A Malatya, culla del «lupo grigio» Agca

A Malatya. culla del «lupo grigio» Agca Parenti e compagni lo ricordano solitario, spesso violento, ma la città turca pare insensibile all'attentato di Roma A Malatya. culla del «lupo grigio» Agca Sulla stampa, qualche frecciata per Giovanni Paolo II che «non prese precauzioni» - Sono guerriglia lumia e opposizione comunista a fare notizia NOSTRO SERVIZIO MALATYA —• Chi ce l'aveva descritto come un paesone retrogrado e trasandato evidentemente non ci veniva da alcuni lustri. O forse non era riuscito a farsi un'idea diversa del posto nel quale è cresciuto il futuro 'assassino del Papa- (neppure in turco esiste una parola per indicare chi non ha ucciso, ma ha sparato -per farlo). Ali Agca a parte, Malatya, a circa 700 km da Ankara, è cinta da frutteti, brulicante di una folla assorta, con strade pulite chiuse da improvvisi scorci di montagne. Ma qui i fianchi nudi dei monti sono ornati da gigantesche mezzelune e stelle fatte di sassi, disegnate con pazienza da soldati sfaccendati quanto patrioti. 'Un turco vale tutto il resto del mondo-, proclama un cartellone sbiadito sulla facciata di una caserma. , Uno slogan che doveva piacere ad Ali Agca 'quando si stabili con la famiglia a Malatya. Il giovane, che all'inizio era perlomeno simpatizzante dei «Lupi grigi» — il movimento nazionalista ultra il cui nome richiama la leggenda asiatica secondo la quale il primo clan reale turco discendeva' dall'unione tra un uomo e una lupa —, giunse più tardi, probabilmente quando entrò alle magistrali di Malatya, a quella sintesi fra il panturchismo e l'Islam da guerra santa che il 13 maggio deil'Si lo avrebbe portato in .piazza San Pietro. Contadini originari della regione di Cesarea di Cappaciocia. (Kayseri in turco), i nonni di Ali si erano stabiliti a Hekimhane. poco a Nord di Malatya. La madre e la sorella sono poi tornate in questo villaggio, e ripetono a chi le intervista: 'Non riusciamo a capire che cosa sia passato per la testa di un ragazze cosi studioso, che non si interessava né di sport né- di donne. Non avrebbe mai dovuto andarsene da Malatya-. Il fratello dell'uomo che tentò di uccidere il Papa pensa che Ali abbia lasciato la citta prima per Ankara, poi per Istanbul, «per guadagnare molto denaro, semplicemente-. Eppure Malatya, circa 300 mila abitanti, è una citta, attiva, che da secoli deve la sua prosperità alle pastose albicocche secche che vengono spedite nel mondo intero. Bisogna vederli, agricoltori e commercianti, stabilire i prezzi nei giorni canonici. Alti e magri, tutti' vestiti con pantaloni neri a sbuffo e giacca scura all'europea, baffi e berretto che nascondono metà del viso. Per gli uomini non è imbarazzante (del resto, non' è cosa da turchi) sentirsi interrogare su Ali Agca. 'Mio nipote era in classe con lui alla scuola della Collina Verde, quella che vede laggiù in fondo. Era un brutto tipo, non aveva amici e minacciava tutti da una parola in su, anche' il maestro, sissignore-. E il fallito assassinio di Giovanni Paolo II? •/{ Papa avrebbe dovuto prendere delle precau¬ zioni: .in occasione della sua visita in Turchia, nel novembre del 79, i nostri giornali avevano pubblicato la lettera nella quale Agca annunciava chiaramente la sua intenzione di uccidere il capo dei cattolici-, ricorda sbadigliando un cancelliere di tribunale. Nella città, come altrove nel Paese, tutto sommato Agca è meno noto come -assassino del Papa- che come presunto killer di Abdi Ipekci, giornalista di grido del quotidiano liberale Milliyet, che All'avrebbe assassinato il primo febbraio 1979 per poi tornarsene tranquillamente a Malatya (venne arrestato a Istanbul il 25 giugno, ed evase il 23 novembre, poco prima della visita del Papa in Turchia). Ancora oggi undici persone sono in carcere per avere organizzato la fuga di Agca. n perdono concesso da Giovanni Paolo II non è piaciuto qui, nella profonda Anatolia. Molti giornali turchi, anche quelli di Malatya, non perdono occasione per punzecchiare il Pontefice, mentre un parco nel centro di Ankara porta il nome di Ipekcl. La vedova del giornalista ha addirittura dichiarato: «Con il perdono, il Papa ha deliberatamente ignorato un omicidio perpetrato in Turchia nei confronti di un musulmano, per fare bella figura-. Oggi a Malatya, città che un tempo aveva un quartiere armeno — si attribuisce allo studente Ali Agca un tema contro questa minoranza —, ma che ormai è popolata soltanto di musulmani turchi o curdi, sunniti e sciiti, 1 poliziotti si preoccupano molto meno del loro compatriota che dal carcere italiano afferma di essere la 'rcincarnazione di Gesù.- che dei •banditi separatisti-. Cioè dei ribelli km-di, che fanno scorrerie a Est dell'Eufrate 'grazie all'aiuto della Siria, su de¬ lega dei russi-, come dicono le autorità di Ankara. Le quali sostengono che la notte elicotteri 'provenienti da Sud» portano in territorio turco guerriglieri armati fino ai denti. Al punto che il governo ha minacciato di deviare parte delle acque dell'Eufrate, cosa che indubbiamente danneggerebbe Damasco ma anche Baghdad, un'altra capitale in lotta con 'separatisttcugini di quelli dell'Anatolia. Resta il fatto che, mentre attraversavo questo celebre fiume biblico, sono stato intercettato da civili armati qualificatisi come 'polizia politica-. Mi hanno riportato a Malatya, dove c'è voluta mezza giornata di parlamentari e telefonate con Ankara per accertare che non avevo appuntamento né con la madre di Ali Agca, né con i 'Separatisti-, né con 1 «comunisti», né con i 'terroristi armeni-. Chiarite le cose, mi hanno fatto vedere, nella sede della polizia, la «Sala della rimembranza., nella quale sono esposte le foto dei militari e dei poliziotti locali uccisi in piena città, La mia edificazione, però, non è stata considerata completa finché non sono andato a pranzo con il capo della polizia nel ristorante alla moda di Malatya — ingresso anonimo, scale interminabili e sala rosso fuoco: 'Non può andarsene con l'impressione che questa sia la città dell'assassino del Papa; abbiamo qui due glorie nazionali che mettono in ombra tutto U resto-. Sulla piazza principale ho visto la statua monumentale di un uomo con pastrano che. contrariamente alla regola nazionale, non è di AtatUrk, «padre della Turchia moderna». 'Ma su, non riconosce Ismet Inónil, compagno d'armi e successore^ AtatUrk?-. Dopo essermi scusato per non avere riconosciuto a prima vista questo Grande mor¬ to nel 1973 a quasi novant'anni, dopo essere riuscito, in un modo o nell'altro, a salvaguardare il laicismo del Paese, parto per il paese d'orìgine — non quello natale, perché ebbe il cattivo gusto di vedere la luce tra gli svampiti smirnioti — di Ismet Pasha. Qui il sindaco mi sommi' nistra d'autorità succo di ci lìegia, la specialità locale, poi pronuncia un discorsetto d'occasione sul 450° anniversario dell'istituzione di rapporti diplomatici tra Parigi e Costantinopoli. Non sono però ancora libero, non avendo indovinato il nome della seconda celebrità locale. A mezzanotte, rinuncio alla prova. -Ma insomma, è Turgut Ozal, il nostro onorato presidente del Consiglio!.. E mi rimetto in marcia per ammirare la facciata del' la casa nella quale il futuro ingegnere elettrico e dinamico statista nacque nel 1927, 'da uria delle famiglie più onorevoli, nella quale tutti i figli servono Dio e la patria-. Decisamente, Malatya non è quella che si pensa. J. P. Féroncel-Hugoz Copyright «Le Monde» • e per l'Italia «La Stampa»