Il giallo esiste ora è politica

Il giallo esiste ora è politica Mystfest, premio a «Le quatrième pouvoir» Il giallo esiste ora è politica CATTOLICA — Il premio internazionale «Gran giallo Cattolica» del Mystfest per il miglior film è stato attribuito da Chabrol e dagli altri membri della giuria alla pellicola francese di Serge Leroy «Le quatrième pouvoir», mentre per il miglior soggetto originale 11 riconoscimento è stato assegnato al film polacco «Medium» di Jacek Koprowicz. Migliore attore è stato giudicato l'Inglese Denholm Elliott, interprete del film «Defence of the Realm» di David Drury, migliore attrice la spagnola Angela Molina, protagonista di «Lola» di José Juan Bigas Luna, infine la menzione speciale della giuria è andata al film anglosassone «Defence of the Bealm». Le motivazioni: «Le Quatrième pouvoir» è stato premiato «per la solidità e | l'efficacia della sua sceneggiatura,' della "sua-realizzazione e della sua interpretazione»; il soggetto di «medium» ha ottenuto il riconoscimento «per l'estre¬ ma originalità della sua trama che apre nuove prospettive nell'orizzonte del mistero». Sono d'accordo anche i giurati, il giallo esiste ancora, ma si chiama politica. Non più la trama simbolica che allaccia assassino c investigatore, ma la rete di misteri correnti e di crimini reali che ci circonda all'ombra avventurosa della ragion di Stato o dei servizi segreti. Salva il genere dal diventare semplice spionaggio o ingenua fantapolitica l'esistenza del detective, di colui che ha il mestiere di cercare la verità. Ma l'unico detective possibile e in qualche modo autorizzato nel giallo politico è il giornalista. Il Mystfest, con i film premiati e con un apprezzabile dibattito ira cronisti^e studiosi, ci ha suggerito che il rapporto del giornalista-detective con là cronaca nera politica è diventato sempre più fragile, aleatorio, eppure fondamentale. E non tutti hanno voglia di pagarne il prezzo, e nessuno è obbligato a fare l'eroe. Il filiti più utile, anche se non il più bello, è stato al Mystfest «Le quatrième pouvoir» di Leroy, di cui s'è parlato e che ha .vinto il maggior premio: una giornalista televisiva è troppo legata alla carriera e ai piaceri della popolarità per giocarseli con una verità sgradita al potere (e il suo compagno della carta stampata fa il moralista solo per invidia). 11 salutare amaro in bocca provocato da Leroy (la verità è difficile da portare soprattutto per chi la trova) è stato corretto da «Defence of the Realm» di Drury, già lodato a Cannes: anche qui un giornalista al bivio, piegarsi alla ragione di Stato e coprire il silenzio su un grave incidente in una base nucleare (e coprire anche i successivi guasti, dei servizi segreti) o rendere nota la verità, magari facendola pubblicare all'estero se in patria troppe complicità lo vietano. Il film di Drury sceglie, per bilanciare idealmente Leroy, la verità, costi quel che costi. Ci offre, nello stesso tempo, un riflesso inquietante sulla 'stampa inglese e un bell'esempio di giallo politico. E' uno di quei film di vocazione civile che hanno avuto una ricca stagione anche in Italia e che adesso sono pressoché scomparsi da una produzione che, per volersi allegra e disincantata, è ormai saldamente disastrata. Potremmo metterci forse in lizza per i gialli erotici, contrapponendo i nostri maestri al fragile Bigas Luna di «Lola», almeno al Mystfest, ma ; non ^ si sa quale .Serena Grandi potrebbe bàttere in agilità Angela Molina, amazzone amorosa (per riconoscenza prenùata) s. r. Angela Molina, premiata, in una scena di «Lola» di Luna

Luoghi citati: Cannes, Italia