Se il Mundial fosse stato nelle mani di Berlusconi... di Gianni Romeo
Visto all.fTV- Se il Mundial fosse stato nelle mani di Berlusconi... Visto all.fTV- Se il Mundial fosse stato nelle mani di Berlusconi... Era partito molto male il Mundial televisivo, con le immagini delle partite che giungevano a rate. Si è concluso peggio, con la trasmissione della finale troncata nell'attimo di maggior intensità emotiva: la premiazione, Maradona con la coppa, i pianti. Ma c'è una sostanziale differenza fra i due momenti. Allora, all'avvio, la colpa era solo della disorganizzazione, la tivù italiana era costretta a subire. Domenica sera il taglio è stato lucidamente premeditato dalla nostra cara Rai, che invece è molto ben organizzata (in autolesionismo). Forse non è il caso di indignarsi troppo per dieci minuti di coda mundial oscurata, penserà qualcuno. In effetti l'episodio preso in sé è abbastanza marginale e non staremmo a sprecare troppe parole se non diventasse un esempio emblematico della cattiva gestione di tutta la manifestazione messicana. Questa Rai che patisce la concorrevza di Berlusconi e delle sue tivù, questa Rai che possiede soltanto l'arma della diretta per battere alla grande i rivali, quando potrebbe sparare a raffica va regolarmente a incepparsi. Con un avvenimento come la finalissima mundial nelle mani Berlusconi avrebbe costruito lunghe ore di spettacolo, non è difficile immaginarlo: anteprima, personaggi, discussioni, show, la partita, il folklore finale, poi ancora spettacolo. Avrebbe schiacciato tutte le altre trasmissioni. La Rai invece si è accontentata della partita secca, ha costretto Pizzul a mendicare qualche minuto perché almeno non fosse tagliata l'immagine rituale della consegna della coppa. Neanche se ci fosse stato con urgenza da lasciare spazio allo sbarco sulla luna. Il genio dei programmatori, per il gran finale di questo mese calcistico, in cambio ha saputo partorire soltanto il solito «processo-. Con Aldo Biscardi che, dopo i giorni funerei in cui aveva seppellito l'Italia, era di nuovo di buonumore, spalleggiato da Luigi Necco che per fortuna non doveva parlare in francese, dopo l'apprezzata esibizione di una settimana prima. Montecarlo con un ospite fisso in studio a commentare gli incontri insieme al telecronista, Capodistria con telecronache alternate quando due partite si disputavano contemporaneamente hanno cercato perlomeno vie nuove. La Rai niente, soltanto telecronache a mitraglia da far rimpiangere le interruzioni audio dei primi giorni. I giovani, Nesti e Maffei, decisamente meglio dei meno oiouani. Martino e Vitanza decisamente ossessionanti. Ma tutti decisamente hanno parlato troppo. Possibile che i telecronisti non si mettano in testa che la gente vuole godersi la partita senza essere troppo distratta da particolari inutili? Credono che i loro-meriti siano proporzionali al numero di parole sparate nelle orecchie degli spettatori? La voglia di dire, di straparlare fa spesso sbagliare inutilmente. Addirittura questi telecronisti assatanati vogliono anticipare l'azione, dicono che la palla va in corner quando invece il portiere poi l'acciuffa, dicono altre cose che poi devono frettolosamente correggere. E danno particolari che nessuno vuole conoscere, visto che gli ochi servono ben a qualcosa; avvertono che il tale dà l'impressione di battere di destro, il talaltro ha colpito di esterno sinistro... Se i calciatori italiani in Messico avessero messo in campo l'energia aggressiva dei telecronisti sarebbero riusciti a battere la Francia per quattro a zero... Invece anche la Rai in questo modo ha perso il suo Mundial. Gianni Romeo
Persone citate: Aldo Biscardi, Berlusconi, Luigi Necco, Maffei, Maradona, Nesti, Pizzul, Vitanza
Luoghi citati: Francia, Italia, Messico, Montecarlo
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