L'irraggiungibile 1988 di Gianfranco Piazzesi

L'irraggiungibile 1988 L'irraggiungibile 1988 ROMA — L'esploratore ha trovato una situazione ancora peggiore di quanto temesse. De Mita rivuole Palazzo Chigi, Craxi non accetta lo sfratto, dopo tre anni di onorato servizio. Un compromesso sarà certo trovato, perchè la fine della prima Repubblica non appare ancora imminente. Ma ogni giorno le vie di uscita diventano sempre più strette. E' stata superata la metà della legislatura, e gli onorevoli hanno maturato il diritto alla pensione. Lo scioglimento anticipato delle Camere non è più impossibile. E come accade, puntualmente, da .più di dieci anni, le forze_centrifughe prevalgono sui motivi di aggregazione. L'avvicendamento a Palazzo Chigi, per importante che sia, potrebbe essere risolto con un po' di buona volontà, ma purtroppo j rapporti tra i cinque partiti della maggioranza, e in particolare quelli tra la de e il psi, sono ormai basati sulla diffidenza reciproca Un governo che ha battuto il record di durata è andato in frantumi per le fortissime tensioni interne. L'avvicendamento sta avvenendo nei termini più traumatici. Addio stabilità. Il futuro inquilino di Palazzo Chigi, potTà-mantenere lo stesso grado di incisività e di efficienza, non eccelso, ma insolito, mostrato dal governo Craxi? La risposta purtroppo è una sola. Qualunque presidente del Consiglio a cominciale dallo stesso Craxi, è ormai condannato a una alternanza, sempre più fitta e incalzante, tra le imboscate parlamentari e le verifiche riparatrici. Il futuro governo potrà «tenere» fino alla scadenza naturale della legislatura, prevista per l'estate del 1988? Molti, per il momento, non osano dirlo, ma nessuno ci crede. Le previsioni realistiche sono due. O si fa un governo che sappia varare la legge finanziaria, e che poi sappia cadere al momento giusto, prima che si celebrino i referendum sulla giustizia e sul nucleare, oppure elezioni a tamburo battente; a ottobre o tutt'al più a novembre. Di questo si discute, dietro la facciata. Ufficialmente tutti affermano che le elezioni anticipate non risolvono i problemi, perchè gli italiani votano sempre nello stesso modo e gli spostamenti sono minimi. Come al solito, nessuno vuole avere l'etichetta del destabilizzatore. Ma dietro la facciata si osserva che in Sicilia gli spostamenti sono stati microscopici, eppure la stasi elettorale ha avuto conseguenze esplosive. L'invito alla stabilità ha convinto i «falchi» democristiani a reclamare Palazzo Chigi, dal momento che Craxi non aveva «sfondato». Se fosse successo il contrario, si sarebbero mossi i «falchi» socialisti, con diverse finalità, ma con le stesse conseguenze. Qualunque esso sia, il risultato di una elezione politica è sempre importante. I segretari dei partiti tengono conto dei rispettivi rapporti di forza e adeguano le pretese ai risultati. Gli accordi sono più durevoli, e in Parlamento i deputati non esagerano, pensando alla pensione. Il 1988 è un traguardo lontano e ormai irraggiungibile. Il motivo del contendere è un al tro. Le Camere vanno sciolte subito, o si può resistere fino a primavera? Con le elezioni in autunno gli italiani avrebbero la precisa impressione che si è passati di colpo dalla stabilità all'anarchia. L'impressione potrebbe essere catastrofica, dalle conseguenze imprevedibili. Va ricordato che nel 1976 fu seppellito il centro sinistra nel 1979 la solidarietà nazionale, nel 1983 il «preambolo» NvvrmreaDaprErssz Nel 1986 potrebbe essere la volta del pentapartito. Sia De Mita che Craxi non vogliono arrivare a tanto. Sarebbe grottesco se i comunisti, messi fuori gioco dopo il referendum, diventassero di colpo, e solo per i demeriti altrui, gli arbitri della politica nazionale. Dunque si deve resistere fino alla primavera, varando un programma «minimo ma operativo», come dice Spadolini. E' l'unico mezzo per dimostrare agli italiani, giustamente sdegnati, e agli stranieri giustamente sbalorditi, che la situazione, per quanto poco seria essa sia, non è ancora senza speranza. Gianfranco Piazzesi

Persone citate: Craxi, De Mita, Spadolini

Luoghi citati: Roma, Sicilia