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Briegel non teme brutte figure e promette scudetto alla Samp Nella sede bìucerchiata presentati anche Fusi e Bistazzoni Briegel non teme brutte figure e promette scudetto alla Samp GENOVA — Di lui i commentatori televisivi messicani hanno detto: -Una sua gamba vale tutto il nostro Negrete-, paragonando la giovane stella Azteca al fisico vikingo di Hans Peter Briegel. E della sua forza e della sua potenza atletica ha fatto le spese oggi, nella sede della Sampdoria, nuova squadra dell'ex veronese, Luca Fusi, fisico mingherlino, sguardo timido, personaggio che sembra iscito, per caratteristiche, lignaggio e destino, dai «Promessi sposi» di manzoniana memoria. Briegel, sorriso a tutto denti e una sciarpa bìucerchiata al collo, ha immedlatemente rotto 11 ghiaccio prendendo in braccio il meno atletico Fusi. Una simpatica trovata davanti a dirigenti e giornalisti che riassume il ruolo che il tedesco intende ricoprire nella Sampdoria-baby edizione 86-87. n terzino vicecampione del mondo con i suoi 31 anni è il più anziano della formazione genovese, con il suo passato in terra tedesca e con il suo scudetto «Diade in Itaiy» con il Verona è certamente il giocatore di maggior esperienza internazionale dell'intera rosa. •Ho scelto la Sampdoria — dice — perché sapevo che era società pulita, senza scandali, senza liti. Lo scudetto? Sarà difficile, ma tutto è possibile. Con la Germania non siamo forse arrivati vicino al titolo mondiale? Eppure nessuno ci credeva, eppure se fossimo arrivati ai supplementari ora saremmo i primi nel mondo». Insieme con Briegel, unico straniero, il carnet del giocatori blucerchiati si arricchisce quest'anno di altri due nomi, che nuovi però non sono. Fusi, appunto, mediano-marcatore del Como, nato a Lecco e da tre anni «promesso sposo» della Sampdoria. 'Ho atteso questo momento per mesi — racconta arrossendo — ed ora mi sento un po' in imbarazzo. D'altra parte è la prima volta che mi allontano da casa, è la prima volta che mi sento davvero, finalmente, sampdoriano, una sensazione che sognavo fin da quando ero bambino-, Giorgio Bidone