Sherlock Holmes contro i petrolieri di Claudio Cerasuolo
Sfterfocfr Holmes contro ipefrofieri Un imputato si autodifende così Sfterfocfr Holmes contro ipefrofieri Al processo di Torino il col. Di Censo vanta la scoperta di un'evasione per 33 miliardi r\riTM«-v 01 i i. TORINO — Sherlock Holmes o finanziere corrotto? Questo il dilemma che dovranno sciogliere i giudici quando dovranno emettere il verdetto per il colonnello della Guardia di Finanza Duilio Di Censo, interrogato ieri al processo per lo scandalo dei petroli, una truffa che costò allo Stato 300 miliardi di imposte evase tra il '74 e il '79. Come molti altri imputati (i generali Donato Lo Prete e Raffaele Giudice, gli ex colonnelli Gissi e Galassi e gli ex maggiori Vaccaro e Formato, divenuti poi petrolieri e legali), Di Censo ha un passato di brillante ufficiale Il fisico alto e' massiccio contrasta con le qualità intellettuali del personaggio, autore di numerose pubblicazioni sulle imposte di fabbricazione, poliglotta (dal latino al tedesco e all'inglese), profondo conoscitore del linguaggio (cita Marcuse e Wittgestein). Nel 1972 viene mandato a comandare il IV Gruppo, la sezione idrocarburi, a Milano, l'origine di tutti i suoi guai. Spiega ai giudici: 'Un incarico che non voleva nessuno. Si diceva che in quel settore qualunque ufficiale fosse destinato a bruciarsi o per troppo zelo o perché finiva per lasciarsi coinvolgere dai petrolieri. Andai a Roma dal generale Angelo Dus, che, in risposta alle mie lamentele, mi disse: "Solo un esperto di imposte di fabbricazione come te è in grado di stroncare il contrabbando". Arrivato a Milano, adottai un metodo nuovo di investigazione. Non bastava colpire la singola "cartiera", l'azienda che non riceveva il prodotto ma. emetteva solo documentazione falsa. Occorreva risalire a monte e scoprire da dove provenivano i prodotti petroliferi. Quando ritenni di aver approntato uomini e mezzi, feci la prima verifica alla Lodigiani, una ditta del Bergamasco. FU Un successo perchè denunciammo altre sei società collegate al traffico con- . . ■ _ trabbandiero, accertando un'evasione di imposta pari a 33 miliardi*. Nonostante il brillante risultato. Di Censo non riuscì a smascherare Giuseppe Mancini, che si nascondeva dietro una «testa di legno». Mancini, petroliere «pentito», che ha ammesso di aver distribuito tre miliardi di tangenti per la protezione delle sue aziende, ha accusato il colonnello Di Censo di essersi-fatto corrompere. Mancini versava i soldi all'avvocato Formato, che a sua volta provvedeva a distribuirli ai finanzieri. Non fidandosi completamente di Formato, il petroliere chiese di indicargli il colonnello Di Censo, cosa che avvenne all'hotel Ililton. Di Censo: *Ho denunciato per calunnia Mancini e aspetto l'esito del giudizio*. Presidente Aragona: « Visto che il suo metodo di indagine aveva dato cosi buoni frutti, perché non fece accertamenti bancari, perché non dispose intercettazioni telefoniche, per individuare i veri proprietari delle "cartiere" come Mancini?*. Di Censo: *La polizia giudiziaria non aveva i poteri che ha oggi. Noi segnalavamo gli 'elementi di sospetto al magistrato, non avevamo la struttura né i mezzi per fare di più*. Claudio Cerasuolo
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