Davis ha una seconda gioventù e reinventa jazz, rock e blues di Gabriele Ferraris
Davis ha una e reinventa seconda gioventù jazz, rock e blues Allo stadio di Bari in 6000 per il primo concerto italiano del trombettista Davis ha una e reinventa seconda gioventù jazz, rock e blues DAL NOSTRO INVIATO BARI — Miles sorride, e i seimila dello stadio di Bari, confinati su gradinate lontane, intuiscono quel sorriso e rispondono con un'ovazione. Miles Davis ancora una volta è venuto, ha suonato e ha vinto. E' un Miles Davis in piena evoluzione quello che ha iniziato l'altra sera a Bari la tournée europea. A sessantanni è più giovane dei giovani, più avanti dell'avanguardia. E' l'unico dei grandi del jazz storico che non sia diventato 11 monumento di se stesso: Oillespie ha soltanto otto anni più di lui. e musicalmente sembra suo padre, se non suo nonno. Miles Davis, invece, sa ancora sorprendere e affascinare. Ha da tempo superato le etichette e crea senza preoccuparsi se ciò che fa è jazz, rock o altro. La routine non si addice al re, già proiettato verso nuove esplorazioni: riprende qualcosa da You're under arrest. l'ultimo disco, ma presenta anche materiale nuovo, trascinanti impasti sonori in cui gli elementi funky e rockeggianti prevalgono. Regala al pubblico i suoi hit recenti, Human nature e Time after time, pescati dal repertorio di Michael Jackson e Cyndi Lauper trasfigurandoli in splendide ballads. E come bis propone un brano di Al Jarreau. La band lo asseconda: sono tutti giovanissimi, i due tastieristi Robert Irving e Adam Holzman, il percussionista Steve Thornton, il chitarrista Robben Ford, il bassista Pelton Crews e il batterista Vincent Wilbur. Poi c'è Bob Berg: il trentacinquenne sassofonista bianco e la marcia in più del gruppo. Miles non si risparmia, rein venta jazz, rock e blues facendo vibrare i cuori agitati dei ragazzi che gli gridano «We want Miles!*, vogliamo Miles. e forse non sanno di citare il titolo di un suo vecchio disco. Lui saluta, fa le smorfie, sorride perfino, mentre la tromba cesella le note. . Dov'è il Miles duro e sprezzante che ignorava superbo gli applausi? Sta scomparendo, e al posto suo c'è un musicista che vive una nuova giovinezza, senza più paranoie umane e artistiche. Già l'anno scorso, a Perugia, Miles era sceso tra il pubblico durante un concer¬ to, e la cosa aveva fatto scalpore perché contraddiceva in pieno il personaggio del Davis chiuso nella sua torre d'avorio. Allo stadio di Bari non ha potuto ripetere il gesto perché il palco era ben distante dalle gradinate: e quella trovata di mettere cinquanta e più metri fra lui e gli spettatori non gli è punto piaciuta: 'Ma come possono vederci?., ha chiesto a Bob Berg appena si è reso conto della situazione. Che Davis nutra simili preoccupazioni è quantomeno insolito. Capriccioso resta, anche perché dovunque arrivi trova organizzatori pronti a soddisfare ogni suo desiderio, terrorizzati al pensiero di possibili scenate. Ma non rifiuta più il contatto con il popolo, si concede e forse è felice. L'altra sera, dopo il concerto, ha perfino acconsentito a partecipare ad una cena in suo onore al Circolo della Vela: e pur non sprecandosi in discorsi ha salutato e baciato le belle signore che venivano ad omaggiarlo, mentre suo figlio Alan, quindici anni e la faccia del padre da giovane, girellava fra gli invitati divertendosi un mondo. Però anche Miles ha l'aria di volersi divertire. Appena arrivato a Bari, mercoledì scorso, si è informato sul limiti di velocità sulle strade italiane perché voleva «provare quanto fa questa macchina» (un'Alfa 6). Poi s'è installato in albergo e la sera si è concesso un numero da divo: ha chiesto che per cena gli servissero del pesce, e poiché il ristorante dell'albergo pesce non ne aveva, è partita una delegazione di assistenti che ha messo a ferro e fuoco Bari finché un magnifico branzino è stato recuperato e servito. La calma totale è poi re gnata nella camera 824 del¬ l'Hotel Ambasciatori fino alla sera successiva, quando Miles, in giacca di renna senape, pantaloni neri e sandali di cuoio, ha raggiunto lo stadio dove già lo attendeva la band. E alle 21 precise — altro che mitici ritardi del divo — la magia è cominciata, mentre le prime stelle stavano a guardare. Gabriele Ferraris Le date italiane di Davis: stasera (5 luglio) è a Palermo, il 7 a Torino, i'8 a Roma, il 9 a Cagliari. Torna in Italia a fine luglio, il 27 a Pescara e il 28 a Trieste.
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