La caccia non scomparirà ma diventerà più civile di Giorgio Martinat
la meda non comparirà ma diventerà più civile Sondrio, assemblea pre-referendum dei Cacciatori Zona Alpi la meda non comparirà ma diventerà più civile «Abolita la norma che consente l'accesso sui fondi privati? In altri Paesi non è mai esistita» DAL NOSTRO INVIATO SONDRIO — Arriva la notizia, all'assemblea del Cacciatori Zona Alpi, che il comitato per 11 referendum cosiddetto anticaccia ha raccolto 800.000 firme e U 4 luglio le presenterà al controllo della Cassazione. Subito dopo, altra notizia: crisi di governo, sarà quindi molto improbabile che le leggi di riforma presentate al Parlamento possano essere discusse in tempo per anticipare e scongiurare il referendum, previsto all'incirca fra un anno. Dunque, per la caccia le cose si mettono davvero male? Chiedo pareri, tra gli Intervenuti. E ottengo due tipi di risposte. Ufficialmente, un cortese «no commenu, accompagnato dalla citazione, non so quanto testuale, di una frase di Oiolitti: .77 politico che vuole rovinarsi cominci a parlare di caccia» Ma poi, più confidenzialmente, i cacciatori delle Alpi si sbottonano. E ho l'impressione che non siano molto preoccupati. Qualcuno dice: «77 referendum non farà che accelerare un corso inevitabile e si arriverà a una sistemazione che noi propugniamo da anni. Ci sarà qualche trauma in più, forse sarebbe stato meglio procedere piii gradualmente. Ma la sostanza delle cose non cambia*. La sostanza è questa: la caccia non scomparirà, si trasformerà. Diventerà più civile e più costosa. « Verrà abolita la norma del codice che consente l'accesso del cacciatore sui fondi ugricoli privati? Ma questa norma non è mai esistita in paesi di grande tradizione venatoria, come Germania, Austria, Francia: In Francia, i proprietari di terre parlano del raccolto, di tasse, di spese, e poi si scambiano informazioni sul prezzo ottenuto per *louer la citasse*, per affittare la caccia sul loro fondi. Per sparare, bisognerà pagare. Dicono 1 cacciatori della zona alpina: ^Referendum o no, non sarebbe più stato pensabile di pagare settantamila lire la licenza e poi abbattere anche una sola lepre seminata dalle amministrazioni provinciali al costo di 160.000 lire, o un camoscio che vale un milione, o un gallo forcello che ha un valore incalcolabile: Ricordano che il Parlamento recentemente ha più che dimezzato 1 ristorni alle Province delle tasse pagate dai cacciatori e che quindi 1 -ripopolamenti» artificiali con fagiani, starne e lepri acquistati a peso d'oro nei paesi dell'Est saranno sempre più difficili: -Tra l'altro, sono animali allevati in voliera o in gabbia che, lanciati in aperta campagna non sanno difendersi dai predatori, nemmeno nutrirsi. Così che di venti seminati, ne arrivano quattro o cinque al giorno dell'apertura, per le nostre doppiette. E ciascuno è finito per costare quasi un milione*. Aggiungono: .Non importa poi molto che i coltivatori della pianura padana o della campagna laziale ci vietino l'accesso. Sui loro terreni, tra diserbanti, concimi chimici e altre diavolerie, il terreno è cosi avvelenato che la fauna è scomparsa, non c'è più nulla da cacciare*. Diversa è la situazione in montagna: che cosa accadrà nelle vallate alpine? Rispondono: «Con l'andar del tempo, più o meno quel che è accaduto in Alto Adige: si creeranno consorzi di caccia e potranno impugnare la doppietta solo i residenti o chi pagherà il giusto*. Anche la Provincia di Cuneo (dove è nata l'Associazione Cacciatori Zona Alpi) sta già muovendo 1 primi passi su questa strada. Un notevole risultato 1 protezionisti lo avranno comunque ottenuto: ridurre il numero dei cacciatori, legarli al territorio, al «loro» territorio, quindi con un preciso interesse a tutelarlo, a prelevare ogni anno solo gli interessi della fauna, senza intaccare il capitale, con una rigorosa protezione ambientale: ogni cacciatore diventerà anche guardacaccia. Qualche riserva mi viene proprio da un altoatesino, Rino Masera, della Federacela di Bolzano: .L'Alto Adige è riuscito a diventare veramente un modello per tutta l'Europa. E' il paese che ha, contemporaneamente, il più alto numero di cacciatori e di animali selvatici: in nessun parco protetto se ne vedono come da noi. Perché preleviamo solo il "surplus", con grande cautela e discrezione. E da noi cacciano tutti, ricchi e poveri, anche se devono aspettare magari ventanni il turno per sparare a un gallo cedrone. Ora temo molto che, dopo il referendum, i grossi proprietari vietino l'accesso dei compaesani ai loro fondi per "louer la chasse" al miglior offerente. Magari forestiero*. Ma altri sono meno pessimisti: .Dipenderà da come si faranno le cose. Anche i meno abbienti, purché risiedano nel territorio, potranno pagare i costi della caccia: non in denaro, ma con il loro lavoro, trasformandosi in custodi della selvaggina, provvedendo a cure e foraggiamenti nel periodo invernale*. Giorgio Martinat
Persone citate: Rino Masera
Luoghi citati: Alto Adige, Austria, Bolzano, Europa, Francia, Germania, Sondrio
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