Savasta alla vedova di Taliercio «Ho capito tardi il mio errore»

Savasta alla vedova di Taliercio «Ho capito tardi il mio errore Scrive uno degli assassini del direttore del Petrolchimico Savasta alla vedova di Taliercio «Ho capito tardi il mio errore DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA — Cinque anni dopo, uno degli assassini dell'ing. Giuseppe Talierclo. scrive alla vedova: «Suo marito ha vinto*. La lettera è firmata da Antonio Savasta, il brigatista rosso imputato per 17 omicidi, che si distinse davanti ai giudici e al pubblico dei processi per il gelido distacco con cui parlava dei delitti suoi e dei suoi compagni. Cinque anni fa, Savasta, con altri, sequestrò l'allora direttore del Petrolchimico di Marghera, lo tenne prigioniero per un mese e mezzo, sottoponendolo a un rituale di interrogatori accompagnati da sevizie. Il 5 luglio 1981 il cadavere di Taliercio fu abbandonato presso la «sua» fabbrica. L'anniversario è stato ricordaio ieri, con discorsi ufficiali (il ministro Degan ha parlato della testimonianza di coraggio, solidarietà, amore resa dall'ucciso e dalla sua famiglia) e con l'inaugurazione di un «Centro Studi Taliercio» a Mestre, che dichiara fra le proprie finalità quella della promozione umana nel mondo del lavoro, secondo i principi cristiani. Il riconoscimento di Savasta, detenuto in un carcere di massima sicurezza, resta un fatto significativo, anche se il giudizio sulla sincerità dei pentiti è sempre difficile, se non impossibile. «Suo marito in quei giorni — scrive il terrorista alla signora Gabriella — è stato pacato, pieno di fede, incapace di odiarci e con una dignità altissima. Lo so, signora, questo non restituirà molto, ma sappia che dentro di me è la parola d'amore di suo marito: è stata un seme cosi potente che neanche io che ci lottavo contro sono riuscito a estinguerlo. Questo è un fiore che voglio coltivare per poter poi essere io a donarlo*. La lettera di Savasta è stata resa nota da un sacerdote che segue una piccola comunità per tossicodipendenti, don Franco De Pieri, che definisce «martire cristiano» ring. Taliercio. Dice: -E' stato il più grande messaggio che abbiamo avuto in questi ultimi anni a Venezia. Durante la lunga prigionia i brigatisti credevano di piegarlo, di renderlo un uomo vittima, capace di accusare, di estorcere, bisognoso di aiuto esterno, capace di compromessi. Non ci sono riusciti. Lo hanno ucciso*. Ai funerali, del marito, la moglie disse: «Un giorno chi l'ha ucciso verrà a chiedere perdono*. g. b.

Persone citate: Antonio Savasta, De Pieri, Degan, Giuseppe Talierclo, Savasta

Luoghi citati: Venezia