II giorno di Nakasone di Renata Pisu
II giorno di Nakasone Domani il Giappone alle urne per rinnovare il Parlamento II giorno di Nakasone Il primo ministro, con le elezioni anticipate, punta a un successo pieno dei liberal-democratici - Soltanto così potrà sperare di rimanere alla guida del partito e del governo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE TOKYO — Domani si vota in Giappone ma il clima della vigilia non è arroventato, la campagna elettorale, soltanto 23 giorni, si è trascinata tra l'indifferenza generale, come se il gioco e la posta in palio interessassero solamente i politici, più precisamente i candidati del partito liberaldemocratipo, al governo dal 1955 e che ai governo resterà di sicuro anche dopo queste elezioni anticipate il cui risultato è dato per scontato. Tutti prevedono infatti un netto calo del maggiore partito di opposizione, il partito socialista, come del partito socialdemocratico e del Komeito, una formazione derivata dalla potente setta religiosa Soka Gakkai. Stabile rimarrà probabilmente il partito comunista, votato prevalentemente dagli «anziani», mentre la generazione più giovane che si considera soddisfatta di come vanno le cose e si sode pienamente l'attuale benessere, si prevede che voterà conservatore, cioè liberal-democratico. A meno che domani non ci sia il sole, e allora tutti andranno in gita, disertando le urne che qui non rimangono aperte il lunedi mattina per i ritardatari. Il primo ministro Nakasone si è recato al tempio a invocare per domenica la giornata propizia: nuvolosa e con minacce di pioggia perché se mal dovesse diluviare — cosa probabile visto che siamo nella stagione della pioggia — c'è rischio che la gente se ne stia in casa. Nakasone, il quale domani vuole essere presente sul grande palcoscenico di Tokyo, ad ogni modo ha già votato due giorni fa a Takasaki, in forza dì una legge che permette ai cittadini lontani il giorno delle elezioni dal proprio domicilio, di votare anticipatamente. E' ovvio che il primo ministro ci tenga a es- sere domenica al quartier generale del suo partito: in fondo è lui l'artefice e il protagonista assoluto di queste elezioni nelle quali niente viene messo in discussione se non la sua persona e la politica nuova, di stile più «aperto», più «internazionale», che da tre anni e mezzo Nakasone sostiene. Si tratta però di vedere se il primo ministro, che il 2 giugno, con un colpo di mano, ha convocato una seduta straordinaria della Camera Bassa già in ferie al solo scopo di dichiararne lo scioglimento e indire doppie elezioni generali — quelle per la Camera Alta erano già previste, quelle per la Camera Bassa avrebbero dovuto tenersi fra un anno e mezzo — riuscirà a ottenere una vit¬ tpdcsdrgluNvc toria schiacciante per il suo partito. Alle elezioni precedenti, nel dicembre 1983, i liberal-democratici avevano ottenuto 250 seggi, perdendone 34, sui 511 della Camera bassa, ed erano riusciti a assicurarsi la maggioranza formando una coalizione con otto deputati di una formazione minore, il Nuovo Club Liberale. Questa volta il partito liberal-democratico dovrebbe ottenere almeno 257 seggi per garantirsi la maggioranza ma il segretario generale Shin Kanemaru auspica di conquistarne ben 271 per avere una • maggioranza stabile e operativa», controllare in pratica tutte le commissioni parlamentari. Dal canto suo Nakasone, primo ministro nonché presi¬ dlsenmqcgp dente del partito, alla cui abilità di manovratore politico sono dovute queste doppie*] elezioni che si ritiene premino il partito di governo, almeno cosi avvenne nel 1980 quando i liberal-democratici conquistarono più di 280 seggi, punta su almeno 260 seggi per poter proclamare la sua «vittoria personale» e accingersi a dare battaglia per ottenere il terzo incarico come primo pinistro. Infatti, stando allo statuto del partito liberal-democratico la carica di primo ministro è automaticamente assegnata al presidente del partito e nessuno può essere eletto a questa carica per più di due bienni consecutivi: a fine ottobre scade il secondo biennio di Nakasone come presidente del partito e, di conseguenza, come primo ministro, e soltanto se forte di un mandato popolare, cioè di una schiacciante vittoria liberal-democratlca nelle elezioni di domani, Nakasone può tentare di far passare un emendamento dello statuto. Si tratta quindi di elezioni che proprio per la mancanza di questioni su cui contendere — i partiti di opposizione hanno accusato il partito di governo di voler introdurre forti imposte indirette ma i liberal-democratici negano di avere questa intenzione — hanno assunto per forza il carattere di un referendum popolare sull'operato del governo Nakasone il quale ha dimostrato che è sua intenzione «chiudere i conti con la politica del dopoguerra- e avviare il Paese verso i nuovi obiettivi che si deve porre, sul piano interno e esterno, una grande potenza economica già «cresciuta' e che ha ormai superato lo sforzo della ricostruzione. Nakasone gode di grande popolarità — gli ultimi sondaggi di opinione indicano che più del 50 per cento dei giapponesi approva incondizionatamente il suo operato — ma questo elemento non basta a garantire la sua affermazione data la complicata struttura del potere all'Interno del partito liberal-democratico che è apertamente diviso in correnti. Durante la campagna elettorale soltanto l'attuale ministro degli Esteri Shintaro Abe, uno dei cosidetti nuovi leaders, ha annunciato che a ottobre inten de candidarsi alla carica di presidente del partito e conseguentemente di primo ministro, al posto di Nakasone Gli altri due nuovi leaders, Takeshita, ministro delle finanze e Miyazawa, presidente del comitato esecutivo del partito, più cautamente attendono i risultati delle urne. Renata Pisu Takasaki. Il primo ministro giapponese Nakasone ha votato anticipatamente (Telefoto Ansa) di l ti i hii il dt dl i ll i bi
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