Petrolio in scivolata

Petrolio in scivolata Mercati saturi è prezzi ancora in diminuzione Petrolio in scivolata NEW YORK — n greggio, dopo essere sceso giovedì sotto la soglia dei IO dollari (9.S5 dollari il Brent del Mare del Nord), ieri in Usa ha ripreso a salire; ma la tendenza dei mercati resta debole, soprattutto alla luce di ulteriori aumenti della produzione da parte dell'Arabia Saudita. Sul mercato delle materie prime di New York il prezzo del contratto a termine .di agosto per il greggio West Texas ieri è' stato quotato 11.06 dollari il barile, 29 centesimi in più rispetto alla chiusura di giovedì quando, a 10,77 dollari, era stato toccato il livello più basso delle ultime 15 settimane. Il calo di ieri è stato causato da indiscrezioni circolanti negli ambienti finanziari di Wall Street secondo le quali l'Arabia Saudita starebbe continuando ad aumentare la sua produzione di greggio, che già nella prima settimana di luglio avrebbe raggiunto i 5,3 milioni di barili il giorno contro un massimo di 4,9 milioni di barili nello stesso periodo del mese precedente. (La produzione dell'Arabia Saudita potrebbe però essere limitata a circa 4,5 milioni di barili il giorno se il 28 luglio all'Opec venisse raggiunto un accordo per contenere la produzione di tutti i Paesi membri del cartello). A confermare che Riad tende ad aumentare le vendite fonti giapponesi hanno reso noto ieri che l'Arabia Saudita ha prorogato anche per agosto gli sconti che fin da maggio concedono ai propri clienti sui prezzi «netback», calcolati cioè sui prezzi di mercato dei prodotti raffinati. Oli operatori petroliferi inglesi, in particolare, temono un crollo a 8 dollari il barile e le voci secondo cui il Kuwait avrebbe venduto al Brasile un carico di greggio a 5,5 dollari, ha riattivato la spinta al ribasso sul mercato spot di Rotterdam. La stagionale chiusura di alcune piattaforme nel Mare del Nord per i lavori di manutenzione ha risj dotto la produzione petrolife¬ H «Brent» del Mare del Nord sotto i 10 dollari - L'Arabia Saudita prolunga gli sconti La Norvegia riduce le tasse alle compagnie -1 Paesi Opec in difficoltà finanziarie ra della Gran Bretagna ma non è servita a stabilizzare i prezzi, come il governo Thatcher sperava. La scorsa settimana il presidente della British Petroleum aveva sollecitato riduzioni fiscali per salvare le compagnie petrolifere operanti nel Mare del Nord dalla bancarotta. La British Petroleum prevede infatti perdite per l'industria di 8 miliardi di dollari se i prezzi del petrolio rimarranno al di sotto del 10 dollari il barile. Da parte sua il governo norvegese, per stimolare le compagnie petrolifere a mantenere un elevato grado di attività anche di fronte al crollo dei prezzi, sta predisponendo un disegno di legge per ridurre le royalties che attualmente gravano sugli operatori del giacimenti del Mare del Nord, n provvedimento dovrebbe essere presentato al Parlamento verso meta agosto e si prevede che sarà approvato entro l'anno in modo da entrare in vigore per il 1987. E' prevista l'abolizione delle royalties sui giacimenti offshore ancora in attesa di sviluppo. L'imposta speciale che grava sul reddito che le compagnie traggono dall'offshore norvegese verrà ridotta del 30-35% mentre verrebbe anche abolito l'articolo che impone alle compagnie di sobbarcarsi le spese per lo sviluppo di nuovi giacimenti in misura uguale allo Stato. Crescono intanto le difficoltà finanziàrie doli'Opec; l'indebitamento dei 13 Paesi nei confronti di banche internazionali aveva già cominciato ad aumentare nella seconda metà del 1985, prima ancora che il crollo del prezì petroliferi bi facesse sentire in pieno. Lo afferma l'ultimo rapporto della Banca dei regolamenti internazionali, sottolineando che l'andamento del secondo semestre del 1985 è stato esattamente opposto a quello del primo semestre in cui 1 Paesi Opec erano stati in grado di rimborsare interamente i debiti alle banche. La Bri sottolinea inoltre che si è manifestato un trend in direzione di scadenze più brevi per i debiti Opec: il fenomeno ha avuto carattere particolarmente marcato in Irak, Nigeria, Venezuela. » ARGENTINA - L'incremento del costo della vita in Argentina durante 11 mese di giugno è stato del 4,5 per cento, secondo 1 dati forniti dall' Istituto di statistica e censimento. L'indice di giugno fa salire al 50,1 per cento l'inf la zione accumulato negli ultimi dodici mesi.

Persone citate: Thatcher