Saporta, danza crudele

L'adulatore di Goldoni apre Verezzi L'adulatore di Goldoni apre Verezzi Al Festival di Montpellier «Le coeur métamorphosé» Saportq, danza crudele Il 16 con Brogi La coreografo rappresentante del nuovo stile francese racconta un mondo medievale da film fantasy -1 virtuosismi di una bionda amazzone - Orde di guerrieri da film di Schwarzenegger BORGIO VEREZZI — Per la settima volta, sari, una commedia di Goldoni ad aprire la stagione teatrale di Verezzi, che festeggia i vent'anni di vita. La scelta degli organizzatori (Ente provinciale per il turismo di Savona e comune di Borgio Verezzi) è caduta su un testo poco noto: «L'adulatore», una delle sedici opere scritte nel 1750 su commissione del capocomico Medebach. Andrà in scena dal 16 ai 24 luglio in piazza S. Agostino. A presentarla, con la regia dell'ungherese Giorgio Pressburger, sarà la compagnia del Teatro Stabile del Friuli e Venezia Giulia. Principali interpreti: Renato De Carmine (Don Sancio), Giulio Brogi (Don Sigismondo), Anna Teresa Rossini (Donna Elvira), Alvise Battain (Brighella) e Piergiorgio Fasolo (il Conte Ercole). Dice Pressburger, che già ne aveva curato un allestimento radiofonico nel '66: •E' una commedia molto divertente, ambientata a Gaeta, nel palazzo del Governatore. Scritta con maestria, presenta uno spaccato di vita dell'epoca, ma con temi che sono ancora attuali». De Carmine nega che si tratti di un Goldoni «minore»: «Se l'autore fosse un altro, "L'adulatore" sarebbe stato forse considerato un capolavoro». Il programma prosegue 11 21 luglio con Paola. Borboni in «Ricordando Pirandello» e con la consegna del Premio Veretium» per la prosa. battere di un tamburo, i movimenti assumono un ritmo più veloce, n martellare diventa ossessionante e offre alla bionda amazzone, Nathalie Ruiz, la base per un lungo assolo di virtuoslstica bravura. L'insieme si fa sempre più danzato, con una gestualità secca ed esasperata. Ti ritmo raggiunge il culmine e si spegne, insieme alle luci che si chiudono sul .primo plano della amazzone blonda. Lo spettacolo che ha un irresistibile fascino barbarico e qualche ' eccessiva lentezza iniziale è stato presentato al Festival di Montepellier e nasce da una coproduzione fra Montpellier Danse, 11 Centre National de Danse Contemporalne di Angers, il Théatre de la Ville di Parigi e il Festival di Olanda. E' un convergere di molti enti che ha consentito di mettere insieme 1 mezzi necessari per lo spettacolo, molto ricco, a Saporta, creatrice fra le più originali della generazione della nouvelle danse francese di cui in Italia si è già visto Pleurs en porcelaine. I suoi spettacoli sempre complessi e sontuosi sono, come ha scritto la critica francese, «des opéras du regardt, avventure oniriche ambientate nelle immagini ricche e raffinate del suo universo, ma sempre, anche, ricchissime di movimento, di una densa e complessa coreografia, ser. tro. MONTPELLIER — Un'ora di tensione, che non si allenta neanche per un attimo. Movimenti che incominciano lentissimi e si incamminano in una spirale ritmica che alla fine diviene insostenibile. Un décor che unisce sontuosità barocche a suggestioni di crudeltà medievali, ài luminescenti bagliori di un mosaico bizantino. SI chiama Le Coeur métamorphosé l'ultimo spettacolo di Karine Saporta, coreografa francese' della nouvelle danse d'oltralpe e presentato nei giorni scorsi al Festival Montpellier Danse. «Ci sono stati d'animo che sono come stagioni deserte. Stazioni-museo in cui non passa più nessun treno. Ci sono quelli che chiamo "sentimenti dimenticati". Sono quelli che non fanno più parte della nostra conoscenza sentimentale moderna. Che cosa é per noi il cuore, il monarca... o un orda di barbari» annuncia programmaticamente Karine Saporta. Alla ricerca di questi sentimenti dimenticati, li trova dunque in un angolo del suo immaginario, da dove a poco a poco riemergono, si rianimano e assumono fattezze strane e un po' fumettistiche. Ecco una santa rinascimentale, ecco un'amazzone dalla lunga coda di cavallo bionda, vestita di pelle, guerrieri armati di lance e vestiti di lunghi pastrani grigi, un barba¬ ro dai capelli neri lucidi e lunghi che sembra uscito da un film fantasy di Schwarzenegger. Abitano una scena circondata sui tre lati da pesanti tendaggi scuri; al centro una grande gabbia brillante, sul fondo, di lato, due troni. La scena si anima adagio. Per la prima metà dello spettacolo. trenta minuti buoni, questi personaggi che emergono da luoghi dimenticati della nostra coscienza si muovono, si scambiano ruoli e terribili crudeltà, con una esasperante lentezza, entrano ed escono dalla grande gabbia, prestano i volti alle deformazioni di enormi lenti rotonde Poi, impercettibilmente, al

Luoghi citati: Borgio Verezzi, Friuli, Gaeta, Italia, Olanda, Parigi, Savona, Venezia Giulia