere ali; suona benissimo il violino e incanta 1 naufraghi; e, con le sue due compagne nei panni di Iride e Giunone, mette in burla persino il ma¬ spdprsucgtttlpG et (Ariel), Pierre Dux (Prosperoschie per 1 due giovani sposi. Calibano è. Invece, per la prima volta a quanto so, una donna, Marilù Marini, un prodigio di tenerissimo orrore, un'esplosione di smorfie sotto un folto pelame fetido, uno squittire e un tuonare con mutamenti tonali prodigiosi: dopo pochi istanti l'attrice ha tutti 1 tremila spettatori del Cortile dalla sua parte, ma recita anche durante i lunghi applausi. Oltre a lei 1 beniamini del pubblico sono due fedeli del Gruppo Tse: e la temperatu¬ refdssgbparmtèmt o), Magali Renoire (Miranda) ra sale di vari gradi quando entrano in scena. Sono Stefano e Trinculo, cioè Facundo Bo e Alain Salomon, che si scatenano in una gara di storditezze e volgarità, di gags da circo e stramberìe beckettiane, un vero e proprio dramma nel dramma, anzi una farsa di una spudorata maestria, irresistibile ma, a tratti, amara come tutta questa messa in scena, che è in bìlico tra gaiezza e malumore, tra Irrisione e sgomen to del vivere. Guido Davico Bonino

Luoghi citati: Avignone, Milano, Napoli