«L'isola del tesoro» nel 2300 Stevenson diventa un kolossal di Fulvia Caprara

«L'isola del tesoro» nel 2300 Stevenson divento un kolossal Si gira lo sceneggiato fantascientifico di Rai2 con Anthony Quinn, costo 12 miliardi «L'isola del tesoro» nel 2300 Stevenson divento un kolossal ROMA — Le rovine dei templi greci di Selinunte fanno da sfondo ad un affollato astroporto del 2300; Piazza Navona è accerchiata da una selva di grattacieli; Roma e Napoli sono diventate un'unica, caotica megalopoli. Ne L'isola del tesoro immaginata da Renato Castellani venti anni fa, prima di Kubrick e prima dell'esplodere delle guerre stellari, gli eroi del celebre romanzo di Stevenson sono divenuti protagonisti di una fantasctema malinconica: cercatori dello spazio, con dentro il rimpianto per l'epoca in cui gli uomini pensavano e amavano. Antonio Margheriti, messo da parte lo pseudonimo con cui ha firmato la sua vasta produzione cinematografica (Anthony M. Dawson), rispetterà, nella versione televisiva de L'Isola del tesoro, l'impostazione immaginata da Castellani. «Ho seguito molto da vicino la stesura del progetto del film che Castellani avrebbe voluto girare — ha spiegato — perché, avevo promesso di dare il mio aluto per gli effetti speciali. Quest'Isola del tesoro sarà esattamente come lui la voleva, avrà la sua firma, io ne sarò semplicemente il realizzatore». Pensata come progetto cinematografico. L'isola del tesoro è diventata oggi un kolossal televisivo: costerà alla Rai' 12 miliardi, verrà trasmessa in sei puntate sulla Seconda rete, nell'autunno dell'S7, sarà distribuita dalla Sacise raccontata, attraverso disegni e bozzetti in un volume della Eri, All'impresa, che comporta trenta settimane di lavorazione, tra Roma, Napoli, la Sicilia e forse Israele e l'Egitto, partecipa TFI, il primo canale pubblico francese. Dalle sei ore per la tv sarà tratta una versione 'home-video- della durata di centoventi minuti. I protagonisti di questa parabola sul futuro, dove il vascello Hispaniola è diventato un'astronave sgangherata a forma di ciambella, i pirati predatori dello spazio, la locanda un radiofaro in rovina, sono gli stessi del racconto di Stevenson. Il piccolo Gimmi è l'undicenne Itaca Narditili; Lou) Johan Silver, il pirata bugiardo che diverrà suo grande amico, è Anthony Quinn; Billy Bones è Ernest Borgnine: il conte Ravano finanziatore dell'impresa è Philippe Leroy; il dottor Livesey, eccentrico medico inglese che vive nella solitudine di una villa sul mare è David Warbeck; la madre di Gimmi, unica protagonista femminile della storia, è Ida di Benedetto. Tutti, compresi Renato De Carmine che fa Arrows e Giovanni Lombardo Radici che è Hands, recitano in lingua inglese. «Sarà un film con pochi colori — dice Margheriti — girato in riva al mare, tra la sabbia e la macchia mediterranea. Le città ricostruite in studio avranno i toni prevalenti del grigio e anche. 1 costumi degli attori giocheranno su questa colorazione: si vuole l'idea di un mondo deteriorato, rovinato dall'Inquinamento. Non a caso il padre di Gimmi muore consumato da una malattia derivante dalle radiazioni atomiche», La scenografia ha la firma di Francesco Bronzi, che ha lavorato, tra l'altro, per Kaos dei Taviani e per The Mission è o y t è e o e a a s n di Roland Joffé, il film che quest'anno ha vinto la Palma d'oro a Cannes. Tra le sue invenzioni per questo kolossal di Raidue ci sono la piastra fonica, grammofono azionato dal calore della mano, il bastone-radar che guida il per/ir do cieco Pew, la cucina automatica della madre di Gimmi che sforna.cibi sintetici, disidratati, liofilissati. Enrico Sabatini ha ideato i costumi: tute spoglie coperte da sopravvesti, mantelli, copricapi, abiti che, almeno secondo la Di Benedetto, tendono a mortificare più che mettere in evidenza i carpi degli attori. Il film, che in questi aiorni è in lavorazione negli studi romani della Rai, sulla Nomentana, avrà le musiche di Gianfranco Plenizio e, forse, la collaborazione di Giorgio Moroàer. Ci sarà anche un valzer: per la scena suggestiva, in cui Gimmi, incrociando un'astronave che toma sulla Terra, vedrà, dai finestrini, coppie in maschera che festeggiano l'avvenimento danzando. «Non potremo usare il motivo di Strauss — dice Margheriti — visto che lo ha già fatto Kubrick. Peccato: Castellani ci aveva pensato tanti anni prima». Fulvia Caprara Bncppnrvnnrsc•vnpsgmsAAdug-A a Ernest Borgnine iti una scena dell'«Iso1a del tesoro»: lo sceneggiato, da un'idea di Castellani, è una parabola sul futuro

Luoghi citati: Cannes, Egitto, Israele, Napoli, Roma, Sicilia