L'Italia ancora troppo legata alle importazioni di petrolio

L'Italia amore frappo legata alle importazioni dì petrolio RISPAMIO ENERGETICO / Un piano per i 60 anni dell'Agip L'Italia amore frappo legata alle importazioni dì petrolio ROMA — L'Eni ha già definito un progetto «risorse nazionali» che dovrà portare a produrre entro il 1990 sei milioni di tonnellate di petrolio (Invece degli 1,6 attuali) e 16 miliardi di metri cubi di gas naturale (Invece dei 12 attuali). Questa la strategia dell'ente pretollfero di Stato ribadita dal presidente dell'Eni Reviglio che ha aperto con il suo intervento la cerimonia per i 60 anni dell'Agip alla presenza del presidente della Repubblica Cossiga, dei ministri delle Partecipazioni statali Darida e della Sanità Degan e dei presidenti dell'Agip Giuseppe Muscarella e dell'Agip Petroli Pasquale De Vita. Nel corso della manifestazione il presidente dell'Eni ha ripercorso le tappe più significative dell'attività dell'Agip e e dell'Agip Petroli dai primi passi allo sviluppo dato nell'immediato dopoguerra da Enrico Matte!. ' Di Mattel Reviglio ha ricordato lo spirito di impulso che ha consentito «la costruzione di quello che l'Eni è oggi: una grande impresa multinazionale per fatturato, la tersa nel mondo fuori dagli Stati Uniti, sempre al servizio del Paese come strumento di cambiamento, di innovazione, di ammodernamento contro gli interessi corporativi'. Sviluppo e potenziamento delle risorse energetiche dopo 60 anni rappresentano ancora, secondo Reviglio, obiettivo prioritario dell'Agip e dell'Eni. In questo ambito Reviglio ha inquadrato il progetto di miglioramento delle risorse nazionali entro il 90 e la crescita di produzione di greggio prodotto in giacimenti dell'ente di Stato in Paesi terzi e importato in Italia (dagli attuali 250.000 barili al giorno fino a 320.000 barili al giorno). Un'altra linea di continuità con l'Agip di Mattel è stata individuata da Reviglio nel settore dei nuovi materiali, dell'innovazione tecnologica e della nascita di nuove iniziative perj accrescere competitività e internazionalizzazione del gruppo. Anche il ministro delle Partecipazioni statali Darida ha messo in risalto come la storia dell'Agip sia ormai «un patrimonio di tutti gli italiani» ma questa storia ha ricordato 11 ministro — avrebbe preso un'altra strada se la strategia di Mattei non fosse stata capita e inclusa in un disegno politico per opera di De Gasperi, Vanoni. Gronchi e Fanfani. Darida ha anche ricordato il nuovo compito attribuito all'Agip recentemente dalia giunta dell'Eni: la ricerca mineraria e gli accordi internazionali relativi alla produzione del metalli non ferrosi per soddisfare l'approvvigionamento degli impianti Eni. Anche Darida ha sottolineato l'importanza del progetto «risorse nazionali» che dovrebbe far diminuire entro il 90 la dipendenza energetica del nostro Paese dall'82% al 75%. Quanto alla proposta di Reviglio di stringere accordi di cooperazione e joint ventures con i Paesi produttori di greggio Darida ha rilevato che «il tema va approfondita in tutte le sue sfaccettature di politica estera al fine di salvaguardare gli interessi nazionali e anche la sicurezza dei nostri connazionali in termini di difesa dal terrorismo». (Agi)

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