Chiesti sette ergastoli per la Lauro di Vincenzo Tessandori

Chiesti sette ergastoli per la lauro Al processo di Genova il pm ha chiuso la requisitoria per gli attentatori palestinesi Chiesti sette ergastoli per la lauro Riguardano due del commando sulla nave, Abu Abbas e altri quattro dirigenti dell'Flp DAL NOSTRO INVIATO GENOVA — -Per Abu Abbas chiedo la condanna all'ergastolo-, dice il pubblico ministero Luigi Carli. Sono dure le proposte di pena per i dirottatori della «Achille Lauro» e assassini di un crocierista e per i loro mandanti. Altre sei volte il pubblico accusatore invoca la condanna a vita. Ergastolo per Ez El Din Badrakhan, influente capo dell'Flp, era con Abbas sull'aereo dirottato a Sigonella; per El Omar Zlad, che diede le armi e il denaro ai dirottatori; per Khaled Abdulrahim, che fece parte del viaggio, fino ad Alessandria, sulla nave; per Mohammed Issa Abbas, che è cugino del segretario del Fronte di liberazione della Palestina (Flp), portò le armi a Genova; per Maged Al Molqi, che secondo l'accusa ammazzò Leon Klinghoffer con due colpi di kalashnikov. Yusuf Ahmad Sa'Ad, Mohammud Ben Khadra, Abu Kifah. Ibrahim Abdelatif e Abu Ali Kazem, secondo il pm, dovrebbero passare 30 anni in carcere. Per Ahmad Al Assadl, che faceva parte del «gruppo Lauro» ma si è dissociato e ha collaborato in modo massiccio con il giudi¬ ce, vengono suggeriti l'assoluzione per l'omicidio e 11 «minimo della pena» per il sequestro: 10 anni. Pene minori per gli altri tre imputati, compreso Said Mowffaq Gandura, che farebbe parte dei servizi di sicurezza dell'Olp: 3 anni e mezzo. In totale gli anni di carcere suggeriti dal pubblico ministero sono 148 e mezzo, l'intero stato maggiore del Fronte di liberazione per la Palestina dovrebbe finire in prigione,, ma nella rete sono rimasti soltanto cinque protagonisti e son poche davvero le speranze di mettere le mani sui mandanti, soprattutto su Abu Abbas, per la cattura del quale il governo degli Stati Uniti ha promesso un premio di 250 mila dollari. Il dottor Carli ha parlato per tutto il giorno e la requisitoria è apparsa puntigliosa, pignola nella ricostruzione del fatto. Il pubblico ministero aveva premesso che -dopo duemila anni gli ebrei, gli israeliani, hanno finalmente la loro patria, ma anche quelli che ci stavano da 700 anni non son contenti di essere messi fuori-. Ma aveva aggiunto: «i4 ciascuno il suo, a noi non interessano ragioni politiche, giudicheremo i fatti per quelli che sono. Il nostro Paese non è in guerra né con gli arabi né con Israele». Quindi l'accusa ha sottolineato come su quella nave -300 persone erano state umiliate e costrette alla piti gretta promiscuità, obbligate apropri bisogni fisiologici davanti a tutti-. Il dottor Carlha aggiunto che dirottare la nave fu un'idea assurda-Arafal non avrebbe mai accettato una cosa del genere per non entrare in crisi proprio con i suoi maggiori sostenitori nel Mediterraneo-. An cora: -Stiamo ragionando fra molte minacce e anche chi vi parla ne ha ricevute-. Sono le 19 quando il pm conclude la requisitoria, i 5 palestinesi ascoltano in silenzio. In precedenza l'avvocato Alfredo Biondi, ex segretario liberale, patrono di lisa Klinghoffer, figlia del crocierista ucciso, aveva concluso gli interventi delle parti civili. Fra l'altro aveva detto: -Klinghoffer è stato ucciso in maniera barbara perché americano e simbolo di una passione diventata odio-. Abu Abbas, considerato il mandante dell'azione, è anche sotto inchiesta a Tunisi, dove è stato ascoltato da una commissione dell'Olp incaricata di far luce sulla vicenda «Lauro». Si è difeso e, dalla sua, ha il vantaggio che chi potrebbe parlare ora si trova nelle carceri italiane. L'inchiesta, si dice, avanza con fatica. Il segretario del Fronte, dopo essersi difeso, sarebbe volato via nello Yemen o in Iraq, o addirittura a Damasco, dove è rimasta una frazione del gruppo nel quale, si dice, militerebbero non più di duecento armati. Già in passato Abu Abbas aveva preso iniziative estemporanee che avevano creato qualche imbarazzo ad Araf at. E' stato ricordato come una volta abbia tentato di far compiere un'azione ai suoi uomini mandandoli dentro Israele in mongolfiera. Il «gruppo Lauro» preparò il colpo per otto mesi, il pubblico ministero lo ha sottolineato. Salirono a bordo in cinque, i quattro destinati al dirottamento e un capo, Abdullrahim Khaled, che si era imbarcato sotto il nome di Petros Floros, un greco ora accusato di favoreggiamento e per il quale l'accusa ha chiesto una condanna a tre anni. Forse per evitare rischi questo «capo» sbarcò ad Alessandria. Subito dopo gli altri passarono all'azione e, per cinquantuno ore, passeggeri e parte dell'equipaggio vissero nel terrore. Leon Klinghoffer, invece, fu ammazzato. Poi le trattative, che furono soprattutto politiche, la resa, a Port Said, il tentativo di «fuga» con l'aereo dell'Egypt Air, il dirottamento del jet su Sigonella da parte dei caccia americani, l'arresto dei quattro dirottatori, la nuova fuga di Abbas. Vincenzo Tessandori (A pag. 6 altri servizi) Mohammed Abu Abbas