La talpa paria, si cercano le prove di Francesco Santini

La talpa paria, si cercano le prove Omicidio Cassarà: restano molti interrogativi, le indagini continuano La talpa paria, si cercano le prove Discordanti le versioni del poliziotto e del pregiudicato arrestati - L'inchiesta affidata al giudice Falcone DAL NOSTRO INVIATO PALERMO — L'Inchiesta sul poliziotto che ha tradito 11 vicequestore Cassarà passa di mano. Ancora ventiquattro, quarantott'ore, e il fascicolo sarà sul tavolo del giudice Istruttore Giovanni Falcone, n pool antimafia della Procura ha deciso, ieri mattina, di formalizzare l'Indagine. «Da questo momento — ha detto il dottor Garofalo — è bene trasmettere il sì al pool dell'ufficio istruzione: la Procura ha fatto quanto doveva.. Le ultime ventlquattr'ore sono state frenetiche: interrogatori, confronti, frammenti di verità sull'estate di sangue palermitana. E' stato ascoltato ancora una volta Armando Fontana, 22 anni, l'uomo al quale l'agente della polizia di Stato ha trasmesso notizie riservate sul vicequestore trucidato dalla mafia. Tra Armando Fontana e il poliziotto arrestato, 11 contro' sto è profondo. Un disaccordo insanabile che lascia intravedere l'ipotesi di nuovi, clamorosi sviluppi. Dice un investigatore: «Se riuscissimo a trovare il collegamento tra Armando Fontana e il clan della mafia scatterebbe per il poliziotto e il pregiudicato paler¬ mitano l'ipotesi del concorso in omicidio.. Toccherà al dottor Falcone approfondire l'inchiesta. Ad inchiodare 1 due uomini c'è, per oro, l'indagine della Squadra mobile palermitana scattata subito dopo l'omicidio Cassarà. .Non è ancora chiaro — dicono in Questura — capire perché all'indomani del delitto il nostro collega arrestato non abbia ritenuto di dover riferire ai superiori quanto egli aveva confidato ad Armando Fontana: Si sa cosi che con insistenza il pregiudicato palermitano chiese all'amico poliziotto di indicargli l'auto blindata di Ninni Cassarà. E 1 fatti sono ricostruiti dal pool antimafia con precisione. Slamo all'estate 85. E' 11 2 agosto. Muore in Questura Salvatore Marino. C'è il sospetto che sia tra i killer del commissario Montana: alla Squadra mobile lo uccidono a botte. E' un momento tremendo. La morte di Marino getta l'intero ufficio Investigativo nel sospetto. Gli avvenimenti si sovrappongono. La mafia aveva deciso da tempo che il commissario Beppe Montana e il vicequestore Ninni Cas¬ sarà dovevano essere eliminati. Montana, superattivo, dirigeva l'ufficio catturanti! e non si dava un attimo di tregua. Cassarà, qualche settimana prima, era stato a Londra per chiedere l'estradizione in' Italia di Francesco Di Carlo, boss di Altofonte. Con la sua deposizione dinnanzi alla Corte inglese, il vicequestore palermitano era riuscito ad evitare la scarcerazione del boss su cauzione e il grande trafficante di droga era rimasto in carcere. Dovevano cadere. Montana non esitava a condurre inda- gini In proprio. Nei momenti di libertà, con una sua piccola imbarcazione a motore, perlustrava la costa tra Ficarazzi e Buonfornello dove, sempre, i boss latitanti si erano sentiti al sicuro. Montana aveva mirato giusto: un pugno di capimafia erano finiti in manette qualche giorno prima che il commissario fosse ucciso. Erano stati presi in una piccola villa del litorale di Campofelice. Tommaso Spadaro. il «re» della Kaisa, grande trafficante di eroina in carcere a Trani, sapeva che gli Investigatori erano sulle tracce di suo figlio Francolino, il ragazzo che mandava avanti il traffico tra Palermo e Roma. I familiari di Salvatore Marino, all'Indomani della morte del congiunto, andarono proprio a Trani per un .colloquio;, come si dice nel gergo carcerario con Spadaro. L'indomani, il 6 agosto, il delitto Cassarà. Scatta alle 15 un piano preparato con cura. Dice un inquirente: «.Da! Z al 5 agosto il pregiudicato Armando Fontana chiese con insistenza di sapere quale fosse l'automobile del vicequestore. E' un dettaglio da non trascurare. L'agente arrestato lo rivelò, ma non basta a provare il concorso nel delitto. Qualcuno doveva avvertire il commando che Cassarà, il pomerìggio del 6 agosto, poco dopo le 15, era diretto a casa, in via della Croce Rossa.. Si esclude una segnalazione incerta. .Non potevano mobilitare il gruppo di fuoco — dicono in Questura — bloccare una strada, uscire allo scoperto con i mitra, occupare le finestre di uno stabile pronti a sparare, senza avere la certezza dell'obiettivo.. Gli Investigatori aggiungono che la segnalazione radio non era sufficiente. .Lasciando la Questura — dicono — Cassarà poteva essere diretto in una zona qualsiasi di Palermo. Né potevano seguirlo.. L'automobile blindata e la scorta percorsero via della Libertà, il cuore della nuova Palermo, sulla corsia preferenziale, contromano. La scorta avrebbe notato un'auto spinta all'inseguimento. E la talpa? .La verità — dice un magistrato — ha momenti successivi d'avvicinamento: l'inchiesta non è conclusa, ti contrasto tra il poliziotto e il pregiudicato forse porterà a nuovi sviluppi.. Francesco Santini