Per l'Italia avvio con la Cina

Italia avvio con la Ciro U i di ilidi l BASKET Da oggi mondiale in Spagna, Usa e Urss protagonisti Italia avvio con la Ciro U i di ilidi l Facile compito con gli asiatici - Fiducia del et Bianchini in una squadra anziana ma valida DAL NOSTRO INVIATO MALAGA — Il tempo di lanciare un ultimo sguardo un po' invidioso ai turisti che si godono il mare e i divertimenti di Torremolinos, questa ibrida città a metà strada tra Montecarlo e Rimini, e agli azzurri tocca il compito di aprire il girone C del Mundobasket numero 10, nel nuovo Palasport di Malaga, un autentico forno, in perfetta sintonia con un'organizzazione cui la stessa stampa locale non ha risparmiato critiche. Bianchini, che per la prima volta guida l'Italia in una competizione di questa portata, è eccitato ma tranquillo nello stesso tempo: eccitato perché scopre «tutto il mondo», tranquillo, almeno a suo iiire. perché' pur sapeniSb 'Qt giocarsi tutte le glorie passate in questa terribile roulette, cosciente di aver lavorato secondo gli schemi, vedendo le giuste motivazioni negli anziani-, li citi respinge ancora una volta le critiche per non aver svecchiato e per le magre di Verona. Per lui questa squadra «è» nuova, nonostante i nomi in gran parte siano gli stessi. Ma ciò non toglie che Bianchini sia arciconvinto di poter offrire, in questo festival del basket, uno spettacolo più che degno, grazie ad una nazionale versatile, che probabilmente quest'oggi, contro la Cina, tornerà ad affidarsi all'esperienza di Sacchetti, in un costante inseguimento del quintetto migliore, dopo gli esperimenti con Gilardi e Riva, due piccoli, accanto a Brunamonti. Tutto sommato, comunque, miglior esordio non avremmo potuto desiderare. Il miliardo di cinesi, tradotto in termini cestistici, non fa ancora paura. Potrà farla, magari, il pivot Song Tao (un 2,07 piuttosto lento), ma soltanto perché la sua grinta ricorda in modo impressionante Squalo», il rivale di James Bond con i famosi denti d'acciaio. Ma sul campo, garantito, questi cinesi non mordono: abituati per troppi anni a gareggiare autarchicamente e utopisticamente senza vinti né vincitori, non è bastata qualche tournée americana per riprendere il passo di un basket in continua evoluzione. Cosi Qian Chengai, allenatore della nazionale ormai da 14 anni, confessa che i suoi saranno si bravini in attacco (specialmente Wang Libin, un'ala di 2,01, dal tocco «americano») ma che in difesa sono ancora un disastro. Tutto facile dunque oggi, anche se l'esordio nasconde pur sempre qualche incognita (ma i nostri professionisti veterani hanno ancora diritto all'emozione?), e se in fin dei conti per noi l'atmosfera del mundial è quasi una novità: ci rinunciammo, come altre volte in passato, nell'82 a Cali, per non disturbare il campionato; veniamo oggi in Spagna quando il campionato è diventato più lungo e due volte più stressante di quattro anni fa. Ma queste sqnoje wcp»eauenze dei rap-i^ P)T&i4xnFederfrasfcet e Legajiua che danno a Bianchini il buon diritto di lamentarsi del poco tempo a disposizione per la preparazione. Sufficiente comunque per battere la Cina e sufficiente anche, auguriamoci, per 1 successivi impegni con Portorico, lunedi, Costa d'Avorio, martedì, e Germania, mercoledì. Poi ci aspettano gli Usa, 1 bambinoni che Mike Fratello, il coach di Atlanta venuto per commentare il Mundobasket in tivù e per vedere il «suo» Binelli (al quale consiglia un'esperienza al camp estivo degli Atlanta Hawks, ma ancora un paio di campionati in Italia) definisce •piccoli e inesperti». Ma fra cinque giorni (e quattro partite) avranno già capito tutto dei nostri arbitraggi, delle nostre regole e il loro talento farà di nuovo la differenza. Guido Ercole