Cinquecento pianeti di moda

Cinquecento pianeti di moda Firenze, si è aperta la grande rassegna Pitti-Uomo Cinquecento pianeti di moda Tanti sono gli espositori - Una buona notizia: sono tornati gli americani, e per comprare FIRENZE — Cinquecento espositori, tutti davvero meritevoli di una godibile ma impossibile visita, fra i sei piani del Palazzo degli Affari, i tre del Palazzo dei Congressi, e i due della sterminata Fortezza da Basso; almeno una mezza dozzina di ipotetici itinerari nel colorato labirinto di moda maschile in pelle e di camicie, di capispalla e cravatte, accessori e maglieria, calze e bermuda. E' Pitti-Uomo, il momento mercantile più atteso dalla Firenze della moda, quello delle rassegne-uomo, ora dal 4 al 7 luglio, come lo sarà a gennaio prossimo: una concentrazione di avvenimenti mozzafiato, mentre le cifre sono confortanti (fatturato pari a 9514 miliardi di lire nel 1965, l'esportazione cresciuta del 18 per cento rispetto all'anno precedente), ma la crisi è strisciante, anche se nel mondo l'eleganza uomo significa linea e soprattutto tessuto italiani. Cosi la vera notizia, al primo giorno di Pitti Uomo e Uomo Italia, è questa: gli americani sono arrivati, molti, decisi all'acquisto, entusiasti. Non c'è dollaro che tenga, non c'è stanchezza del settore che conti. L'uomo vestito all'italiana place perché è sobrio ma con aggressività nascoste, è originale ma non troppo, è ricco di colore ma nei toni neutri piacevole come non mal, ha stile e disinvoltura, squisitezze artigianali e anglosassoni quanto coloniali noncuranze. Da Ermenegildo Zegna si parla però di un'intelligente politica a livello prezzi. Vendere, è una cosa, tenere il mercato un'altra. Occorre bilanciare la competitività dei prezzi, rendendola elastica a seconda dei cambi e dei Paesi in cui si esporta. Badando sempre alla qualità: per questo hanno successo pieno le ditte a grande tecnologia, dal tessuto all'abito, come Zegna o Cerniti, quelle dove la ricerca moda-costi è vigilata da industriali manager a tradì zione familiare come la Milton, Allegri o l'obiettivo resta la scuola sartoriale come nei tessuti e nelle calibrate giacche della Tallia Delfino per la linea Alberto D„ nei blazer di cotone ritorto seta operata e lana fredda del napoletano Isaia. « L'uomo di oggi — afferma Mila SchOn — vuole vestire in modo classico e casuale, tradizionale e inventato insieme'. Inevitabile che ci siano più recuperi che novità. Un tema come «Viale del tramonto» di Zegna ci riporta i r r a o a e , . a alle immagini dei film famosi degli Anni Quaranta, agli abiti del divi di Hollywood che l'Europa conoscerà solo dopo il dramma della guerra; toni chiari e pastellati, giacche morbide come i pantaloni ricche di volume e di comfort, tessuti Madras e Jacquard, gessati. Tutti attuali i lini stropicciati, i crépon dei completi colore crudo, legno, mentre il camoscio assume stampe tono su tono per imitare il denim del jeans, ma si accende di un caldo colore bruciato da Nazareno Gabrielli. La giacca d'estate è sfoderata, tanti toni di blu, divagazioni sui Galles e quadri (Cerruti), insegue la morbidezza nelle spalle, comincia ad appoggiarsi ai fianchi (Contar); c'è una suggestione safari o l'avventura fra città e club come da Pancaldi. Mario Valentino posa una giacca rigorosa come una divisa asciutta e controllata su un'altra giacca camicia, riserva forme insolite e anche sorprendenti ai pantaloni come quelli da marinalo francese con allacciatura piatta e quattro bottoni: molto blu annerito, ardesia stinto, azzurro aviazione. Si ricupera lo spolverino in cotone impermeabilizzato e l'impermeabile alla Bogart (Ballarini). Tanta seta, tanto lino, lane fredde e sottili, ma soprattutto cotone, però splendido, serio o pettegolo, tutto sommato sobrio. Non a caso le uniche due sfilate in programma a Pitti Uomo sono dedicate per limitato contrasto a due emergenti di successo come Calugi e Giannelli o Piero Panchetti, ai loro volumi stravolti pantaloni a tre gambe, eleganze stralunate da sera per il giorno e viceversa. La vera avanguardia che conta è infatti quella affidata con il classico accordo giaccablazer-pantalone alle camicie in tessuto stampato, prezioso, sontuose o delicatissime; alle cravatte che gridano messaggi, auguri, parlano inglese su lino e seta fra illusione e tradizioni, da Fendi o ingentiliscono il regimental da Soprani. Soprattutto l'evasione è affidata ad una maglieria molto morbida in cotone e seta, tradizionale nei punti e nelle trecce, inedita nei colori dall'arancio al rosa, dal viola al verde, oppure esotica a tutl'Africa, raccontata da Ates in golf e blouson fra disegni dei Kuba. geometrie improbabili e grafismi optical. Lucia Sollazzo dddr( l Dalla giacca allo spolverino, un prevalere del morbido per Ungaro la scuola sartoriale come nei alle immagini dei film famosi

Luoghi citati: Europa, Firenze, Fortezza, Galles, Hollywood, Italia