Dubbi rosa: amore o ginnastica? di Lietta Tornabuoni

Dubbi rosa: amore o ginnastica: UN DIBATTITO A GABICCE SU EROS, CAMPIONI E CULTO DEL CORPO Dubbi rosa: amore o ginnastica: Passione e body building, pare, non vanno troppo d'accordo - Per gli sportivi di professione: «Tutto sta nel senso di colpa, provarlo o non provarlo» - Cabrini, Arcali, Mazzola, Castagner - Atlete innamorate - Per i dilettanti di massa, martiri e mistici della forma fisica, l'unico sentimento è spesso l'autoadorazione oppure l'autopunizione Milo Manara: due tra le DAL NOSTRO INVIATO GABICCE — Nuovo dilemma: vanno d'accordo amore e body building, oppure il culto della forma fisica è soltanto autoadorazione? Per cinque giorni a luglio, durante 'Rosa a Gabicce; la cittadina adriatica riflette sull'universo sentimentale, sull'amore con le sue meraviglie, e si colora di rosa: bandiere, nastri, fiori, insegne rosa, palmizi e bambole rosa; addobbi rosa nelle piadinoteche Ó piadinerie che ai soliti panini sostituiscono la piadina locale; rosa anche il kitsch, grossi porcelli di ceramica rosa come salvadanaio o pigliamance, orologi molli a forma di cuscino rosa con su scritto "dolce dormire; • - — • ■ "vU7rf>p»-tì* rvsapersih&nelld p^àtre<pWW^yìb\AtoS)&8 all'aperto, davanti al mare domestico e luminoso, che in queste vacanze si è dovuta aprire anche qui come a Rimini, ver non privare gli appassionati del loro esercizio prediletto. E' un circolo privato, 140 soci, organizzato da tre studenti universitari venticinquenni: e resta aperto dalle nove del mattino a mezzanotte. Elegante, con le sue macchine enigmatiche, i suoi attrezzi bianco-nero-grigi: ma naturalmente non paragonabile, per dire, al "Golden Gym» che il giovane aristocratico attore Urbano Barbe¬ rRzgrtvigrqdrsfcnrnftòecctroods•mpapmcc e illustrazioni per il catalogo 198rini Riario Sforza possiede a Roma, e dove ragazzi e ragazze belli e ricchi vanno a farsi gonfiare i muscoli e appiattire il ventre alla svelta (con altri sport ci vorrebbe una vita); non paragonabile agli immensi ex cinema o ex garage trasformati in cattedrali romane del body building nei quartieri periferici, Monteverde. Testacelo, dove il rito di rinascita del corpo viene celebrato dai ■'ragazzi popolani soltanto per se stessi. Mania .Se la nuova mania è gii sul finire, davvero non se ne accorge nessuno, e ancora rimane irrisolto il dilemma d'amore: per i contemporanei miMc-j ni'di'àìlètf!ginnasti e MJ-dìS-1 ftòrfrtì&feafeU GrandfMsllèi. e Martiri della devozione alla conquista della bellezza, del corpo assottigliato, rafforzato, rimuscolato, riplasmcio, i rapporti amorosi migliorano o peggiorano, si arricchiscono o spariscono? Più curioso che drammatico, l'interrogativo è stato posto nel dibattito •Amore e ginnastica; guidar to da Oreste del Buono, insième col dilemma già storico: la passione fa bene o fa male allo sport professionistico oppure lo sport fa bene o fa male alla passione? Eros e campioni sono amici o nemici? 986 di «Rosa a Gabicce» a a a l r e a l o a i i a i e n a a e i a e o e r o o a a a iIl vecchio problema, pare, non si pone. «I fisiologi neppure accettano il discorso», dice l'esperto Manlio Fantini. «Hanno calcolato che un normale rapporto sessuale comporta un dispendio di 300 calorie: tanto minimo da non poter certo danneggiare la forma fisica, da non dover neppure essere preso in considerazione». Ma è bastata una breve inchiesta tra ex campioni, dice, per confermare che la fisiologia non è tutto: «Alcuni atleti più anziani, ma soprattutto gli allenatori, hanno sempre pensato che l'amore facesse male allo sport». Riccardo Carapellese, calciatore geniale e sregolato nato 'nei-1922, ha raccontato ■bh^nsi°ì95ir,''pef'¥caiiepionìtti àWmbrilàbHhABr&(te} ^-capitò di astenersi dall'amore durante tre mesi, e: «La Nazionale magari fu un disastro, ma io ero magnifico: volavo sul campo, ero forte, vivace, brillante, lucido, giocai da grande campione». Eraldo Pizzo, pallanuotista grandissimo nato nel 1938, con la stessa enfasi ha sostenuto il contrario: «Quando avevo fatto l'amore prima di una gara volavo sull'acqua, ero meraviglioso»; e Stenmark ha affermato che l'amore prima di una gara è come un tonico, quasi un piccolo eccitante. Il gran pugile Bruno Arcati s'è detto sicuro: «Non soltanto l'amore non fa male, ma è essenziale. A certe condizioni, Condizione indispensabile, che la partner sia, moglie o non moglie, una persona che ti è familiare: insomma che non ci siano imbarazzi, tensioni, disagi né soprattutto il timore di non essere all'altezza, Incubo degli uomini e già incubo di ogni incontro sportivo». Molto più severo il calciatore Cabrini: «Occorre concentrazione, le distrazioni possono essere fatali», molto più sprezzante con le donne l'allenatore Castagner: «I campioni sono per le donne quel che le ballerine erano un tempo per gli uomini», fantiro Mazzola, che adesso ha 44 anni, è parso il più ragionevole, nel sostenere che si tratta di un fatto individuale che ciascuno vive secondo la propria cultura: «Se io mi sono convinto che l'amore danneggi la forma fisica andrà davvero cosi. 8e mi sono convinto del contrario, andrà benissimo». La questione allora non sarebbe per niente il dispendio di energia, che nell'amore praticato senza eccesso è minimo, non sarebbe certo l'antico pregiudizio idraulico secondo cui all'effusione amorosa corrisponderebbe una perdita di midollo spinale: la questione è soltanto emotiva, psicologica, sostiene lo psicologo professor Venuti, e tutto sta insomma nel senso di colpa: provarlo, o non provarlo. Per le atlete l'amore è pudico, ne parlano malvolentieri, con la reticenza riservata ai discorsi fastidiosi o inutilmente maliziosi. Nell'esperienza collettiva delle campionesse il sacrificio del sentimento a favore della competizione è un elemento ritornante anche se non costante, ma capita lo stesso alle grandi danzatrici, alle grandi tragiche, alle grandi cantanti Uriche, magari anche alla signora Thatcher o a Cory Aquino. E le coppie allenatore-atleta GDcuavpnS o , i a i . a (Sara Simeoni e Erminio Azzaro, Gabriella Dorio e Carlo Spigarolo) sono più un caso della vita che una dannazione a due, mentre vengono considerate come normali unioni tra gente dello stesso ambiente t matrimoni tra sportivi di specialità diverse, la fiorettista Antonella Ragno con il pallanuotista Gianni Lonzi, la schermidrice Dorina Vaccaroni con il calciatore Andrea Manzo. I campioni, si capisce, sono una minoranza: interessante, a volte appassionante, ma diversa e speciale, sempre un poco estranea. Sono invece un numero sterminato, anche se restano minoranza, i Nuovi Sportivi di Massa, culturisti del body building, ballerine dell'aerobica già un poco fuori moda, podisti delle innumerevoli marcelonghe, praticanti della ginnastica, tennisti della domenica, frequentatori di palestre e saune, adepti della danza ginnica, del massaggio sportivo oppure orientale e delle immersioni in piscina Jacuzzi, dietomani: insomma tutti i nuovi asceti del culto del corpo e della forma fisica. Cosq.succede a questi eredi ■delia .prima,mania corporale e salutista fine Ottocento, che aveva caratteri positivisti, laici e- progressisti quando Edmondo de Amicis scriveva appunto Amore e ginnastica, a questi eredi della seconda ondata sportiva di massa Anni Trenta, che aveva i caratteri aggressivi, guerreschi e superomistici dei regimi fascista e nazista? Cosa succede, come si mette per loro il rapporto tra dedizione al corpo e passione carnale? Si mette diversamente, ha detto Oreste del Buono: «Lo sport professionale è un lavoro, parecchio duro: accompagnato da controlli continui dell'allenatore, dei tifosi o dei giornalisti, ossessionato da risultati immediati e subito evidenti, preoccupato per i soldi, dominato dal bisogno di successo e dalle pressioni di chi esige che il campione abbia successo. I nuovi sport di massa non hanno alcuna obiettiva caratteristica del genere: per i dilettanti, l'amore difficile è un'invenzione oppure una nevrosi». cpqvmclcdstcdttaepcadndmmTraguardi Si mette benissimo, ha informato l'attrice Barbara Boucliet, che si considera una specialista perché pratica i nuovi sport corporali, è proprietaria a Roma di un "Body shop" e ha presentato alla televisione la relativa trasmissione "Body, Body;- «L'amore per se stessi è una variante non trascurabile dell'amore, e in ogni caso non è sempre solitario. Si desidera piacersi per piacere agli altri, e quando ti senti bene, più sano, più leggero, più bello, sei portato molto di più a amare e a essere amato: magari anche soltanto per vanità, per far apprezzare il risultato di tanti sforzi fatti nella conquista della bellezza, per controllare se tanta fatica è almeno servita a moltiplicare il tuo potere di seduzione». Sì mette malissimo, invece, secondo Simona Argentieri, medico e psicoanalista, che per un certo tempo ha fatto anche il medico di palestra constatando negli istruttori una continua angoscia per la propria integrità fisica, il costante timore d'essere malati. Simona Argentieri ritiene che la nuova passione collettiva per la forma fisica non nasca dal desiderio di essere più seducenti per gli altri, ma sia rivolta unicamente a se stessi, e che nasconda una negazione disperata: «E' come se la possibilità di controllare e riplasmare il corpo fosse uno scongiuro, non tanto contro l'invecchiamento quanto contro la depressione. Con in più l'idea di poter realizzare qualcosa di concretamente valutabile. Chilometri di marcia, quantità di flessioni, cifre di calorie, grammi o chili di peso, centimetri di circonferenza: i numeri servono da traguardo e danno una specie di obiettività, di scientificità illusoria». ' Nel culto fisico di massa, secondo lei, è raro l'elemento del piacere, del gioco, dell'autoerotismo; mentre è frequentissimo un atteggiamento di autopunizione oppure di espiazione di chissà quali colpe attraverso la fatica, il sacrificio, il digiuno, «Lo sport allontana 1 cattivi pensieri, si diceva un tempo: e se invece nell'attuale culto del corpo e dell'esercizio fisico si esprimessero o si trasferissero la mancanza d'amore, la corpo¬ reità avvilita, le troppo poche o /troppo misere esperienze felici del corpo?». La dedizione e il culto fisico possono mascherare, oltre a carenze amorose e sessuali, pulsioni più profonde: «La pregressione. che è il piacere massimo, più alto, più ricercato da ciascuno di noi. Sottrarsi alle tensioni e ai conflitti veri inventandosi una battaglia da condurre col proprio corpo e con gli attrezzi. Venire guidati, massaggiati, programmati, lisciati o strapazzati, comunque comandati da regole o istruttori: è un gran ritorno a quell'infanzia sempre risognata con tanta nostalgia». E l'amore? «La cura di se stesso gli tolse ogni altro desiderio», scriveva Italo Svevo concludendo Senilità. Sarà vero? Lietta Tornabuoni

Luoghi citati: Gabicce, Rimini, Roma