«Spesso mio marito pensava alla morte» di Maurizio Alfisi
ce Spesso mio marito pensava alla morie » Parla la vedova dell'industriale ce Spesso mio marito pensava alla morie » BIELLA — Ieri la salma del mobiliere Giorgio Aiazzone è tornata a Biella. Erano le 10,35 quando il carro funebre con la bara è passato davanti al grande centro espositivo di corso Europa, sostando per un attimo, giusto 11 tempo per consentire ai dipendenti, che anche ieri erano al lavoro, di uscire nel piazzale a tributargli l'ultimo applauso. Il carro funebre poi ha proseguito e ha portato la salma di Aiazzone nella camera ardente allestita a villa Reda dove era attesa dalla moglie Rosella Piana e dalle tre figlie Elisabetta, Marcella e Giorgia. La vedova alcune ore più tardi, nella sede del mobilificio, ha accettato di rispondere ad alcune domande dei cronisti. Alta, bionda, un vestitino semplice grigio antracite, gli occhi protetti da occhiali da sole, Rosella Piana, frenando a stento la lacrime, ma con voce ferma ha detto: «La ditta continua la sua attività. Non c'è un capo che può prendere in mano le redini del complesso creato da mio marito, ma una grande 'famiglia. L'unione di tutti i suoi elementi sarà il capo e arriveremo dove lui voleva arrivare.. Rosella Piana ha poi riferito come suo marito pensasse spesso alla morte. .Era un evento che temeva potesse capitargli in qualsiasi momento da quando usciva dal suo mobilificio. Per questo aveva fatto in modo che il complesso potesse funzionare anche senza di lui.. Poi rispondendo ad altre domande ha smentito che lei e il marito di fatto fossero separati: -Sono anni che lo dicono ma è una delle tante invenzioni su di lui dettate dall'invidia. C'era stata solo una divisione di compiti.. Quando il flusso di domande si è esaurito Rosella Plana ha ringraziato tutti con un sorriso e si è appartata nell'ufficio che era stato del marito. Ha chiesto un bicchiere d'acqua. Pochi istanti più tardi si è fatta riaccompagnare a casa. I funerali del .re del mobile» si svolgeranno oggi. La salma dalla camera ar¬ dente di villa Reda sarà trasportata in mattinata al mobilificio. Pare sia stato l'ultimo desiderio di Giorgio Aiazzone. Di 11 alle 15 s'inizierà la cerimonia funebre: il feretro attraverserà nuovamente tutta la città fino in Duomo dove è previsto il rito religioso. Questa mattina alle 9,30, invece, a Pollone, si svolgeranno i funerali del pilota dell'aereo Giacomo Ramella Cravaro. Per quanto riguarda l'inchiesta nel tardo pomeriggio è arrivata all'aeroporto di Cerrione la commissione del ministero dei Trasporti. I funzionari hanno parlato a lungo con il comandante dell'aeroporto -Ugo Vergagni. A quanto si è appreso l'inchiesta si prospetta molto lunga e complessa. L'unico dato certo finora è che il bimotore di Aiazzone è esploso in volo. Gli esperti del ministero stanno cercando più cause, una serie di coincidenze, non un singolo elemento. Dice il comandante Vergagni che in passato ha fatto parte di analoghe commissioni d'inchiesta: -Qualsiasi conclusione è prematura anche perchè ci troviamo di fronte a un vero rompicapo. Da solo un fulmine non avrebbe potuto abbattere l'aereo dotato di congegni per scaricare l'elettricità. L'ossigeno presente nella carlinga perché l'aereo aveva volato ad alta quota non avrebbe potuto deflagrare anche se qualcuno avesse acceso un fiammifero. Essendo un comburente avrebbe creato al massimo una fiammella un pò più viva.. Il comandante dell'aeroporto poi ha aggiunto: •Non regge neanche l'ipotesi di un cedimento della cabina. La carlinga non era pressurizzata quindi non avrebbe potuto essere schiacciata da uno sbalzo di pressione. Giacomo Rametto poi era un pilota esperto, un professionista, con migliaia di ore di volo e aveva già superato volando ad alta quota la perturbazione che aveva trovato sull'Appennino Ligure. Ma qualcosa di fulmineo è successo alle 20,43 di domenica scorsa. Cosa di preciso forse non lo si saprà mai*. Maurizio Alfisi
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