«Abbas non voleva sequestrare la Lauro» di Vincenzo Tessandori

«Abbas non voleva sequestrare la Laura» Il difensore del capo palestinese scarica ogni responsabilità sul commando «Abbas non voleva sequestrare la Laura» DAL NOSTRO INVIATO GENOVA — Il dirottamento della «Achille Lauro» è stato un atto di guerra, afferma l'avvocato Lazzaro Bori, difensore di Muhammad Zaidan Abbas, detto Abu Abbas, segretario generale dell'Flp, membro dell'esecutivo, il parlamento palestinese. Per l'accusa Abbas è il capo del gruppo Lauro-, il capo di una banda armata, il mandante del sequestro e dell'omicidio. Nei suoi confronti 11 pubblico ministero Luigi Carli ha proposto la condanna all'ergastolo. L'arringa dell'avvocato Bori tocca il nodo di questo processo. Dice: «Noi, sottolineo noi, con quelle piccole mitragliate andavamo alla morte, qui, signori, siamo in guerra». E ancora: -La politica, in questo processo, rientra sempre». Ma subito dopo aggiunge: -E poi, chi voleva il sequestro della nave? Chi ha scelto questa strada? E' stato Al Molqi (responsabile, secondo l'accusa, dell'assassinio di Leon Klinghoffer, ndr): sono gli atti che parlano. Dunque, se Abbas non conosceva le intenzioni di que¬ sti giovani è innocente e il fatto stesso che Yasser Arafat in persona lo abbia mandato a trattare dimostra la sua estraneità all'episodio». In questa logica la conclusione appare obbligata: l'assoluzione, per Abu Abbas, tutte le colpe agli altri. E' una tesi che può apparire fin troppo ardita, questa dell'avvocato Bori, ma occorre tener presente come siano ristretti gli spazi della difesa In questo processo dove gli imputati hanno collaborato ampiamente con gli Inquirenti e dove quasi tutti hanno ritrattato. Tardivi ripensamenti e repentini mutamenti di rotta non hanno convinto, come ha finito per compromettere una linea di difesa già fragile la tesi che 11 crocerista ucciso non è mal stato sulla «Lauro». Difensore di Mohammed Issa Abbas, che si era dichla rato cugino del «capo», è l'avvocato Tommaso Mancini di Roma. Dice: «Vi hanno ripe tuta che questo è un processo politico, è "il" processo politi co perché politiche erano le motivazioni degli imputati Anche Issa Abbas rischia l'ergastolo e l'avvocato Mancini: '«Quando si discute di ergastoli ha un'importanza enorme parlare anche di attenuanti». Indicato come il numero due del gruppo, Ibrahim Fataier Abdelatif, detto «Rambo», non sarebbe stato uno che contava ma soltanto uno dei cinque, ha detto il difensore avvocato Marisa Lolli. E poi, si è chiesto 11 difensore, chi sono in realtà questi imputati? L'avvocato ha ricordato una recente Intervista rilasciata in carcere da Al Molql a una televisione americana. Dice: -Gli chiesero: "Non ti accorgi di aver gettato via la tua vita?',' e lui ha risposto: "Quale vita?"». Per Sald Mowffaq Gandura, l'uomo che farebbe parte come «esterno» dei servizi di sicurezza dell'Olp, il difensore Manuele Lamberti ha chiesto anche la libertà provvisoria, ma- il pubblico ministero ha dato immediato parere negativo. Ora toccherà alla Corte decidere. Gandura non avrebbe preso parte all'«operazione Lauro» e in passato, ha raccontato, avrebbe collaborato per risol¬ vere grossi problemi agli europei a Beirut. Infine la parola è toccata al difensore di Ahmed Marouf Al Assadi, seguace di Arafat, che ha collaborato con la giustizia e non è tornato sulla sua versione. Il pm aveva suggerito una «minima pena» erroneamente valutata in 10 anni. In realtà il «pentito» dovrebbe rimanere in carcere almeno 20 anni. Ora l'avvocato Claudio Cangelosi sottolinea il contributo determinante che ha dato all'inchiesta e dice: «Aferito' le attenuanti generiche e specifiche. Al Assadi è un bravo ragazzo che ha deciso di dedicare la propria vita alla liberazione della sua terra. Quindi merita anche l'attenuante di aver agito per particolari valori moralU. Oggi replica il pubblico accusatore e poi ancora i difensori; lunedi, prima che la Corte entri In camera di consiglio, verrà data la parola agli imputati. E' previsto un conclave di almeno due giorni. Ancora non è prevedibile dove,porterà l'indagine scaturita dall'arresto per banda armata del giordano Muhammad Awni Hindawi. Gli inquirenti informano che un appartamento forse usato come base dal giovane è stato individuato nel'quartiere San Fruttuoso. La casa (si parla di un continuo via vai di giovani mediorientali) sarebbe di proprietà di alcuni parenti della ragazza di Hindawi. Dice il procuratore della Repubblica, dottor Gennaro Calabrese De .'so: «Siamo al principio del principio». Intanto gli atti sono stati richiesti, per conoscenza, anche dai magistrati di Roma. •Certo, se dovessere emergere legami con altri fatti, per esemplo Fiumicino, tutto potrebbe finire nell'inchiesta romana», ammette Luigi Francesco Meloni, procuratore aggiunto. Vincenzo Tessandori ROMA — L'espulsione dall'Italia di cittadini di Stati aderenti alla Cee deve essere motivata con la necessità di salvaguardare le esigenze di sicurezza e di ordine pubblico; altrimenti è illegittima. Il principio è stato fissato dal Consiglio di Stato con una sentenza

Luoghi citati: Beirut, Genova, Italia, Roma