L'asso del 2000 vince sui campi dell' 800

L'asso del2000 vince sui campi dell'800 TENNIS Perché l'erba di Wimbledon si sposa con le caratteristiche di Becker L'asso del2000 vince sui campi dell'800 I campi erbosi sono in continua diminuzione come quelli in terra battuta Si gioca sempre m* più indoor e su cemento - Le diverse caratteristiche In principio erano i campi in erba ed in terra battuta. I primi dove le condizioni climatiche favorivano le verdi, superfici, i secondi dove il sole mediterraneo e la carenza d'acqua consigliavano di triturare i mattoni rossi, a scaglie più o meno grosse a seconda della velocità che si voleva dare al campo. Era il tennis in quei tempi sport d'elite, c'era abbondanza di giardinieri nei club inglesi e del Commonwealth (Australia, India) e nel New England statunitense, la mano d'opera non mancava nemmeno dove c'era da rastrellare e da rifare stagionalmente i campi in terra. Cosi i primi tornei di tennis si sono svolti su queste due superfici. Poi la popolarizzazione e diffusione dello sport a livelli universali sta portando all'estinzione di queste due superfici, almeno per quanto riguarda i tornei sia del circuito maschile che femminile. Per i costi sempre crescenti della mano d'opera i primi a ridursi sono stati i campi in erba, trasformati negli stati Uniti (vedi Forest Hills prima della creazione di Flushing Meadow) in «Hot Tru», una superfice granulosa di colore verdastro; ora lo stesso fenomeno si sta verificando per la terra battuta, con l'esplosione dei campi nello speciale cemento americano •Decoturf», resinoso e quindi più soffice per la presenza di derivati bituminosi. Cosi quest'anno nel calendario internazionale maschile del Grand Prix Nabisco, su 69 tornei in programma, 25 sono disputati su superficie indoor, 25 su terra battuta, 14 su cemento e solo 5 su erba. Cosi l'argentino Guillermo Vilas durante il torneo di Montecarlo poteva lamentarsi: Agli inizi della mia carriera, nei primi Anni 70, si giocava 1170% dei tornei su terra battuta. Oggi la situazione è capovolta». In effetti la terra battuta rappresenta solo un terzo dell'attività e negli Sta ti Uniti dove sì registra la maggiore disponibilità finanziaria per il crescente lievitare del montepremi, solo 4 prove sono rimaste su terra, la cui maggioranza, si effettua in Europa con prove di minore interesse per inferiore montepremi ma con la minaccia incombente di dovere reggere la concorrenza di contemporanee prove americane. ;In Francia; si è- arrivati al punto che un fisioterapista ed un vecchio campione universitario hanno fondato un'Associazione per la difesa del campi in terra battuta aprendo sottoscrizioni sia al torneo di Montecarlo che al Roland Garros contro l'assalto dei campi con rivestimento sintetico. Ma come cambia il gioco a seconda delle superfici? Per molti il tennis di Wimbledon, seppure in una cornice irripetibile, era troppo scheletrico. Non si è mai visto uno scambio. Battuta e punto, battuta e risposta sbagliata, battuta risposta alla meglio e volée vincente. E' tennis questo?» è il discorso del •terricolo» incallito. Certo a Wimbledon più che sulle altre superfici veloci anche nell'era del •lift» dominante, quando Vilas ed il primo Borg impostavano le loro gare soprattutto sulla monotona regolarità dei loro innumerevoli palleggi in • top-spin», lunghi scambi non si sono mai visti. Tutt'al più, un fenomeno come Borg, pur sfruttando nel 1976, una stagione di particolare siccità che rendeva più lenti i campi di Wimbledon, riuscì a sfruttare il primo successo del quinquennio, grazie alla sua bravura nel giocare il passante con il quale perforava con millimetrica precisione i rivali offensivisti. Certo il giocatore dilettante che per la prima volta si cimenta su di un campo in erba rischia di fare la figura di un cacciatore di farfalle senza fortuna. Troppo differente il rimbalzo dal campo in terra, più basso anche di mezzo metro; ma cosa ancora più difficile da valutare il diverso cambio di velocità della pallina dopo l'impatto con il suolo che sull'erba risulta decisamente più rapido. Cosi la paila rimbalza più alta sul cemento americano (sempre menò che sulla terra) che non sui campi indoor anche se per queste superfici la velocità del terreno o l'altezza del rimbalzo dipendono dal fondo su cui è slato steso il tappeto. [Rispetto ai campi in terra battuta, sulle nperfiei veloci assume particolare importanza e diversità la mobilità di spostamento, la rapidità. Sulla terra c'è sempre la possibilità di scivolare per arrivare a giocare i colpi di rimbalzo, sull'erba e sul veloce questa possibilità è in pratica esclusa. Così c'è da distinguere anche sulla tecnica specifica, in quanto sull'erba è determinante l'uso dello «slice*, palle tagliate per farle schizzare via dal campo spiazzando l'avversario. Una tecnica da accoppiare anche alla battuta. Le caratteristiche dei campi in erba poi esaltano un giocatore come Becker in quanto non richiedono l'uso di quei colpi in cui il ragazzone tedesco ancora difetta ma che può migliorare, vedi la sicurezza nei colpi di rimbalzo e la resistenza nel tenere a lungo il palleggio da fondo campo, come necessario sui campi in terra battuta, dove il «serve and volley» non sempre paga Così c'è da considerare che la volée sull'erba risulta vincente anche se semplicemente •appoggiata», come faceva agli inizi Borg, ma che ha bisogno di maggiore •punch' sugli altri terreni Ne consegue che Becker è sicuramente oggi il più forte giocatore del mondo sull'erba ma che deve e può ancora progredire sulle altre superfici. Dopo Wimbledon '85, prima di fare il bis, ha vinto due soli tornei (Cincinnati '85 e Chicago '86), quest'anno può fare di più, ma a 18 anni è difficile trovare un rendimento costante. _. • :, - Rino Cacioppo

Persone citate: Becker, Borg, Forest Hills, Guillermo Vilas, Rino Cacioppo, Vilas

Luoghi citati: Australia, Chicago, Cincinnati, Europa, Francia, India, Montecarlo, Wimbledon